Capitolo 18

7 3 0
                                    

Settembre 2012

La scuola era iniziata da appena un paio di settimane e Cornelia sembrava già stanca di doversi presentare ogni giorno nello stesso luogo, alla stessa ora e perfettamente puntuale - pena la solita nota che dall'inizio delle scuole medie la perseguitava almeno fino ai primi giorni di ottobre.

Lei ed Aidan erano sempre stati vicini di banco e anche quell'anno si rivelò identico a quelli che l'avevano preceduto.

Faceva ancora piuttosto caldo ed Aidan aveva indossato una semplice maglietta a mezze maniche nera con la scritta Star Wars che spiccava sorridente al centro del petto. Era stato un regalo di Cornelia e lei era sempre molto felice quando gliela vedeva addosso. La ragazza, comunque, aveva il viso pesantemente posato contro il pugno chiuso e gli occhi che faticavano a stare aperti e toccava ad Aidan tiratle degli innocenti calci sulle caviglie ogni volta che la professoressa di matematica sembrava guardare nella loro direzione. A quel punto lei gli sorrideva e lo ringraziava tacitamente, per poi tornare a rilassarsi quando quella si dedicava di nuovo ad altri studenti.

In quei momenti, Aidan passava molto tempo ad osservare i lineamenti dell'amica, che si erano fatti più sottili e definiti rispetto alle dolci rotondità che l'avevano caratterizzata durante l'infanzia. Cornelia aveva le guance rosee e gli occhi dello stesso colore delle ghiande mature, i capelli biondi erano andati lentamente scurendosi creando piacevoli contrasti tra il panna e il miele e gli spessi occhiali le davano un'aria sofisticata ed intelligente - persino quando la sua attenzione era rivolta a mondi immaginari ed avventure epiche nelle quali lui non sarebbe mai stato ammesso.

In quel particolare giorno di settembre, un mercoledì soleggiato come pochi altri, in mensa servivano la pizza. Non la pizza surgelata che si può facilmente trovare al supermercato, né quella bassa dalla crosta friabile che sanno fare solo a Napoli, ma comunque pizza vera; quella altra, morbida, quella che ogni tanto Aidan e Cornelia si fermavano a comprare in rosticceria per poi riscaldarla a casa di uno o dell'altra e scaraventarsi sul divano a guardare vecchi film di ogni genere fino a quando uno dei due non si fosse ricordato dei compiti che avrebbero dovuto presentare il giorno successivo.

I due si accomodarono alla solita postazione nell'immensa sala, entrambi con il proprio vassoio sul quale troneggiava il divino piatto e, su quello di Cornelia, un budino alla vaniglia, ed iniziarono a stilare un programma per la serata.

«Data la tua maglietta,» iniziò Cornelia «potremmo fare una bella maratona di Star Wars.»

«Non basterà una sera sola.» ribattè Aidan.

«E che problema c'è? Facciamo tre episodi stasera e tre episodi la domani.»

«In questo caso ci sto.»

«Mercoledì guardiamo Colazione da Tiffany?»

Quello era sempre stato il film prediletto da Cornelia e, a dirla tutta, non dispiaceva nemmeno ad Aidan. Rivedeva in Holly Golightly alcuni tratti caratterizzanti dell'amica, seppur meno marcati ed evidenti.

«Sì, ma dovremmo anche iniziare la ricerca di storia.»

Cornelia sospirò teatralmente.

«Non siamo tornati a scuola nemmeno da un mese e già ci stressano.»

Aidan si limitò a scrollare le spalle e dare un enorme morso alla sua pizza; era deliziosa e, stranamente, ancora calda.

«In un certo senso questo è il nostro lavoro ora,» disse «studiare intendo. Quindi ci conviene farlo bene.»

«Quando sei così saggio, non so se provo l'impulso di picchiarti o di baciarti.» sentenziò la ragazza.

Lei certo non poteva immaginare che Aidan sperava ardentemente che la seconda opzione fosse più probabile della prima.

Era da quando l'aveva vista con Ronaldo che si domandava come sarebbe stato se, al posto di quel ballerino spagnolo dagli addominali di ferro, i ricci scompigliati e gli occhi scuri calienti còmo el fuego, ci fosse stato lui, Aidan, il ragazzo strano con lo sguardo perennemente folle che, tra l'altro, era anche il suo migliore amico - e, di conseguenza, molto più affidabile.

Non ci aveva mai pensato prima, eppure qualcosa era scattato quando aveva scorto le labbra di Cornelia attaccarsi a quelle di lui come fossero state poli opposti di una calamita decisamente surriscaldata. All'inizio credeva si trattasse semplicemente della sua smania di proteggere la ragazza - che di certo non necessitava di alcun tipo di protezione da parte sua; al massimo era lui ad aver bisogno di lei per morivi di sopravvivenza - ma con il passare dei giorni aveva lentamente imparato ad accettare la verità: si trattava di Gelosia - e , con la G maiuscola.

Eppure Aidan non doveva, non poteva correre il rischio di innamorarsi di lei.

Erano amici, erano come fratelli, e i fratelli non si innamorano. Non dovrebbero farlo, almeno, ma Aidan sapeva perfettamente com'era finita tra Carsei e Jamie Lannister che pure erano persino gemelli.

Certo, se il signor Martin avesse continuato a scrivere Il Trono di Spande, allora magari...

«Mi auguro che tu non faccia nessuna delle due cose.» affermò infine, rilassato come solo chi si costruisce un muro di menzogne può risultare.

Cornelia arricciò adorabilmente le labbra.

«Hai ragione,» disse «sarebbe troppo strano.»

GoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora