Mary raccontò del contenuto della lettera anche Mag e Muriel che, nonostante volessero aiutarla a tutti i costi, non riuscirono a trovare un'interpretazione convincente alle frasi ambigue della madre.
Tutto ciò su cui potevano focalizzarsi al momento era la frase: "Ho deciso di darti in affidamento alla Madison's House perché so come trattano i bambini e so che posso fidarmi di loro.".
Come faceva quella donna a conoscere l'istituto?
Quel giorno si erano radunate in salotto tutte e quattro, in tarda serata, per svolgere le indagini in tranquillità senza coinvolgere tutti i ragazzi.
-Forse tua mamma era un'orfanella che ha vissuto qui?- chiese Rebecca.
Dopo che Mary l'aveva informata della lettera, l'amica si era subito offerta di darle una mano. Ormai si conoscevano da troppo tempo per riuscire a tenersi nascosto qualche segreto l'un l'altra. William invece non era certo il tipo a cui raccontare queste informazioni; in meno di un minuto l'avrebbe saputo tutto l'orfanotrofio e Mary non sopportava l'idea che le sue vicende personali fossero sulla bocca di tutti, specialmente su quella di due ragazzini a cui lei non andava proprio a genio: Edwin e Anita, due astuti imbroglioni che AMAVANO mettere in giro false voci su di lei.
-Possiamo controllare sul registro- disse Mag alzandosi per andarlo a prendere al piano di sopra.
-Quali hai detto che erano le sue iniziali?- chiese Muriel seduta sulla sua solita poltrona.
-A.B. Così era scritto-
Muriel era pensierosa, stava riflettendo sulla donna incappucciata di quindici anni prima, stava cercando di ricordarne i tratti, la voce, la corporatura.
-Eccomi!- esclamò Mag scendendo dalle scale di fretta mentre si infilava gli occhiali da vista.
Il registro era un quaderno blu ormai stracolmo di fogli, fotografie e appunti.
-A, B, A, B, A, B....- ripeteva Mag mentre sfogliava le pagine una ad una.
-Anne Benson, adottata nel 1985. Alice Berry, adottata nell' '81-
-Non possono essere loro, erano ancora all'interno dell'orfanotrofio quando è arrivata Mary- rispose la proprietaria.
-Accidenti! Allora...che ne dite di cercare le ragazze solo con il nome che inizia per A?- propose di nuovo Becca. Poteva sembrare una ragazza espansiva o con la testa tra le nuvole ma era certamente molto intelligente ed era dotata uno spiccato intuito.
-Sono parecchie...però possiamo eliminare quelle che hanno vissuto qui nel 1980 o dopo- disse Mag senza alzare gli occhi dal registro. Per aiutarsi nella ricerca prese un foglio ed iniziò ad appuntare nomi e cognomi di tutte le ragazze con i giusti requisiti. Terminata l'operazione i nomi che risultavano erano: Allison Parks, Amanda Taylor, Ashley Wright.
-Ovviamente tutte loro hanno ereditato il loro cognome dalla famiglia che le ha adottate ma potrebbero averlo cambiato in uno che inizia per B quando si sono sposate- osservò Mary.
Muriel però sembrava in disaccordo.
-Né Allison, né Amanda né Ashley possono essere tua madre- esclamò lei con tono burbero.
-Perchè zia Muriel? Cosa non ti convince?- cercò di calmarla Becca.
-Il loro volto... Nessuna di loro tre aveva i tratti di tua madre. Quando l'ho vista quel giorno non mi ha ricordato nessuna di quelle tre. Il viso pallido e allungato, le labbra sottili, gli occhi color ghiaccio... Nessuna possedeva quelle caratteristiche-
-Mamma potresti confonderti...Ormai hai una certa età non puoi pretendere di ricordarti ogni bambino che ha vissuto qua- la apostrofò Mag.
Muriel andò su tutte le furie e si alzò dalla poltrona: -Ovvio che mi ricordo! Ogni orfano per me è speciale ed occupa una parte del mio cuore! È come se fosse mio figlio! Non è possibile che mi scordi di loro-
Mary ebbe una piccola sensazione di déjà vu ma non ci fece troppo caso.
Dopo la sfuriata di Muriel il silenzio calò in sala. Aveva urlato tanto che Charlie, uno dei Pulcini si era svegliato ed era sceso in salotto. Mag gli fece una carezza sulla testolina bionda e lo prese in braccio, salì le scale e lo riportò a letto mentre lui si grattava gli occhi e sbadigliava a bocca spalancata.
-Scusatemi ragazze se ho urlato. Io ci tengo davvero tanto a scoprire l'identità di quella donna...- disse pacata la signora Jhonson, risiedendosi.
-E se non fosse sua mamma quella che ha portato qua Mary? Magari era un'amica o una parente a cui era stato affidato il compito?- ipotizzò Rebecca.
-No, non è possibile. Quei grandi occhi azzurri sono gli stessi di Marybell e poi... quelle lacrime che vidi sul suo volto quel giorno non possono che essere di una madre che sta per separarsi da sua figlia. Non si è neppure voltata indietro una volta... No, quella era di sicuro sua madre-
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Shards -i cocci dell'anima-
General FictionLondra, 1890. Una notte, durante una tempesta di neve, una donna misteriosa porta una bambina in fasce in un piccolo orfanotroio insieme ad una lettera e poi scompare. Quella stessa bambina, 15 anni più tardi, viene a conoscenza dell'esistenza della...