Cap. 21 - Irruzione

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Una volta arrivati alla Base, James, Mary, Becca e Will trovarono un agente di polizia che spiegò loro che altri due agenti erano all'interno a prelevare i ragazzini per portarli alla centrale. James si propose di dare una mano ed entrò insieme ai tre ragazzini. Passarono velocemente dove Oliver e Scott erano soliti fare la guardia ed entrarono nell'edificio abbandonato. Il piano terra si presentava come un grande stanzone di cemento sporco e umido con cumoli di vestiti, materassi che fungevano da letti, giornali sul pavimento e qualche lampada ad olio qua e là.

-Non ci credo che quei due vivano in una topaia simile- esclamò Rebecca guardandosi attorno.

-Sembra che qui non ci sia nessuno- disse Will-Andiamo al piano di sopra-

Il gruppo salì gli scalini di cemento ed arrivò al primo piano. La stanza era praticamente identica a quella sottostante soltanto che lì vi erano i due agenti di polizia e una quindicina di ragazzini di varie età, da bambini di massimo 10 anni a ragazzi di 16 o 17.

I poliziotti notarono subito James e lo salutarono. Il primo, l'agente Harrison era di mezza età ed aveva il capelli brizzolati e lo sguardo severo mentre il secondo era molto più giovane, portava i capelli neri corti ed i suoi occhi erano molto vispi ma dolci. Si chiamava Miller.

I due stavano discutendo animatamente con i ragazzini, tra cui vi erano anche Oliver e Scott. In particolare, stavano alzando la voce contro un ragazzo dai capelli rossicci ovvero il vice-capo: Richard, soprannominato 'il Figlio del Diavolo'.

-Non potete portarci via di qua, è la nostra casa!- gridava lui.

-Ve ne troveremo una nuova state tranquilli! E sarà mille volte meglio di questa- fece l'agente Miller con voce rassicurante.

-Chi ha fatto la spia? Chi è stato?- continuò Richard rivolto ai ragazzini -Sei stato tu Oliver, vero? Sei l'unico qua dentro che voleva uscire dalla Banda!- lo accusò.

-Non sono stato io, lo giuro!- tentò di difendersi.

-Tutte balle- esclamò Richard e lo colpì con un pugno.

-Oliver!- gridò Mary ed il ragazzino si accorse della sua presenza.

-Ragazzi che ci fate qui?- domandò Oliver stupito.

-Siamo venute a salvarti, che domande!- esclamò Becca.

-Sorellone!- fece Scott allontanandosi dal gruppo per andare ad abbracciare Mary e Becca.

-Ehi Moore! Perché ti sei portato dietro quei marmocchi? Non saranno mica compagni di questi qua?- domandò Harrison con voce roca.

Intanto l'agente più giovane Miller teneva fermo Richard per evitare che colpisse Oliver un'altra volta.

-No stai tranquillo, sono con me- disse James. Intanto Richard si dimenava cercando di liberarsi dalla presa di Miller.

Harrison riprese il discorso, questa volta però si rivolse anche Thomas, il capo, che se ne stava infondo alla stanza a fumare una sigaretta a braccia conserte.

-Tu, ragazzino, insieme al tuo compare laggiù dovrete rispondere di crimini come furti, violazioni di proprietà privata e molto altro ancora!-

-E come proverete che abbiamo commesso questi crimini? Per quanto ne sapete potrebbero essere solo voci- esclamò Thomas senza scomporsi.

-Ah, si? Vogliamo vedere che quante refurtive troveremo dopo aver finito di ispezionare questo lurido posto?- continuò il Harrison sempre più alterato.

-Avanti, portalo fuori!- ordinò poi al suo giovane collega che teneva ancora Richard con le mani dietro la schiena.

-E vieni anche tu, bell'imbusto!- fece a Thomas che gettò la sigaretta e alzò le mani in segno di resa, avvicinandosi senza fare troppe storie. Sembrava che si fosse arreso, ma il suo sguardo diceva tutt'altro. Probabilmente aveva qualcosa in mente.

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