Capitolo 9

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«Cornelia... Cornelia... Neli...»

Sto facendo di nuovo lo stesso sogno; la mia coscienza parla con la voce di Aidan.

La sveglia in sottofondo canta sulle note di Bleeding Out degli Imagine Dragons ed è proprio grazie a questa canzone che mi rendo conto di non sognare affatto: Aidan è qui, insieme a me.

«Cornelia, mi stai soffocando...» si lamenta e, a questo punto, mi costringo ad aprire gli occhi.

Durante la notte le nostre gambe si sono intrecciate sotto e sopra le coperte e ho il sospetto che ci vorrà qualche minuto per riuscire a disarcionare questa presa decisamente inusuale. Aidan mi da le spalle e il mio corpo è premuto contro la sua schiena e, per qualche ragione, ho un braccio praticamente stretto intorno al suo collo.

«'Giorno.» farfuglio spostandomi immediatamente, lui invece si sforza di liberare le gambe e si volta verso di me.

«Buongiorno,» dice «stavi per caso tentando di uccidermi?»

«Io? Assolutamente no.» sorrido mentre lui mi sposta una ciocca di capelli che mi è finita sugli occhi.

«Che ore sono?»

«Non lo so, aspetta.»

Mi allungo sopra di lui per riuscire a raggiungere i miei occhiali sul comodino e li infilo mettendo poi a fuoco l'orario sulla sveglia.

«Le 06.33.»

«Oh mamma... perché hai fatto suonare la sveglia così presto?»

«A dire il vero non lo so, non credevo di averla puntata. Ma potremmo dormire ancora un pochino.»

Qualcuno però non è d'accordo.

Proprio mentre sto per tornare ad accoccolarmi tra le lenzuola, mio padre spalanca la porta sorridendo come se avesse appena vinto alla lotteria.

«Amore, per fortuna, pensavo di non essere riuscito a programmare quella tua stupida sveglia! Vestiti, oggi iniziamo presto. Oh, ciao Aidan!»

«Buongiorno Leo.»

«Ci serve un croissant in più... marmellata?»

«Ormai mi conosci!»

«Certo giovanotto! E grazie per l'aiuto che ci darai oggi.»

«Lo faccio volentieri.»

«Allora vestitevi tutti e due. Vado a prendere il pane e la colazione.»

«Mamma?» domando sospettosa.

«Mamma ha decretato che è molto maschilista, da parte mie, far svolgere tutti i giorni a lei queste compere. Da oggi si fa un giorno a testa.»

«Oh, fantastico!»

«Sei compresa anche tu nei calcoli, sai?»

«Ma certamente!»

«Tesoro, che hai fatto al naso?»

«Nulla, l'allenamento.» con mio padre decido di cercare di mantenere una certa dose dignità morale.

«Ah okay, il solito. Su, datevi una mossa beata gioventù.» canticchia lasciandoci soli.

Sono quasi tentata di raggomitolarmi su me stessa e rimanere a letto, ma Aidan si alza trascinando con sé le coperte e buttandomi praticamente a terra.

«Hai sentito tuo padre, no? Non c'è tempo da perdere.» batte le mani per incitarmi a muovermi e sono tentata di sbattergli la testa contro il muro, ma immagino che se avesse un trauma cranico o riportasse danni permanenti mi sentirei malissimo - e, ovviamente, starebbe malissimo pure lui.

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