La sera arrivò prima del previsto e Mary si trovò faccia a faccia con Oliver sull'uscio della porta dell'orfanotrofio. Lui era così felice di vedere che stava bene che quasi non le saltò al collo ma lei, un po' a disagio, mantenne le distanze.
-Allora di che volevi parlarmi?- chiese il ragazzino.
-È una questione un po' delicata, vieni con me- Mary lo condusse in cima alle scale e lo fece entrare in camera sua in modo da parlare indisturbati e si richiuse la porta alle spalle. Prima di iniziare il discorso, si strinse la lettera di sua madre al petto, poi cominciò:
-Oliver, ieri ti ho raccontato la storia di mia madre, non è vero?-
Lui annuì, un po' preoccupato dalla insolita serietà di Mary.
-Ci sono delle novità?- chiese. Mary gli fece segno con la mano di sedersi sul letto al suo fianco, poi si schiarì la voce ed iniziò a raccontare:
-Parlando con una conoscenza di mia madre ho scoperto che se n'è andata di casa perché era stufa del comportamento di suo marito ed ha partorito a casa di questa signora con cui ho parlato. Il marito, ovvero mio padre, l'ha scoperta e l'ha lasciata da sola con la figlia appena nata, ovvero io, e l'ha portata in questo orfanotrofio-fece un respiro profondo -Ma la vera novità è che... è che...- quasi non riusciva a dirlo -Io non ero l'unica figlia di Angela Brown... io avevo un fratello gemello, che è nato in quella casa insieme a me-
Oliver non capiva cosa centrasse lui in tutto questo ma la ragazza continuava.
-Mio padre se l'è portato via ed è andato a vivere...in c-campagna. Il suo nome era... Oliver-
Il ragazzino sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
-Non può essere- esclamò.
-Guarda, questa è la lettera di cui ti ho parlato- Mary gli porse la lettera di sua madre e gliela fece leggere.
-In effetti sembra proprio che tua madre stia parlando di due persone, ma come puoi essere sicura che si tratti proprio di me?- chiese il ragazzino.
Allora Mary lo portò davanti ad uno specchio e lo fece girare di schiena, gli mostrò la sua voglia sulla nuca poi lei stessa si girò e chiese ad Oliver di sollevarle i capelli. Quando il ragazzino vide un segno identico al suo sul collo di Mary si iniziò a convincere che quella di fronte a lui fosse proprio sua sorella gemella.
-Non riesco a crederci...- disse sconvolto -E io che mi sono....che mi sono innamor- Mary gli appoggiò un dito davanti alla bocca.
-Non dirlo, ti farà solo più male. Anche io mi ero...insomma tu mi piacevi così tanto!- questa volta era Mary che si era lasciata andare ed aveva abbracciato Oliver singhiozzando. Rimasero abbracciati per un po'.
-Mi dispiace aver rovinato così la tua prima cotta, sono stata davvero crudele, però sentivo che dovevo farlo, prima che il nostro legame... insomma, diventasse troppo forte- gli spiegò Mary.
-Non ti biasimo, hai fatto quello che dovevi fare...Ora ci vorrà solo un po' di tempo per abituarci a tutto questo- Oliver sembrava aver capito le motivazioni della sorella.
Mary guardò il ragazzino negli occhi e gli poggiò lentamente le mani sul viso. Dopo qualche secondo Mary lo lasciò andare e si asciugò definitivamente le lacrime. Rimasero in silenzio per qualche secondo poi Mary esclamò felicemente:
-D'ora in poi saremo soltanto i fratelli Brown. Niente di più, niente di meno-
Oliver annuì e fece la sua promessa incrociando il mignolo con quello della sorella. Poi esclamarono all'unisono: -Giuro!- e si lasciarono le dita.
-Allora...piacere di conoscerti sorellina- si presentò Oliver imbarazzato.
-Piacere mio!- gli sorrise Mary.
I due si guardarono insieme allo specchio e videro davvero per la prima volta i loro tratti somatici così simili, il volto fanciullesco, i capelli color miele, i grandi occhi celesti...
-Perché non ce ne siamo accorti prima...Che scemi- fece Mary.
Entrambi si misero a ridere, poi uscirono dalla stanza. Oliver decise che sarebbe venuto a vivere all'orfanotrofio quello stesso giorno e che avrebbe portato Scott con sé.
-Prendo Scott e torno, se non mi vedi arrivare entro un'ora inizia a preoccuparti- disse sull'uscio dell'orfanotrofio.
-Stai attento a Richard- si raccomandò la sorella.
Mary aspettò in salotto per trenta, quaranta, cinquanta minuti quando all'improvviso sentì bussare alla porta. Corse ad aprire e si trovò di fronte a James.
-Mary!- aveva il fiatone -La polizia ha scoperto il nascondiglio di quei teppisti prima del previsto! Si stanno recando là-
-Oh no! Se scoprono là Oliver e Scott è la fine! Li porteranno via e li accuseranno dei crimini commessi dalla Banda!-
-Che succede?- Rebecca li aveva sentiti parlare e li aveva raggiunti, seguita da Will.
-La polizia sta per fare irruzione alla Base, e Oliver non è ancora tornato!- spiegò velocemente l'amica.
Infilate le giacche, Mary, Becca e Will si diressero all'edificio abbandonato insieme all'agente James Moore. Dovevano salvare i ragazzi.
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Shards -i cocci dell'anima-
Fiction généraleLondra, 1890. Una notte, durante una tempesta di neve, una donna misteriosa porta una bambina in fasce in un piccolo orfanotroio insieme ad una lettera e poi scompare. Quella stessa bambina, 15 anni più tardi, viene a conoscenza dell'esistenza della...