A causa del contrattempo le indagini sulla madre di Mary si fermarono per oltre una settimana, nella quale le ragazze si presero cura di Scott. Ogni tanto Oliver lo andava a trovare e gli teneva compagnia mentre Becca pensava a dargli le medicine e a misurargli la febbre.
A Scott non sembrava vero di stare al caldo, in un letto comodo per tutto il giorno e di giocare spensieratamente con i bambini della sua età, perciò quando arrivò il momento di andarsene per tornare alla Base fece una montagna di capricci e si fece promettere da Oliver che sarebbero andati a vivere lì al più presto. Anita e Edwin rimasero talmente colpiti dalla dedizione di Becca e Mary che per una settimana rinunciarono a beffarsi di loro e le aiutavano se avevano bisogno. Una volta che gli fu spiegata la situazione, anche Will diede una mano e fece pure amicizia con Scott, a cui insegnò subito a giocare a pallone; Will si sentiva un po' più teso, invece, quando si trovava davanti a Oliver, forse perché Mary e Becca gli erano molto affezionate o forse perché aveva notato qualcosa di strano in Marybell quando gli stava vicino, così un giorno decise di sedersi in giardino con lei e parlarle.
-Ehi, ce la state mettendo tutta vedo- iniziò lui.
-Già, c'è stato un bel po' di trambusto questa settimana-
-Tu e Becca tenete proprio tanto a quei senzatetto, vero?- domandò il ragazzo.
-Loro non hanno nessuno, non possiamo abbandonarli-
-Certo che no. Però toglimi una curiosità...- Will avrebbe voluto davvero chiedere a Mary cosa provasse per Oliver però si trattenne e cambiò argomento per non farla innervosire.
-...come mai tu, Becca, James e Mag uscite così spesso tutti insieme?-
-Ecco noi... E va bene, te lo dico: stiamo cercando mia madre-
-Tua madre?- il ragazzo sembrava molto sorpreso
-Mi ha lasciato una lettera in cui parla di sé e dell'orfanotrofio, così James si è offerto di indagare sul suo conto e di scoprire la sua identità; non mi aspetto di trovarla in carne ed ossa, sia chiaro, ma voglio almeno sapere da dove vengo e chi sono- spiegò lei.
-Mary ma è una cosa fantastica! Per noi orfani, scoprire le nostre origini è praticamente impossibile... ma tu hai la possibilità di farlo! È bellissimo- William sembrava molto entusiasta.
-Will non pensavo che ti facesse così piacere... con tutti i litigi e gli scontri che abbiamo avuto qualche tempo fa non avevo proprio pensato di confidarti quello che stavo facendo, però ora sono davvero felice di avertelo detto, grazie mille- Mary era piacevolmente sorpresa dalla reazione dell'amico.
-Tranquilla, di me puoi fidarti. Puoi dirmi qualsiasi cosa ti passa per la testa- Will ritornò al suo solito tono da finto sciupafemmine.
-Sì, certo, e un secondo dopo lo sa tutto l'orfanotrofio!- era risaputo, infatti che Will fosse un gran chiacchierone.
-Guarda che li so mantenere i segreti!- lui, però, tento di difendersi ugualmente.
-Sì, come no!-
-Ti giuro che non dirò niente, è la tua vita privata, io non c'entro... o meglio, non ancora- il ragazzo dai capelli corvini ammiccò.
-Will!- Mary lo colpì al braccio spiritosamente.
-Lo sai che scherzo! Comunque l'offerta bacio è ancora disponibile, se non ti sbrighi andrà ad un'altra acquirente!-
-So io chi vorrebbe acquistare il suo prodotto, signorino. Una certa Anita, mi dicono- entrambi recitavano la parte del venditore e del cliente.
-Mi accorgo spesso di come mi guarda, quella! Se non fosse così acida potrei anche pensarci- Will uscì dalla sua parte.
-Al signorino piacciono le ragazzacce, vedo- Mary lo punzecchiò.
-Ma scherzi! Preferisco gli angioletti, io- concluse lui schioccando un bacio sulla testa di ricci biondi di Mary ed andandosene subito dopo. Lui la chiamava 'la tecnica della guerra lampo': si colpisce il 'nemico' molto velocemente senza dargli la possibilità di reagire poi bisogna filarsela lasciandolo confuso nella sua posizione, in attesa del prossimo attacco (che non avrebbe tardato ad arrivare).
Appena Scott si rimise in sesto le indagini sulla madre di Mary continuarono. Il solito gruppo di ricerca si recò a casa Dawson di primo pomeriggio. Questa volta, però, Mary e Becca aspettarono fuori dall'abitazione. Mary non voleva più ascoltare racconti di donne che si rivelavano inutili ed aveva una gran paura di prendere un granchio un'altra volta, così si fece promettere che, non appena usciti dalla casa, James e Mag gli avrebbero fatto un cenno positivo o negativo nel caso Angela fosse o non fosse stata sua madre; la ragazzina pensava che in questo modo avrebbe potuto alleviare la frustrazione del fallimento. Deciso ciò, James e Mag bussarono alla porta dell'abitazione ed un uomo sulla quarantina venne ad aprirgli la porta. La scena si ripeteva: James mostrava il distintivo, spiegava perché era lì e i due venivano fatti accomodare in salotto.
-Lei è Samuel Dawson, signore?- domandò James. L'uomo annuì.
-Ma, non dovrebbe essere la casa dei suoi genitori questa?-
-L'hanno donata a me e a mia moglie quando ci siamo sposati, loro non ci sono più ormai- spiegò lui.
-Mi spiace...ma, in ogni caso, dobbiamo farle delle domande. Per prima cosa potrebbe raccontarci qualcosa sul conto di sua sorella adottiva Angela? Oppure, se è possibile, vorremmo scambiare due chiacchiere con lei-
-Mi spiace, temo sia impossibile- l'uomo si fece cupo.
-Che intende dire?- chiese Mag preoccupata.
-Vede, mia sorella è scomparsa da tempo ormai-
-Ci racconti, per favore- James aveva mantenuto ancora una volta la sua serietà professionale.
-Saranno passati 15 anni ormai, però cercherò di raccontarvi tutto nel modo più chiaro possibile. Allora... Era il 1978 quando mia sorella sposò un uomo di nome George Brown, i due andavano d'accordo, lui era molto premuroso e gentile con lei...O almeno fino a prima del matrimonio. Dopo che si furono sposati lui iniziò ad avere problemi di alcool e debiti e così cominciò a scaricare la sua frustrazione sulla povera Angela. Lei diceva sempre che non le faceva male, che non era niente, ma i lividi sulla sua pelle parlavano chiaro. La implorai più volte di denunciarlo ma lei aveva paura di farlo, molta paura. Circa un anno più tardi rimase incinta e le violenze diminuirono... ma nove mesi dopo, nel periodo in cui avrebbe dovuto partorire, Angela sparì-
-Sarebbe possibile parlare con quest'uomo?- l'agente continuava a prendere appunti sul suo taccuino.
-Ha lasciato la casa in cui vivevano subito dopo e sembra essersi allontanato dalla città-
-Capisco, e... sapete per caso se Angela portasse in grembo un maschio o una femmina?-
-Come vi ho detto, l'ultima volta che l'abbiamo vista non aveva ancora partorito quindi non lo sappiamo-
-In ogni caso mi può confermare che da coniugata le iniziali di sua moglie erano A.B.?-
-Certamente: Angela Brown-
-Potrebbe darmi l'indirizzo della vecchia casa di sua sorella?- James gli allungò il taccuino e la penna.
-Sì, e... agente, se scoprite qualcosa per favore fatecelo sapere! Le indagini della polizia di 15 anni fa sono state praticamente inesistenti, se il caso è stato riaperto non può farmi altro che piacere- disse Samuel mentre scriveva sul foglietto.
-A questo proposito... Potrebbe descrivermi le fattezze di sua sorella?-
-Ovviamente, essendo stato adottato, io e mia sorella siamo molto diversi, lei aveva stupendi occhi celesti e lunghi capelli biondi, era davvero una bellissima donna- rispose l'uomo asciugandosi gli occhi lucidi
-Può bastare, grazie infinite- Mag provò pena per quell'uomo e decise di terminare il triste racconto.
-Grazie a voi- Samuel li accompagnò alla porta e si raccomandò di farsi vivi se ci fossero state novità. I due lo promisero e si richiusero la porta alle spalle. Subito si trovarono davanti gli occhi sbarrati di Mary e Becca che aspettavano notizie. James si schiarì la voce:
-L'abbiamo trovata-
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Shards -i cocci dell'anima-
General FictionLondra, 1890. Una notte, durante una tempesta di neve, una donna misteriosa porta una bambina in fasce in un piccolo orfanotroio insieme ad una lettera e poi scompare. Quella stessa bambina, 15 anni più tardi, viene a conoscenza dell'esistenza della...