Cap.22 - Londra, 1890

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Angela Brown era riuscita a sfuggire alle grinfie di suo marito approfittando di un momento in cui non era in casa. Aveva pianificato per mesi la sua fuga. Aveva intenzione di lasciare quel quartiere di Londra per andarsene lontano e vivere da sola con il suo/ la sua bambino/a. Gli appartamenti che aveva selezionato erano singoli o doppi, è vero, ma non poteva permettersi altro con i soldi che era riuscita a nascondere a suo marito. Sarebbero stati un po' stretti ma non le importava, bastava stare lontani da George.
Purtroppo, però, il suo pancione aveva dimensioni enormi perciò non era riuscita a spostarsi quanto avrebbe voluto, così decise di fermarsi qualche tempo da Vivianne Rogers, un'amica di sua madre che l'avrebbe aiutata sicuramente. Il tutto in segreto, ovviamente.
Appena dopo qualche giorno che era da Vivianne, Angela partorì e fu una gioia immensa scoprire che i bambini erano due. Decise di chiamarli Marybell ed Oliver, come aveva deciso in precedenza. Una settimana dopo, però, George la scoprì. Aveva setacciato tutto il quartiere e l'aveva trovata. Quando se lo ritrovò faccia a faccia in Angela si scatenò il panico. Era sicura che avrebbe ucciso lei e la bambina e si sarebbe portato via Oliver. Invece non lo fece. Le lasciò entrambe in vita intimandogli di non farsi mai più vedere ma si portò comunque via il bambino. Angela era disperata. Dopo poco tempo si ammalò e il dottore le disse che non le restava molto da vivere così cercò un posto in cui lasciare Mary prima che fosse troppo tardi. Si ricordò della Madison's House, l'orfanotrofio da cui proveniva suo fratello adottivo e decise che l'avrebbe portata lì. Fortunatamente si era portata carta e penna da casa ed iniziò a scrivere la lettera che avrebbe consegnato alla proprietaria dell'istituto insieme alla neonata. Quando fu il momento, Angela portò Mary all'orfanotrofio. Era una notte gelida in cui nevicava pesantemente ed Angela era felice di consegnare la sua bambina nelle mani giuste ma allo stesso tempo era addolorata perché non l'avrebbe mai più rivista. Portato a termine il dolorosissimo compito, si recò alla polizia. Sapeva che la stavano cercando, la scomparsa era stata denunciata dai suoi genitori. La donna spiegò la situazione agli agenti così che interrompessero le ricerche. Chiese anche di comunicare ai suoi familiari che di lei non c'erano più tracce, né piste da seguire. Pochi giorni dopo, in quel freddissimo dicembre, Angela morì.

Periferia di Londra, 1895.
Erano già passati cinque anni da quando George aveva strappato Oliver alla madre e si era ritirato in campagna. Vivevano insieme in una fattoria. Quando il neonato era in fasce, George aveva pensato parecchie volte di lasciarlo da qualche parte e fuggire solo ma non ce l'aveva mai fatta., così come non ce l'aveva fatta ad uccidere Angela e l'altra bambina. Sapeva che il nome concordato con la moglie nel caso il neonato fosse stato maschio era Oliver, perciò iniziò a chiamarlo così. Per i primi anni George, anzi Michael (così si faceva chiamare dal figlio e da tutti gli abitanti del paesino), si fece aiutare da alcune signore del posto ad accudire Oliver. L'uomo aveva intenzione di mettere a lavorare il figlio il prima possibile per guadagnare soldi, così, quando il bambino raggiunse l'età di quattro anni, iniziò a spiegargli come mungere le mucche, procurarsi la legna e nutrire i cavalli. Finalmente si sentiva libero dall'oppressione dei debiti che lo attanagliava in città ed era riuscito a costruirsi una nuova vita. Non era più violento e frustrato, anzi, accudiva il figlio con amore. Lì dove si trovava era certo che gli aguzzini che lo tormentavano non lo avrebbero trovato mai più. Ma si sbagliava. Un giorno gli fu recapitata una lettera da Londra: erano loro, avevano scoperto dove si erano rifugiati George e suo figlio. Nella lettera gli veniva dato un appuntamento in città per saldare i debiti e non era ammesso un rifiuto, altrimenti lui e suo figlio avrebbero pagato con la vita. George inizialmente pensò di fuggire nuovamente ma, contando i soldi racimolati in quegli anni, si era accorto che erano più di quanto pensasse. Non erano tutti i soldi che doveva ma sperava di poter ottenere uno sconto o del tempo in più. Decise così di tornare a Londra con Oliver per saldare il suo debito e trovarsi una nuova abitazione, ormai gli aguzzini sapevano dove viveva in campagna, non era più sicuro stare lì. Prima dell'appuntamento, George controllò nuovamente sulla lettera il luogo dell'incontro poi, una volta arrivato nelle vicinanze, lasciò il bambino su una panchina promettendogli che sarebbe tornato al più presto, o meglio, questo era ciò che George si augurava. L'uomo strinse nella tasca della giacca il pugnale che avrebbe sfoderato nel caso si fosse messa male per lui ed andò all'incontro. Gli aguzzini lo aspettavano in un vicolo cieco, erano in tre. George gli consegnò il denaro ma gli uomini si accorsero subito che non era la cifra pattuita. Lui tentò di negoziare, promettendo che avrebbe saldato il debito il prima possibile ma i tre uomini non gli credettero. A quel punto George sfoderò il pugnale e lo affondò nell'petto di uno di loro tre. L'uomo colpito morì sul colpo ma gli altre due non intendevano certo fare la stessa fine. Nella colluttazione con i due uomini rimasti il pugnale colpì George, che cadde ed esalò l'ultimo respiro. I due cadaveri vennero bruciati di lì a poco dai due aguzzini, che si portarono via il denaro. Il padre non venne mai a riprenderlo, così Oliver rimase sulla panchina ad aspettare al freddo per ore finché incontrò un ragazzino che lo accompagnò in un edificio abbandonato. Fu così che entrò a far parte della Banda dei Randagi.

Entrambe le storie non vennero mai scoperte dall'agente Moore e dai suoi collegi. Tra i tanti morti di freddo nel 1890, il decesso di una giovane donna malata non fece affatto scalpore. I cadaveri carbonizzati nel vicolo cieco, invece, non vennero mai identificati. Nessuno seppe della morte di Angela e George Brown, i giornali non scrissero mai i loro nomi sulle testate, erano come granelli di sabbia nell'immensità del deserto, nessuno si accorse che erano stati portati via dal vento.

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