{ 2 } "La vostra nuova vita... In gabbia"

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Len's P.O.V.
Dopo la lunga attesa per i risultati, mi ritrovai in un salotto insieme a 6 sconosciuti. Cominciai a osservarli uno ad uno.
L'aspetto di uno di loro mi lasciò particolarmente perplesso, egli indossava un abito da samurai e i suoi capelli viola erano legati in una coda alta. Lo trovai molto appariscente, pensai che si trattasse di un cosplayer.
Però... Quando notai che costui portava con sé una katana, apparentemente vera, avvampai.
Perché quel tizio ha una katana?!
Tutti gli altri non sembravano pericolosi, quindi non mi sarei dovuto preoccupare di proteggere mia sorella. Bene, perché non è proprio il mio forte.
Sarebbe bastato dirle di stare lontana dall'uomo armato con l'aspetto strambo.
Subito la TV si accese, mostrando l'immagine di Mr. Yamaha.
<Salve, ragazzi. So che siete confusi... Ma lasciate che vi spieghi: ho valutato le vostre capacità e le ho trovate eccezionali> disse, con fin troppo entusiasmo. Verso la fine della sua frase sembrava una ragazzina al concerto della sua boyband preferita.
Ok, forse sto esagerando. Ma è proprio quello che mi è venuto in mente quando l'ho visto.
Mi diedi un leggero colpo alla fronte, per scacciare alcuni miei raccapriccianti pensieri.
Nemmeno lui mi piace...
<Da oggi in poi, lavorerete come Idol. Sarete delle staaaaar!> continuò, allontanando le mani nell'aria come se stesse disegnando un arco. Ancora una volta, lo disse con fin troppo entusiasmo.
Questo tipo è fuso...
Eravamo tutti visibilmente perplessi, tranne mia sorella e la ragazza con i codini color turchese. Loro più che perplesse, sembravano euforiche.
Probabilmente stavano già immaginando di scendere da una Limousine. Glielo si leggeva in faccia.
Non so per l'altra ragazza, ma per mia sorella era sicuramente così.
Mr. Yamaha si prese qualche momento per squadrarci tutti, e man mano la sua espressione si faceva sempre più cupa.
<Cosa sono quelle facce? Non siete contenti? Dovreste essermi grati, non tutti avrebbero aiutato delle persone in fin di vita per poi offrirle pure un lavoro e una vita di lusso. Che massa di ingrati... Solo voi due> puntò il dito verso Rin e poi verso la ragazza dai capelli turchese <Meritate veramente tutto questo. Siete le uniche che stanno mostrando dell'allegria davanti a una buona, ma che dico, straordinaria notizia come questa!> concluse, sorridendo alle due fanciulle.
La maggior parte delle sue parole erano state pronunciate con disprezzo, ma quando si rivolse alle due ragazze il suo tono sembrò addolcirsi.
Io? In fin di vita? Non ricordo niente del genere!
Aspetta un attimo, ma...
C'è qualcosa che mi ricordo?
Cosa stavo facendo prima di arrivare qui...?
Non riuscivo a mettere a fuoco i miei ricordi, ero così confuso.
Era come se stessi guardando tante immagini sfocate, come se sapessi cosa dovrebbero rappresentare ma non fossi capace di osservarne i dettagli.
Appunto io sapevo che ultimamente tra me e Rin stava succedendo qualcosa di orribile, ma non ricordavo cosa. Sapevo di averle fatto una promessa in passato, ma non ricordavo che cosa riguardasse.
<Ehm, le saremmo tutti molto grati se solo ci spiegasse cosa sta succedendo! Com'è possibile tutto ciò? Dove ci troviamo?> lo interrogò la ragazza dai capelli rosa. Aveva proprio l'aria di una sveglia, non so esattamente cos'era che gliela dava. Magari la sua espressione o forse solo il suo sguardo.
<Ecco... Tutto ciò è molto difficile da spiegare. Ma per farla corta, senza usare troppi termini scientifici, vi trovate dentro uno spazio virtuale. Dentro al mio computer, precisamente. Appunto vi parlo dal mio laboratorio. Ora vi starete chiedendo come sia possibile... Beh, è grazie ad una macchina di mia invenzione!> disse Yamaha sorridendo fieramente, subito dopo si sistemò gli occhiali e tornò serio.
<Siete i primi su cui funziona davvero, senza contare i piccoli danni che ho dato accidentalmente al vostro DNA e probabilmente anche alla vostra memoria. Suppongo che i danni alla memoria li abbiate subiti tutti, magari qualcuno più di qualcun altro. Mentre a livello di DNA vedo che siete stati danneggiati quasi tutti... Avrete sicuramente notato qualche cambiamento estetico, come il cambio di colore di capelli e occhi. È a quello che mi riferisco> aggiunse.
<Come dovrebbe funzionare questa sua macchina...?> chiese la donna in rosa.
<Fai molte domande, eh? Comunque... Per rispondere alla tua domanda, in questo momento i vostri veri corpi si trovano qui con me nel mio laboratorio, sdraiati su dei lettini. Ho collegato i punti più importanti del vostro corpo alla mia macchina tramite dei cavi e... Beh, è ancora una volta un po' complicato da spiegare. Diciamo... un paio di elettroshock qua e là ed eccovi qui, proiezioni di voi stessi dentro il mio computer. Se ve lo state chiedendo... Si, anche i vostri corpi fisici ora hanno i capelli di un colore diverso dal solito. Questo perché ovviamente il danno al vostro DNA è stato molto... Influente sul vostro corpo> spiegò.
Non posso credere ciò che sto sentendo... Sembra tutto così irreale, eppure sta succedendo davvero.
Oltre che essere intrappolato dentro al computer di uno psicopatico, mi sento anche intrappolato in un libro di fantascienza.
Mi guardai intorno per notare di non essere l'unico fortemente turbato, questa volta anche Rin e la ragazza dai capelli azzurri lo erano. Se non fossero state turbate ma avessero avuto una reazione simile a quella precendente, avrei seriamente dubitato della loro intelligenza.
<Non preoccupatevi, vivrete bene qui! Nello spazio dove vi trovate, ho anche programmato delle stanze per voi!> disse Yamaha, dopo essere ritornato in modalità ragazzina-euforica.
<Non mi sembra che ti sia stato dato il nostro consenso per fare tutto questo...> disse l'uomo dai capelli viola, con un tono quasi minaccioso.
<E quando avreste potuto darmelo? Le persone in fin di vita non possono dare alcun consenso!> disse Mr. Yamaha, dopo essersi fatto una risata.
<Per favore, non siate arrabbiati con me. Sono dell'idea che questo sia il migliore dei modi per andare avanti e avere successo come Idol, in quanto qua dentro non avrete altra scelta che lavorare su canzoni, balletti e video musicali. Nessuna distrazione, solo tanto lavoro che porterà a tanto successo e denaro! Certamente in queste condizioni sarete anche capaci di creare delle canzoni di qualità superiore. Vi prego di abituarvi a questo ambiente, buona giornata> aggiunse, pronto a premere qualche pulsante che probabilmente avrebbe spento la TV.
E indovina un po' dove vanno a finire poi i soldi che ricaviamo... Nelle sue tasche!
Non ho parole per descrivere il mio odio verso quest'uomo...
L'uomo dai capelli viola si agitò. <Aspetta! Devo sapere dov'è mia sorella! Era con me...>
Sembrava essere seriamente preoccupato.
Non mi dava più tanto l'idea di una persona pericolosa, sembrava solo un bravo fratello.
Forse non è tanto male... Potrebbe essere una brava persona. In fondo è solo un tizio che ha perso sua sorella.
<Tranquillo, è al sicuro. Semplicemente lei non era abbastanza brava per lavorare con voi. Perciò si trova nella seconda fazione, cioè un altro spazio virtuale diviso dal vostro che posso osservare dal secondo schermo del mio computer. Lì imparerà a farlo bene come lo fate voi, e magari un giorno diventare come voi> Yamaha rispose frettolosamente, non vedeva l'ora di andarsene.
Effettivamente ha parlato un sacco... Chissà quanta sete avrà ora!
<La voglio vedere! Devo vederla! Fammi vedere mia sorella!> urlò l'uomo in viola mentre si avvicinava di più allo schermo dov'era mostrato Yamaha.
<Mi dispiace, non posso fartela vedere. Buona continuazione> tagliò corto Yamaha, immediatamente la TV si spense. <Mia sorella...!> mormorò mentre cadeva in ginocchio, poggiava la testa sullo schermo della TV e ci tirava leggeri pugni. Un ragazzo dai capelli blu tentò di avvicinarsi a lui per dargli una pacca sulla spalla, ma si tirò subito indietro pentito.
Dopo alcuni istanti di silenzio, qualcuno parlò.
<Beh, sembra che dovremmo abituarci a convivere. Cercherò di non darvi problemi. Mi chiamo Luka Megurine> disse la ragazza in rosa spostandosi al centro della stanza, con un tono totalmente indifferente.
Luka era piuttosto alta, i suoi capelli rosa lunghi e lisci arrivavano fino alle cosce, aveva una frangetta che quasi toccava le sopracciglia. I suoi occhi erano di un azzurro acceso. Era formosa, ma mai quanto la ragazza vestita di rosso che si presentò subito dopo di lei.
<Io sono Meiko, Meiko Sakine. Non datemi problemi>
Stava cercando di sembrare minacciosa, ma non ci riuscì.
Piuttosto sembrava solo un'adolescente nel suo periodo di acidità.
I capelli di Meiko erano corti e castani, come i suoi occhi.
Deve essere stata fortunata, ha un aspetto normale rispetto agli altri. Il suo DNA deve essere stato danneggiato di poco, così come probabilmente me e Rin.
<Io sono Rin! E questo è mio fratello, Len!> esclamò Rin, trascinandomi davanti a lei per mostrarmi a tutti come un oggetto di grande valore. Sinceramente non so se esserne lusingato o meno.
La maggior parte della gente le sorrise. Mia sorella è adorabile, non c'è niente da fare.
<Io mi chiamo Kaito> disse semplicemente il ragazzo in blu facendo un sorriso a 32 denti. Il colore dei capelli e degli occhi di Kaito quasi mi rovinavano la vista per quanto era luminoso. <Io mi chiamo Miku! Mi auguro di andare d'accordo con ognuno di voi> esclamò sorridendo dolcemente la ragazza dai codini color turchese.
I codini di Miku erano lunghissimi, le arrivavano quasi ai piedi.
L'uomo in viola era ancora in ginocchio davanti alla TV.
Devo ammettere che mi dispiace per lui...
Oltre a lui, c'era qualcun altro che ancora non si era presentato... La ragazza dai capelli verdi.
<Salve a tutti, mi chiamo Gumi...> balbettò, guardando in basso. Sembrava essere molto timida e... Adorabile!
Appena la vidi e la sentii parlare, il mio cuore saltò un battito. Aveva un taglio di capelli scalato, corti dietro e lunghi davanti.
Mia sorella mi fece notare di essermi bloccato con la bocca aperta e rosso più che mai.
Che ci posso fare? Sono stato colto di sorpresa... È spuntata fuori una bella ragazza così all'improvviso. Non che le altre non lo fossero, ma lei aveva qualcosa di più.
Prossimo obiettivo, avere l'amicizia di Gumi.

Gakupo's P.O.V.
Gakuko... Gakuko...
Quell'uomo mi stava dicendo la verità? Ho bisogno di prove per credere che sei veramente al sicuro. Sorellina, non potrei mai perdonarmi sapendo che sei in pericolo dopo che ti ho perso così facilmente... Proprio come un idiota.
Sono il peggiore, perdonami. Anzi, puoi anche non farlo.
Non sapevo cosa fare, mi trovavo in trappola e lontano da mia sorella.
Cosa posso pensare in una situazione del genere? Posso solo disperarmi...
Sentii una lacrima rigare il mio viso, l'asciugai immediatamente.
...ma non lo farò, perché sono un uomo.
Un Samurai non può permettersi di piangere così.
Sentii una mano sulla mia spalla.
<Hey... Stai bene?> mi girai, era una ragazza. Da quanto avevo sentito, si chiamava Gumi.
Mi limitai a fissarla piuttosto che rispondere.
<Ehm... Tutto ok? Se vuoi ne possiamo parlare, se ti può fare sentire meglio. Dimmi, come ti chiami?> si inginocchiò accanto a me. Non mi capitava spesso di imbattermi in una persona così gentile.
Non so per quale motivo, ma non riuscivo a rispondere.
<È sconvolto, lascialo stare. Kaito, accompagnalo in una camera da letto> ordinò Luka. Lei aveva davvero l'aria del boss della situazione, non lo gradivo molto.
Non avevo forze. Perciò non protestai quando Kaito mi afferrò per un braccio e mi accompagnò in una camera da letto, apparentemente era la camera dei ragazzi a giudicare dal cartello appeso alla porta con scritto in grassetto "Camera dei ragazzi".
Yamaha è stato preciso durante la programmazione...
C'erano tre letti in fila con le lenzuola nere, le pareti erano grigie, c'era un comodino in legno scuro accanto ad ogni letto e infine un grande armadio diviso in tre dall'altro lato della stanza. Non c'erano finestre. Era tutto maledettamente vuoto e triste, pronto per essere riempito. Mi sedetti sul letto.
<Hai bisogno d'aiuto?> Kaito mi mise una mano sulla spalla.
<No. Non ho bisogno d'aiuto. Sto bene. Voglio che mi lasci da solo> Tutte queste attenzioni mi davano leggermente fastidio. Sarà a causa del mio orgoglio.
Già, ammetto di essere un pelino orgoglioso.
<Va bene...> Kaito se ne andò intimorito. Io rimasi lì, seduto sul letto a riflettere.

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