Il pomeriggio seguente James si ripresentò all'orfanotrofio per accompagnare Mary, Becca e Mag a casa dei genitori di Josh Benson, il primo della lista.
L'abitazione non era molto distante dall'orfanotrofio perciò decisero di andarci a piedi. Una volta arrivati davanti a quella piccola casetta, bussarono ed una signora anziana andò ad aprire loro la porta.
-Agente come posso aiutarla?- disse la vecchietta.
-Lei è la madre di Josh ed Amber Benson?-
-Sì, non mi dica che è successo qualcosa di..- la donna era parecchio allarmata.
-Signora stia tranquilla, non è successo niente. Sono solo venuto a farle qualche domanda per conto dell'orfanotrofio Madison's House-
Lei lo fece entrare ed accomodare su un divanetto insieme alle due ragazze.
-Magari la prossima volta prova un approccio un po' più delicato eh! Era terrorizzata!- bisbigliò Becca a James, che annuì.
-Prego agente, faccia pure tutte le domande che vuole- l'anziana si sedette di fronte a lui.
-Allora, innanzitutto vorrei scusarmi per averla fatta preoccupare, non era mia intenzione. Poi vorrei chiederle di raccontarci qualcosa su sua figlia Amber; se è sposata, ha figli, eccetera-
-Beh, tra i miei due figli lei è mia quella naturale mentre Josh è il bambino che abbiamo adottato-
-Posso chiederle come mai ha adottato un bambino anche se aveva già una figlia?-
-Vede, agente, dopo che ho avuto la prima figlia ho divorziato e mi sono risposata. Purtroppo il mio secondo marito non poteva avere figli così ci siamo rivolti all'orfanotrofio più vicino-
-Quindi Amber non fa 'Benson' di cognome?-
-No, porta quello del mio primo marito: Stevens-
Mary rimase un po' delusa, riponeva molte delle sue speranze in quella donna. Infatti Amber era l'unica della lista ad avere le inziali A.B., certo, se solo avesse Benson come cognome...
-E' coniugata?-
-Sì, si è sposata qualche tempo fa con Philip Palmer ed ha due splendidi figli: Katy e Noah-
-E' quanti anni hanno?-
-Diciotto e tredici anni, signore-
-Capisco. Non ha avuto altre gravidanze nel mentre?-
-No, signore-
-Va bene, possiamo vedere una foto?-
La signora si alzò e prese un quadretto contenente un'immagine in bianco e nero.
-Eccola- disse, e indicò una donna castana un po' in carne con in braccio una bambina piccola.
-E' una foto un po' vecchia, sarà di circa 15 anni fa. Se gliene serve una più recente la vado a prendere- continuò lei.
-No, grazie è perfetta!-
-Bene, direi che possiamo andare- James si alzò dal divano.
-Ma come, di già?- fece l'anziana.
-Sì, abbiamo finito- il gruppo si avvicinò alla porta.
-Posso almeno sapere se mia figlia è nei guai?- la signora li trattenne ancora per qualche secondo in casa.
-Assolutamente no, signora. È tutto a posto. Arrivederci- concluse l'agente richiudendosi la porta dietro di sé.
Appena uscirono da quella casa la delusione era palpabile. Amber non era la madre di Mary, era palese. I figli, l'aspetto fisico... Niente rimandava alla donna misteriosa.
-Mi dispiace Mary, non era lei- la abbracciò Rebecca.
-Non fa niente, abbiamo ancora due tentativi- sorrise la ragazzina, un po' malinconica.
-Già, non preoccuparti tesoro- aggiunse Mag. Poi si allontanò un attimo con James e gli disse:
-Non pensavo che avessi preso così a cuore la faccenda, sei stato davvero molto professionale--Grazie, sono lusingato- James da poliziotto tutto d'un pezzo si ritrasformò subito nel ragazzo tenero ed infantile che era al di fuori del lavoro.
-Senti, che ne dici se una di queste sere passo a prenderti e ceniamo insieme?- finalmente ebbe il coraggio di invitarla ad uscire.
-Volentieri!- rispose Mag che gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Allora è vero che siete fidanzati!- esclamò Rebecca.
-BECCA!- la rimproverò Mag, e tutti scoppiarono a ridere.
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-Quindi vi arrangiate da sole?- domandò Mag.
-Sì, facciamo una commissione per la zia Muriel e torniamo subito, voi precedeteci!- li salutò Rebecca.
-Non perdetevi ancora!- gridò loro Magdalene mentre si allontanava insieme a James.
Mary agitò la mano per salutarli poi, insieme a Becca, si diresse verso la bottega della sarta amica di Muriel che le rammendava i vestiti a poco prezzo.
Si stava facendo ormai buio, così, dopo aver ritirato i capi d'abbigliamento ricuciti ed essere passate dal panettiere, Mary e Becca decisero di ritornare all'orfanotrofio quando scorsero Will dall'altra parte della strada. Era insieme al suo nuovo gruppetto di amici e stava fumando.
-WILL?- esclamò Becca incredula. Lui si girò e buttò a terra la sigaretta.
-Ch-che cosa ci fate qui?-
-Che cosa ci fai TU qui! Tutto intento a fumare con quell'aria da figo-
Mary restava in silenzio.
-Ma non importa, quando siamo a casa vedi...- Becca e Mary corsero via.
-Merda!- Will gli corse dietro.
-Aspettate!- ma le ragazze non si fermavano. William prese Mary per un braccio e riuscì a bloccarla.
-Non vorrete mica dirlo a Mag e Muriel vero?-
-Certo che sì- esclamò Becca.
-No vi prego non fatelo, siamo amici dopotutto- le supplicò lui.
Mary non ci vide più dalla rabbia.
-Ah sì? Amici? Anche se ci hai detto che ormai non ti serviamo più? Anche se ormai hai trovato una compagnia migliore di noi? Anche se per tutto questo tempo non ci hai rivolto la parola? È già da un bel po' che ci nascondi con chi esci e che cosa fai! Will non ti riconosco più! È iniziato tutto quando hai trovato questi nuovi 'amici' con cui stai fuori dalla mattina alla sera e con cui ti atteggi a uomo, che si fuma le sue belle sigarette e che corre dietro alle ragazze. E hai anche il coraggio di chiederci di stare zitte?-
-I-Io...- Will tentò di giustificarsi.
-E taci, per favore, che ci fai più bella figura- concluse Mary.
La dolce ragazzina aveva detto tutto quello che pensava da qualche mese a questa parte, con una voce che non sembrava neanche provenire da lei. Anche Becca era rimasta incredula, non aveva mai sentito urlare così la sua migliore amica.
Le due ragazze si allontanarono e Will non cercò più di seguirle. Una volta arrivate all'orfanotrofio lasciarono le borse a Muriel e non proferirono parola. Mary si chiuse in camera sua e Becca andò a parlare con Mag.
Un quarto d'ora dopo anche Will fece ritorno a casa e pretese di parlare con Marybell. Bussò più volte alla sua porta ma lei non rispondeva né lo faceva entrare. Nessuno dei due cenò, lui rimase per tutta la sera seduto davanti alla sua porta ad aspettare mentre lei era dentro la camera, a piangere. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
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Shards -i cocci dell'anima-
General FictionLondra, 1890. Una notte, durante una tempesta di neve, una donna misteriosa porta una bambina in fasce in un piccolo orfanotroio insieme ad una lettera e poi scompare. Quella stessa bambina, 15 anni più tardi, viene a conoscenza dell'esistenza della...