Anni dopo...
Luke's P.O.V.
Sono così agitato...
Non riuscivo a smettere di grattarmi nervosamente il viso.
In momenti di agitazione ero solito provare prurito un po' ovunque.
Devo stare calmo...
Lei mi conosce, non devo mica sforzarmi di dare una buona impressione. Se vorrà davvero mettersi con me, allora lo farà.
Altrimenti rimarremo amici, non cambierà niente tra di noi.
Già, amici.
Questo mi porta alla mente ricordi spiacevoli in realtà.
Ero finalmente arrivato nel suo paesino, non ci misi tanto a raggiungere casa sua a quel punto.
Era sempre un piacere farle visita, il suo villaggio aveva una bella atmosfera secondo me. Eppure a lei non piaceva tanto.
Non le era mai andato tanto a genio il suo villaggio, e da quando aveva scoperto Tokyo aveva cominciato a odiarlo ancora di più.
Effettivamente nemmeno a me piacerebbe tanto vivere lì, là la gente è troppo indietro. Troppo antiquata.
Mentre parcheggiavo, una signora anziana mi salutò con la mano. Io ricambiai un po' distrattamente.
Non le avevo mai veramente parlato in realtà, ma lei mi vedeva spesso nei paraggi.
Prima di scendere dalla macchina, mi diedi una controllatina allo specchietto.
Mi assicurai di non avere nulla tra i denti, il che sarebbe stato strano. Prima di partire mi ero lavato i denti tre volte per paura di presentarmi con un cattivo alito.
Il ciuffo mi sta meglio così... O così?
Pensai, mentre spostavo il mio ciuffo a destra e a sinistra.
Mmhh... Una volta mi disse che sto bene spettinato!
Dunque mi scompigliai i capelli.
Non ero ancora tanto convinto, ma per paura di ritardare inutilmente aprii lo sportello ed uscii.
Lei mi avrebbe rimproverato se avessi fatto tardi.
Non dovetti attendere molto dopo aver bussato alla porta di casa, mi era stata aperta quasi subito.
<Luke, sei in anticipo!> esclamò Gakuko, con tono accusatorio.
Indossava una canottiera nera e dei pantaloni bianchi, i capelli erano legati in una coda alta un po' disordinata.
Una volta mi disse che se ci fosse ancora stato suo padre, sicuramente non avrebbe mai indossato roba del genere.
<Oh, scusa...>
Le vie di mezzo non sono il mio forte, o sono in anticipo o sono in ritardo.
<Non preoccuparti, entra> sospirò <Non sono ancora pronta, sarai costretto ad aspettarmi>
<Per me non è un problema>
Avanzai alquanto imbarazzato, non sapevo dove andare o cosa fare. Queste ansie inutili non le avevo avute le altre volte in cui l'avevo visitata. Mi sentivo come un ragazzino con le sue prime piccole cotte.
Lei notò il mio disagio, sapeva esattamente cosa stessi pensando.
<Gakupo è in quella stanza, in caso volessi vederlo. Così non ti sentirai solo nell'attesa...> propose.
Annuii nervoso, dopodiché entrai nella stanza da lei indicata.
Almeno adesso posso distrarmi con qualcosa...
Magari tutti questi pensieri ansiosi se ne andranno.
Gakupo era seduto davanti ad un tavolino basso, dove erano ordinatamente sistemate delle freccette. Gli occhi erano rivolti verso il muro, dove era appeso un tiro a segno.
I suoi occhi erano così freddi da sembrare inanimati, come incisi su una pietra.
Avrei potuto scambiarlo per una statua.
<Hey, Gakupo> lo salutai, in tono non tanto rilassato.
<Oh, Luka. Com'è bello averti qui> disse senza entusiasmo.
<Gakupo, quante volte te lo devo ripetere?> iniziai, infastidito <È Luke, non Luka!>
<Ops, perdonami> rise <È che riesco ad immaginarti solo come ti ho vista...> s'interruppe <Volevo dire visto. "come ti ho vistO l'ultima volta">
Qualche volta ho come l'impressione che lo faccia a posta... No, sono sicuro che lo faccia a posta.
<Fai uno sforzo, non voglio che qualcuno mi si rivolga ancora al femminile> mi avvicinai a lui, rimasi in piedi al lato del tavolino. <Io sono un uomo>
Detto questo, Gakupo scoppiò a ridere.
Che fastidio...
<Tu non hai idea di come sia fatto un vero uomo!> poggiò un gomito sul tavolino e si coprì la bocca con una mano, come per attutire il suono della sua risata.
<Sei tu che non hai idea di come sia fatto un vero uomo, dato che non puoi vedermi> dissi con tono sbeffeggiante.
Un sorriso soddisfatto apparve sul mio volto, avrei davvero voluto lo vedesse.
Gakupo emise una risatina, come per dimostrare che le mie parole non lo toccavano minimamente. Ma potevo percepire la sua frustrazione.
È da quando sono entrato che mi sembra che Gakupo sia infastidito dalla mia presenza...
<Oh, vedo che siamo bravi con le parole... Ma con i fatti? Scommetto che non saresti capace di proteggere mia sorella in caso si trovasse in pericolo>
<Non la stai sottovalutando un po'? Penso tu sappia già che non avrebbe bisogno di essere protetta, lo sa fare benissimo da sola> replicai <E poi non è tanto frequente essere attaccati in questi tempi, non so da cosa la dovrei proteggere>
Gakupo, prima di continuare, fece una piccola pausa di riflessione. Sul suo viso leggevo delusione e ancora frustrazione.
<Vorrei che mia sorella avesse un vero uomo al suo fianco> sospirò <Non un effemminato come te>
<Non lo sono> ribattei, rapido.
<Che strano> iniziò, con un tono molto simile a quello che avevo usato poco prima: di beffa. <Sapresti dirmi perché il ruolo della donna ti esce tanto bene allora?>
Ok, questa fa male- No, non è vero. Dovrai fare di meglio, amico.
Diamine, ma cosa ha reso Gakupo così nervoso? Non sono venuto qui per discutere con lui.
Può bastare con le prese in giro...
<Adesso basta, Gakupo. Se non sono degno di stare con tua sorella solo lei può deciderlo> iniziai <Io tengo molto a lei, e la trovo magnifica. Non le farei mai del male. Non la abbandonerei mai se si trovasse in difficoltà. Io non sono quel tipo di ragazzo, credevo lo sapessi>
Può essere si sia preoccupato di queste cose... Deve essere così, altrimenti non mi avrebbe attaccato in quel modo. Gakupo non è quel tipo di persona. Poi è sempre in ansia per sua sorella, perciò credo di capire.
Cavolo, è così faticoso cercare di giustificare le sue mancanze di rispetto nei miei confronti avvenute negli ultimi minuti per trattenermi dall'iniziare una rissa.
Gakupo sembrava non sapere cosa dire. L'ho visto abbassare la testa e assumere un'espressione quasi pentita.
<Io... Ho sempre tenuto alla larga i corteggiatori di mia sorella. Non credevo fossi uno di loro, ci hai messo un'eternità per farti avanti! È stato strano cambiare punto di vista su di te così velocemente: prima eri solo l'amico omosessuale di mia sorella, ma ora scopro che sei etero e che vai dietro a mia sorella. Non puoi capire lo shock! Però... Sembri diverso dagli altri corteggiatori, non sei della stessa sostanza> sorrise lievemente, ma subito si sforzò di tornare serio. E ci riuscì eccome. Continuò, con tono solenne: <Luke, ti prego di non approfittare della mia fiducia. Ti affido mia sorella, trattala bene. Giura di amarla nella salute e nella malattia...>
<Aspetta, vai piano! Non ci stiamo sposando, è solo il nostro primo appuntamento!> lo interruppi, alquanto imbarazzato.
Certo che sei strano, amico...
<Sono sicuro che non sarà l'ultimo, quindi giura e basta> insistette.
<Gakupo, non deluderò le tue aspettative> mi decisi a dire.
<Sarà meglio. Sappi che se spezzi il cuore a mia sorella, io ti spezzo le ossa>
<Ehm... Non penso ti sia possibile in queste condizioni...> dissi, cercando di trattenere una risata.
<Quali condizioni?> disse, stizzito. Allungò lentamente la mano verso una delle freccette sistemate sul tavolino di fronte a lui.
Cosa sta facendo?
Con un movimento rapido del suo braccio la freccetta volò via dalla sua mano, e in un battito di ciglia questa si trovava al centro del bersaglio appeso al muro.
<Ma...> balbettai incredulo <Come hai fatto?!>
Egli sorrise soddisfatto alla mia reazione.
<Il samurai perfetto non ha bisogno della vista per colpire il bersaglio> iniziò <Un uomo che conoscevo era solito dirlo...>
Venimmo interrotti da una voce femminile, subito dopo cadde il silenzio. Notai che le intenzioni di Gakupo erano uguali alle mie: far sembrare che nulla fosse successo.
<Ragazzi?>
Gakuko era in piedi all'entrata della stanza. Ora la sua acconciatura aveva una forma precisa e indossava dei graziosi sandali ai piedi.
<Andiamo, Luke?>
Annuii e mi avvicinai a lei.
Mentre la seguivo fuori dalla porta e fino all'auto, mi resi conto di assomigliare un po' a un cagnolino obbediente.
<Hey, ho sentito almeno metà della vostra conversazione> disse appena salita in macchina.
<Cosa?!>
<Stavo origliando, sembrava interessante> continuò <Perdona mio fratello, sembra così tanto nostro padre da quando è diventato capo villaggio. Anche se devo ammettere che sta facendo un ottimo lavoro, forse anche meglio di papà>
<Beh, si. Sembra che piano piano il posto si stia modernizzando...> dissi mentre accendevo il motore.
<Già. Ma tornando a noi...> iniziò lei <Tu piaci a Gakupo, non preoccuparti. Fa così soltanto perché ha sempre fatto così con chiunque si volesse avvicinare a me in questa maniera. Appunto andavate così d'accordo prima...>
<Credevo si fosse improvvisamente inacidito...> borbottai, concentrato sulla strada.
<Nah, gli passerà. Stai tranquillo. E anche se dovesse mettersi in mezzo, non avrebbe importanza. Gli farei cambiare idea molto facilmente, solo come io so fare> ridacchiò.
Sentii una mano toccarmi la spalla e poi scendere per accarezzarmi delicatamente la schiena, mi fece rabbrividire.
Gakuko si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla guancia.
Non mentre guido...
<Non pensare che questo basti per farmi allontanare da te! Non ti lascerò così facilmente> aggiunse con un sorriso sulle labbra.
Non pensare che io abbia intenzione di allontanarmi da te.Hey, in origine "Finale!" doveva essere diviso in solo 2 parti. Ma ho avuto difficoltà a caricare "Finale! 1/2". In pratica uscivano paragrafi tutti sminchiati.
Wattpad ieri sera ha esagerato con lo sniff-sniff evidentemente.
Ho ipotizzato fosse perché era un capitolo troppo lungo, e allora ho decuso
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|•VOCALOID•| "La Realtà Dietro Lo Schermo"
FanfictionRyo Yamaha è un uomo con molte capacità. Ha un ottima conoscenza della tecnologia e dei suoi simili, e in passato se la cavava anche in materia musicale. Ryo ha un progetto, ha intenzione di inventare qualcosa che darà una svolta al mondo della tecn...