Mary rincasò che era già buio e trovò sull'uscio ad aspettarla Anita, suo fratello Edwin e Will.
-Alla buon'ora, Riccioli d'Oro- la prese in giro la ragazzina dai capelli ramati con la sua solita voce irritante.
-Perché te ne sei andata via da sola?- le domandò Will con un tono da interrogatorio.
-Ho fatto un giro...- tentò di rispondere Mary quando venne fermata da Edwin.
-Non prenderci in giro, sappiamo benissimo che sei uscita con quel ragazzino-
-Mary, è vero quello che dicono?- Will le chiese conferma.
-E se anche fosse?- esclamò Becca arrivando dalla cucina in difesa della sua amica -Non deve certo dare delle spiegazioni a voi-
-Allora è una cosa seria...- fece Anita -Allora quell'abbraccio, la settimana scorsa...- continuò lei ridacchiando.
-Abbraccio?- domandò Will agitato.
-Esatto, mentre il bambino piccolo era ammalato, la signorina qui presente ha 'consolato' il ragazzino biondo piuttosto affettuosamente e, si dà il caso, che proprio mentre stavo portando la pezza bagnata in camera abbia visto quella scena dal corridoio- raccontò Anita.
-Pensavo foste cambiati- esclamò Rebecca innervosita -Pensavo che una volta visto il nostro impegno nel curare Scott vi foste fatti un esamino di coscienza, voi due... E invece mi sbagliavo, siete le solite carogne!-
-Mary, io pensavo di piacerti, se c'era qualcun altro avresti dovuto dirmelo! Io ti avrei lasciata in pace- piagnucolò William.
-Non è vero, Will. Non avresti fatto così, avresti tormentato quel povero ragazzino fino a non farlo mai più tornare qui, o sbaglio?- domandò Mary con il volto ormai pieno di lacrime.
-Tsk, che ragazzina infantile... Andiamocene Will- Anita prese per mano William e fece per accompagnarlo al piano di sopra.
-Nita, non starai un po' esag...- il fratello Edwin tentò di farla ragionare per un secondo ma venne interrotto da Mary:
-Anita, spiegami...spiegami come fai a rovinare le amicizie così senza provare sensi di colpa...COME DIAVOLO FAI?- gridò lei in preda alla rabbia. Anita si girò e tornò faccia a faccia davanti alla bionda.
-Pensi che sia semplice? Vedere il ragazzo che ami che va dietro ad un'altra? Vedere che proprio quella ragazza riesce a realizzare il sogno di tutti noi orfani, quello di ritrovare i propri genitori!- esclamò lei, alzando la voce.
-Tu... e tu cosa ne sai di mia madre?- domandò Mary con un filo di voce. Poi gettò un'occhiataccia a Will.
-Io... non volevo dirglielo, mi ha costretto- tentò di giustificarsi il moro.
-Will sei proprio un...-
Becca non terminò la frase che Mary la bloccò.
-Ora basta, hai infranto la nostra promessa, Will. Non c'è più niente da dire-
Mary si ritirò a testa bassa in camera sua e pianse. Pianse per la rabbia, per la frustrazione, per la delusione. In quel momento avrebbe solo voluto abbracciare sua madre e farsi consolare da lei ma non poteva, poteva soltanto stringere a sé la lettera che le aveva lasciato, così la cercò nelle tasche della gonna, sotto al cuscino, nel comodino, ma non la trovò. Si fece prendere dal panico, pensava che Anita gliel'avesse rubata così scese in salotto a chiedere aiuto a Rebecca.
La ragazza castana piombò in camera di Anita e suo fratello, entrambi erano seduti sul letto a leggere.
-Dove l'avete nascosta?- domandò infuriata.
-Se neanche ci dici cosa, come facciamo noi a dirtelo- rispose tranquillamente Anita senza staccare gli occhi dal libro.
-La lettera di Mary!- spiegò lei.
-Lettera? Non ne sappiamo niente- rispose Edwin.
-Avanti, non fate i finti tonti! È già stata una brutta serata per lei, ridategliela e chiudiamo qui-
-E io ti ripeto che non conosco nessuna lettera, né tantomeno so dove sia- continuò Anita. Vedendo che Becca si stava irritando Edwin si alzò dal suo letto ed uscì dalla camera insieme alla ragazza, richiudendosi la porta dietro di sé.
-Rebecca, so che stasera vi abbiamo fatto davvero arrabbiare e ti chiedo scusa ma davvero né io né mia sorella sappiamo di cosa tu stia parlando- spiegò il ragazzo a voce bassa.
-Sei serio?-
-Serissimo-
Becca allora se ne andò per riferirlo a Mary ma prima si voltò indietro per un secondo e bisbigliò un 'Grazie' a Edwin che stava per tornare in camera sua.
Quando Mary lo venne a sapere fece un po' fatica a credergli ma Becca giurò che Edwin non stava mentendo, allora anche l'amica se ne convinse e ricominciò a cercare la lettera disperatamente facendosi aiutare anche da Mag e Muriel.
-Non ti ricordi l'ultima volta che l'hai presa in mano?- le chiese l'amica.
-No...non mi...Aspetta! Forse mi sbaglio ma credo di averla tirata fuori l'ultima volta alla casa abbandonata, quando ho confrontato la carta con quella del blocco-
-Allora domani andrete a controllare- le disse Muriel.
-No, devo andarci subito!-
-Ma sei pazza? È quasi ora di cena e sta iniziando a piovere!- esclamò Mag.
-Vi prometto che tornerò presto, però devo andare a controllare adesso, altrimenti questa notte non dormo!- supplicò Mary.
-È molto lontano?- Muriel non fece in tempo a fare la domanda che la ragazzina si era già messa la giacca ed era uscita portandosi l'ombrello con sé. Correva e correva mentre il cielo si riempiva sempre di più di nuvole e le goccioline iniziavano a formare puntini più scuri sulla strada. Appena la pioggia iniziò a cadere in gran quantità la ragazzina tentò di aprire l'ombrello ma, sfortunatamente, era rotto così lo gettò via e aumentò la velocità del passo. Quando arrivò davanti a quella vecchia casa abbandonata era bagnata fradicia ma non le importava. Spostò le assi di legno ed entrò, si avvicinò alla scrivania impolverata che avevano controllato pochi giorni prima ed iniziò a cercare nei cassetti ma con quel buio non riusciva a vedere niente. Improvvisamente, ci fu un lampo e la stanza si illuminò, Mary gridò dallo spavento ma grazie a quella luce era riuscita a vedere meglio ed aveva appurato che della sua lettera non c'era traccia. Sconsolata, uscì dall'abitazione con il vestito grondante d'acqua e cominciò a camminar lentamente per tornare all'orfanotrofio. Però, ad un tratto, cadde a terra e il ginocchio iniziò a bruciarle. A quel punto una signora dall'altra parte della strada la notò e la raggiunse. Appena le fu più vicina, la aiutò a rialzarsi e Mary osservò che si trattava di una signora sulla sessantina ma non fece in tempo a parlarle che questa iniziò:
-Ti sei fatta male, ragazzina?-
Mary le indicò il ginocchio sanguinante.
-Oh Santo Cielo, deve farti male! E poi guardati, sei bagnata fradicia! Vieni a casa mia che ti do qualcosa da asciugarti e ti metto una benda- così dicendo la donna fece spazio a Mary sotto il suo ombrello e la accompagnò nella sua abitazione che era piuttosto vicina alla vecchia casa dei Brown. Mary non aveva idea di cosa avrebbe scoperto proprio quella sera.
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Shards -i cocci dell'anima-
General FictionLondra, 1890. Una notte, durante una tempesta di neve, una donna misteriosa porta una bambina in fasce in un piccolo orfanotroio insieme ad una lettera e poi scompare. Quella stessa bambina, 15 anni più tardi, viene a conoscenza dell'esistenza della...