Cap.13 - Situazione d'emergenza

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Qualche giorno dopo il tempo era tornato sereno perciò James venne a prendere Mag, Becca e Mary all'orfanotrofio per portarle a casa Dawson. Marybell era molto agitata, sapeva perfettamente che se Angela, l'ultima donna della lista, non si fosse rivelata sua madre sarebbe stato un bel problema, infatti non avevano altre piste su cui indagare o persone a cui chiedere... non poteva far altro che riporre la sua fiducia in lei.

Erano sull'uscio della porta quando videro Oliver correre a perdifiato verso l'orfanotrofio; non era solo, stava portano il piccolo Scott in spalla. Le ragazze lo salutarono allegramente con la mano ma, appena si avvicinò a loro, scoprirono che la sua non era affatto una visita di piacere.

Tutto trafelato fece scendere Scott e lo consegnò a Mag, il bambino aveva gli occhi chiusi la faccia molto rossa.

-Sta male! Scotta tantissimo e non respira bene, io non so che fare!- disse mentre riprendeva fiato.

-Vado a chiamare un medico!- James si precipitò fuori dal cancello mentre Mag e le ragazze tornarono in casa. Salirono le scale di corsa ed adagiarono il piccolino su un letto per metterlo poi sotto le coperte. Aveva il viso paonazzo e respirava a fatica. Intanto la stanza si era riempita di bambini e di ragazzini che avevano sentito il trambusto ed erano corsi a vedere. Anche Anita ed Edwin erano lì.

Becca ordinò a loro due di portarle uno straccio bagnato d'acqua fredda e loro avevano stranamente obbedito senza fare troppe storie. Rebecca era senza dubbio una ragazza allegra e spiritosa ma non era affatto stupida. Anzi, aveva letto libri e libri di medicina e si era appassionata talmente tanto a questa materia che coltivava in segreto il sogno di diventare un'infermiera o addirittura un medico; quindi, in questa situazione, la sua passione si era rivelata molto utile.

Muriel aveva misurato la febbre a Scott ed era risultata a 40. Oliver aveva gli occhi lucidi e si sentiva tremendamente in colpa.

-Sono stato un idiota! Ho sottovalutato la situazione, voi me lo avevate detto!- singhiozzava mentre stava seduto di fianco al letto con la testa tra le mani.

-È vero, avevamo ragione noi, avresti dovuto farlo curare, però adesso calmati! Vedrai che si sistemerà tutto- Mag cercava di confortarlo.

-Come ho potuto pensare che potesse guarire solo con un po' di sonno e una coperta, come ho potuto?- il ragazzo non riusciva a calmarsi.

-Smettila! Piangere non lo aiuterà a guarire- Rebecca si era fatta molto severa.

Improvvisamente Mary, che aveva taciuto per tutto il tempo, si avvicinò a Oliver, si abbassò e lo strinse in un abbraccio. Lui rimase sbigottito e smise di piangere.

-Andrà tutto bene, è solo influenza. Ora arriva il dottore che gli dà le medicine, stai tranquillo- Mary gli parlava all'orecchio con voce calma e rilassante, in modo da farlo calmare.

Il ragazzino fece altri due singhiozzi e poi smise di piangere, si rialzò liberandosi dall'abbraccio di Marybell, si asciugò gli occhi e la ringraziò. Lei si accorse che tutti i presenti l'avevano vista avvinghiata al ragazzo e cercò di dissimulare.

-N-niente, n-non c-c'è di che- sorrise sforzatamente. Menomale che Will era fuori, altrimenti le avrebbe fatto un bel po' di domande.

Subito dopo la porta si spalancò ed entrò James seguito da un dottore con la sua valigetta in mano.

Fece uscire tutti dalla stanza tranne Mag, Muriel e Becca, che avevano insistito per rimanere.

Mary e Oliver aspettarono fuori dalla porta, ogni tanto si scambiavano qualche parola di conforto ma erano entrambi evidentemente imbarazzati.

-Non avrei mai immaginato che mi sarei fatto vedere da voi in quello stato- ammise lui.

-Non devi vergognartene, si vede come tieni a Scott- Mary parlò con voce molto dolce e sincera.

-Lui per me è come un fratello, non potrei mai perdonarmelo se si facesse del male per colpa mia -

-Già, capisco. Ma sono sicura che si rimetterà presto-

-Comunque grazie, a te, a Rebecca, a tutti voi dell'orfanotrofio che lo avete aiutato senza pensarci due volte- Oliver chinò il capo.

-Figurati, siete sempre i benvenuti qui-

Appena Mary terminò la frase il dottore e Muriel uscirono dalla stanza. I due ragazzi li guardarono per chiedere notizie.

-Il bambino non è più in pericolo, gli ho somministrato le medicine e ora sta meglio. La febbre scenderà tra un po', voi tenetelo al caldo per almeno una settimana- rispose il medico scendendo i gradini.

Oliver si precipitò in camera per vedere Scott: non era più così rosso, aveva una pezza sulla fronte e dormiva profondamente. Il ragazzo gli accarezzò la montagna di ricci scarlatti e tirò un sospiro di sollievo poi ringraziò nuovamente Mag e Becca, che si scusarono per essere state troppo severe con lui poco prima.

Oliver decise di tornare alla Base solo verso sera e comunicò a Thomas, il capo più 'anziano', che aveva portato Scott a farsi curare e che sarebbe tornato tra una settimana. Il ragazzo non fece una piega, poiché era impegnato in faccende molto più importanti, ma si raccomandò di fare la guardia il più possibile alla Base; nel suo tono di voce, però, era implicata la concessione di andare a trovare il piccolo Scott durante la sua convalescenza. Thomas, infatti, non era un ragazzo arrogante né tantomeno insensibile; era il capo della Banda, questo era vero, ma riusciva a farsi rispettare senza imporre un regime di terrore. Aveva quasi vent'anni e una passione sfrenata per le ragazze, con cui usciva quasi tutte le sere, inoltre era piuttosto alto e portava i lunghi capelli castani raccolti in un codino, a volte si metteva persino degli occhiali per fingere di appartenere ad un rango sociale più elevato.

Richard invece, il vice-capo, aveva qualche anno in meno di Thomas ma era molto crudele e violento: molti ragazzini in città lo chiamavano 'Il Figlio del Diavolo' sia per la sua natura rissosa che per i folti capelli ispidi e rossastri. Quel ragazzo teneva più alla Banda dei Randagi che a sé stesso poiché rappresentava il suo piccolo esercito ai suoi comandi: era davvero un tipo da non sottovalutare.

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