Capitolo 30

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Settembre 2012

Il lunedì in cui Enrico entrò nelle loro vite pioveva da quasi tre interi giorni e l'intera città era sommersa dall'acqua, scuola compresa.

Le aule del piano terra erano state chiuse e le poche classi che di norma soggiornavano lì erano state spostate all'ultimo piano, chi nella stanza adibita al gruppo teatrale, chi nell'aula computer e chi in quella di chimica.

Aidan e Cornelia erano arrivati a lezione in ritardo, perché erano rimasti bloccati sulle passerelle che erano state allestite il giorno prima, ma date le circostanze il professore di storia non fece alcuna osservazione e lasciò che si accomodassero ai loro posti adiacenti, fradici come pulcini inciampati in una pozzanghera.

«Ragazzi, abbiamo una new entry.» commentò, con un accento così italianizzato che se l'avesse sentito la Pimpleworth - la madrelingua londinese - probabilmente si sarebbe defenestrata seduta stante. Tutti i ragazzo si guardarono intorno incuriositi, senza nascondere la delusione nel momento in cui incrociavano occhi già conosciuti.

«Signor Moretti, perché non si alza e si presenta?»

Ed eccolo, quello nuovo.

Aidan percepì le mandibole di tutte le ragazze della classe ammorbidirsi di fronte a quell'Achille con il codino castano e la mascella squadrata, due tondi occhi verde smeraldo che guizzavano orgogliosi sulla folla ammirata.
A

idan decise che l'avrebbe odiato in quell'esatto momento.

Si sporse verso Cornelia nella speranza di trovare appoggio in lei ma, con suo grande stupore, persino la biondina dagli occhiali squadrati sembrava incantata da cotanto ben d'Olimpo.

Oh no pensò Aidan, ci mancava solo questo.

«Ciao a tutti, sono Enrico Moretti.»

Sembrava che non avesse altro da aggiungere, così si riaccomodò.

«Illuminante signor Moretti, davvero. Grazie per questa acuta presentazione.»

Aidan trattenne a stento una risata - come il resto della popolazione maschile della stanza del resto - e lanciò uno sguardo sbieco a Cornelia che però era ancora rivolta all'ormai famigerato Enrico.

E, con grande dispiacere di Aidan, anche lui la stava guardando.

*

«Non mi sembra così male, ecco.» commentò Cornelia a bassa voce, accucciata sul solito tavolo della biblioteca che lei ed Aidan occupavano nei pomeriggi in cui decidevano di stare a studiare fuori.

«Avanti Neli, sembra finto. Photoshop, hai presente?»

«Photoshop non funziona per le persone fisiche, quella è natura.»

«Sono steroidi.»

«Potrebbero essere anche entrambe le cose.»

«Neli non puoi essere seria!»

«Tesoro, sono una ragazza anche io!»

«Shhh!» li avvertì la bibliotecaria lanciando ad entrambi un'occhiata torva.

«Scusi.» bisbigliarono loro in coro.

«Comunque,» riprese Cornelia «forse non è semplicemente di molte parole. Da quello che ho sentito, i suoi genitori hanno una di quelle bancarelle che parcheggiano stagionalmente da qualche parte in giro per l'Italia, immagino che non sia facile per lui crearsi una vita dal nulla ogni volta. Ha perso un anno per questo.»

«Mmm...»

«Oh avanti Aidan, ho sempre creduto che fossi molto più umano di così.»

«Non lo so Neli, semplicemente non mi piace. Ha uno sguardo... non so, sbieco.»

«Beh, ha l'occhio destro un po' strabico ma ce l'ho anche io quindi...»

«Ma Neli, non è quello! Non so come dirlo, ehm... furbo, forse? Non lo so, stai attenta. Ti ha guardata come fossi una torta di compleanno oggi a lezione.»

«Potrei essere un'ottima torta di compleanno.» commentò lei con un ghigno.

Aidan roteò gli occhi e le lanciò una penna.

Quando Cornelia rise, la bibliotecaria li rimproverò di nuovo.

*

«Vieni da me stasera? Vanno ad una cena con mia zia e il suo nuovo fidanzato.»

«Il numero quattro?» domandò Cornelia divertita.

«Il numero sei, come hai potuto perderti il numero tre per strada?»

«Non so perché non me lo ricordo mai!»

«Si beh, tra tutti farei confusione anche io se non fossimo parenti.»

«Mi sento molto meno in colpa ora che l'hai ammesso.»

Aidan le portò un braccio intorno alle spalle e le baciò la fronte.

«Scegli tu un film.»

«Hunger Games. Ci stai?»

«Certo.»

In quel periodo Aidan aveva la certezza che tra le cose tra lui e Cornelia non sarebbero mai cambiate.

I cambiamenti, invece, erano letteralmente dietro l'angolo.

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