THE TRUTH.

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"No." disse lei.
"No cosa?" rispose lui esasperato.
"Non cè nessun bambino." disse guardando per terra "Ho inventato tutto non tanto perchè volessi avere te ma perche volevo avere un po di popolaritá. "
"La popolaritá è la fine di una persona. La popolaritá non ti permette piú di andare al supermercato e fare la spesa." disse Marco a Emma.

"Cos'è successo quella notte?" le domandai io
"Niente. Ero al bancone che mi ero ordinata un margarita e lui era ubriaco, però mi disse che ero troppo giovane per un cocktail. Ma io sfacciatamente gli dissi che non si è mai troppo giovani per qualcosa. A quel punto feci finta di star male e lui mi portò fuori dal locale in un posto tranquillo. Feci finta di riprendermi e iniziai a parlargli, io sapevo chi fosse lui ma ignoravo. Lui era molto ubriaco, e ne aprofittai. Gli misi una mano sui pantaloni e cercai di entrare. Lui si incazzò e mi disse che era fidanzato e di andare a fanculo." poi mi guardò e aggiunse " presumo che sia tu la fidanzata."
"Beh ti offendi se ti chiamano puttanella ma ti comporti in questo modo." disse Marco.
"Giocare con il fuoco prima o poi ci si scotta." le dissi io.
"Lo so, ma voi non sapete la mia vita e non dovete giudicare. Oggi ero venuta qui per farmi dare dei soldi ma ho capito che non meriti questo,sei un bravo ragazzo e nonostante quella sera mi hai mandato a fanculo mettendomi in ridicolo davanti agli altri non lo meriti. "
"Beh ti chiedo scusa se ho reagito in quel modo. Era una serata strana e non mi capita spesso di essere ubriaco."
"Però non rovinarti. Puoi essere una DONNA. Non un oggetto. Ognuno di noi ha i propri mostri dal passato che li perseguiranno sempre ma non farti ingoiare da questi, cerca di combatterli. Sei piú forte. "
"Si, non volevo psicoanalizzarti prima. Ma quel ragazzo è speciale per me. Non perchè è Marco Mengoni il cantante, ma perchè è Marco Mengoni il mio ragazzo, è speciale, dolce e un ragazzo d'oro. Ovvio anche lui ha i suoi difetti, ma l'importante è completarsi assieme. Se continui su questa strada non troverai nessuno che ti completi davvero, saranno usa e getta e arriverai un giorno che guardandoti indietro capirai di aver gettato via una vita intera. Non lo dico per esser stronza, lo dico perchè dietro quella corazza dura vedo una ragazza fragile."
E poi aggiunsi "Io ti potrei odiare, e ti ho odiata tanto credimi. Però bisogna essere forti e andare avanti."
"Grazie, e scusami se prima ti ho trattata male. "mi disse.
" Non ti preoccupare." le risposi.

Marco la accompagnò alla porta e la fece uscire.
Chiuse la porta e si girò verso di me e mi abbracciò. Non disse nulla ma in quell'abbraccio c'era tutto.
Feci un sospiro profondo.

"Ora so la veritá finalmente. So che ti amo follemente. So che ti stavo perdendo e so che ora questo incubo è finito." mi disse quasi in lacrime.
"Sai cosa mi ha fatto cambiare idea ieri?" gli dissi guardolo negli occhi.
"Quando al telefono mi hai detto addio. Per un attimo ho pensato a ciò che abbiamo passato assieme, a ciò che stavi passando da solo e pensai anche a me stessa. Si, e ho capito che non volevo dirti addio, non avrei sopportato il peso di non vederti piu,di non parlarti piú. Lo so che tu tieni a me perchè sento che è cosí. E mi sembrava assurda come situazione, avevo capito uno sbandamento ma un tradimento non lo accettavo. Lei era una ragazzina fragile. Ho capito la sua immaturitá,il suo tallone d'achille. "
"Grazie per avermi dato fiducia. Scusami per averti ferito, per averti fatto passare giorni infernali."
"Beh dai almeno ho conosciuto Giuliano." gli dissi sdrammatizzando.
"Sai lo vedo domani mattina. Dai rimani qui fino a domani cosí lo saluti anche tu."
"Ma non voglio disturbare una riunione tra uomini."
"Ma che runione! Dobbiamo parlare del brano che mi ha scritto. Quando e come passarlo in radio."
"Solo due satelliti?" gli chiesi curiosa.
"Si, bella no?"
"Mi piace un sacco." gli dissi.
"Va bene dai rimango fino domani, poi pero torno a casa, sennò i miei si preoccupano. Ah e grazie per Verona, per il messaggio. "
"L'abitudine." mi rispose sorridendo.
"Questa volta pero sapevano che venivo da te."

Preparammo il pranzo e poi ci buttammo sul divano dove entrambi ci addormentammo.
Intorno alle 15.00 squillò il telefono, era Marta.
"Ohi come va li?" mi chiese preoccupata.
"Tutto bene, abbiamo risolto. Poi ti spiego."
"Vi va una pizza insieme stasera?" mi chiese anzi mi suppliccò.
Marco fece cenno di si.
"Si dai,Marco mi dice di andare al solito posto."
"Ok perfetto,prenotiamo noi. Ci vediamo lá alle 20.00."
"Perfetto a dopo "

Solo due satelliti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora