VERONA ONE LOVE.

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Gli mandai la posizione esatta. Ero in una via isolata dove raramente passava tanta gente. Ero in ansia.

Ad un tratto passò una macchina ma non era lui. Ero seduta su una panchina con lo sguardo fisso per terra.
Ad un certo punto sento urlare "Straniera!!" alzo lo sguardo preoccupata ed era Marco.
"Che stupido. Ho preso un colpo. Ciaooo." gli corsi incontro.
Era tutto coperto per bene cosí che nessuno potesse riconoscerlo, anche se era un bel ragazzo che a parer mio non passava inosservato.

Mi abbracciò e mi disse "che bello rivederti."
io arrosií "Anche per me."
Quel pomeriggio camminammo tanto ma c'era un problemino.
Io avrei dovuto prendere il treno e tornare a casa dai miei alle 20.00 ma non volevo mandarlo a casa, e non potevo portarlo a casa dai miei.
I miei avrebbero preso un colpo. Non avevo mai portato a casa un ragazzo e per di piú se mi presento con Marco Mengoni non posso immaginare le reazioni.

"Cos'hai ?" mi chiese lui un po' triste.
"Ah niente. Pensavo che ho detto ai miei che per le 21.00 tornavo. E non posso portarti a casa senno i miei fanno un infarto." gli dissi.
"Beh ma non preoccuparti. Torno a Milano."
" Ma sei matto. Almeno fino a domani rimani qua. " poi mi venne un idea "Seguimi." gli dissi.
Gli presi la mano e lo portai con me verso l'Arena di Verona.
" Dove stiamo andando? " mi chiese curioso.
Lo portai davanti a un condominio e chiamai il numero che trovai di fianco al campanello.

Marco mi guardò esterefatto, non sapeva cosa stessi facendo e come mai non gli avessi piú rivolto la parola negli ultimi 10 minuti.

Chiamai il numero sul campanello.
"Si,buonasera. Mi scuso tanto per l'ultimo minuto ma mi servirebbe una stanza per stanotte. Purtroppo a me e al mio ragazzo ci hanno cancellato il treno di ritorno e non sappiamo dove andare a dormire. Una mia amica mi ha parlato molto bene di questo posto e mi sono fatta dare il numero da lei. Mi scusi ancora." le dissi cercando di fingermi piú sincera possibile.
"Non si deve scusare affatto. Certo ho una stanza libera per stanotte. Se dice ci troviamo per le 19.00 davanti all'appartamento ok?"
"Certo,grazie mille e mi scusi ancora il disturbo. A dopo." e riagganciai il telefono.

Marco mi guardò senza battere ciglio e mi chiese "Ma che hai fatto?"
"Ti ho trovato una stanza per stanotte. Non è delle migliori ma l'importante è avere un letto no?"
"E tu starai con me giusto? Non voglio che entrino in stanza persone sconosciute."
Non sapevo cosa dirgli. "Ok ma adesso devo chiamare i miei e inventarmi un'altra scusa per stanotte."

Presi il telefono e chiamai a Casa. Rispose mamma. "Pronto ciao Mamma sono io. Ascolta Giulia mi ha chiesto se rimango qua anche stanotte siccome ci siamo perse a parlare e avremmo anche un po di fame. Cosí ci facevamo qualcosa senza avere l'ansia che devo andare a prendere il treno. Poi domani dopo lezione torno. Se non è un problema per voi."
"No ma figurati. Basta che non disturbi la tua amica. Ci vediamo domani e cerca di dormire. "
"Buonanotte,saluta tutti." le risposi.

Mia mamma era sempre cosí gentile e buona.
Ora il problema era un altro. Stavo per dormire nello stesso letto di Marco.

Arrivarono le 19.00. La proprietaria dello stabile era in orario. Ci raccontò che era un vecchio condominio lasciato da suo nonno e che lei e la sua famiglia decisero di adibirlo a Bed & Breakfast. Era vecchio ma carino.
La ringraziai. Le pagai la camera, anche se volle fare Marco e lei ci diede le chiavi.
Era carina come stanza. Piccola, aveva un letto matrimoniale, una tv, due comodini e un armadio.
Era davvero accogliente ma nonostante questo l'ansia iniziò a crescere. Lui si buttò sul letto "Mamma mia, ne avevo proprio bisogno. " poi mi guardò e mi disse "Se ci sono problemi o non vuoi dormire nello stesso letto, io dormo per terra." e poi sorridendo aggiunse "anche se, teoricamente, insieme abbiamo giá dormito. " .
"No ma infatti. Zero problemi. " risposi un po spaventata.
"Io direi di fare una cosa. Se ti va. " e aggiunse " So che Verona è bellissima. E so che di sera è ancora meglio. Ma questa sera è ancora nostra come cantava il buon vecchio Venditti. Scenderei e prenderei un kebab, che è proprio qui davanti. Lo mangerei qui in camera davanti la tv e poi chi lo sa la notte è lunga e un giro a Verona non c'è lo nega nessuno." mi disse propositivo.
"Ok ci sto. Mentre tu prendi il kebab io cerco di deciedere come dormire stanotte, anzi con cosa."
"Beh io opto o nuda o se proprio devi reggiseno e mutande ma non piú vestita." mi disse lui accennando uno sguardo perverso.
Poi sorrise e aggiunse "Prendi questa" mi tirò una sua maglia a maniche corte che aveva addosso ma che si era tolto per mettersi la camicia. " Dormi pure con questa, a me non serve."
Mentre Marco uscii a prendere il kebab, ero mega in crisi su ciò che stavo facendo. Mi misi la maglia di Marco. Mi arrivava a metá coscia ed era larghissima ma c'era il suo profumo sopra. Era qualcosa di unico.

Bussò qualcuno alla porta. "Chi è?" chiesi preoccupata. "Sono io, mi apri che sono pieno di roba."
Non aveva preso solo kebab ma anche tranci di pizza , arancini, panzerotti.
Spalancai gli occhi " Ma sei matto? Domani sarò grossa come il Gabibbo. " gli dissi.
"Ma va lá. Mangia che devi crescere." e dopo aver appoggiato il cibo sulla scrivania mi guardò e mi disse" sei bellissima" era un momento o di imbarazzo che lui ruppe con "Anche se io preferivo nuda." . Gli diedi un colpetto sulla spalla e iniziammo a mangiare.

Solo due satelliti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora