18. Tesi

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La sveglia suonò, quella mattina dovevo sbrigarmi e non come in quella precedente che a momenti stavo per perdere il bus.
Quando spensi la sveglia notai che avevo delle notifiche su whatsapp.
Mi girai con tutto il corpo in modo da riuscir a tenere il cellulare pur restando nel letto; con la pancia appoggiata al materasso e i gomiti che mi sorreggevano la schiena.
Aprii subito i contatti di Sofia e Hardin che avevano scritto messaggi praticamente simili, dove mi chiedevano se ero arrabbiata e cose simili. Non risposi, visualizzai semplicemente.
Poi aprii il contatto sconosciuto e lessi il messaggio che mi aveva scritto.
Da sconosciuto: ti devo dire un po di cosette...
Per iniziare il biglietto che hai trovato sul tuo banco era mio. Volevo essere sicura/o che mi rispondessi qui su whatsapp.
Seconda cosa prima che tu mi chieda chi sono sappi che non te lo dirò... o almeno per il momento.
Terza cosa ti dico semplicemente che siamo nella stessa scuola... c'è non pensare che sono una/o stalker o cose varie😂》
Da me: anche io ti dovrei dire un po di cosuccie.
Prima cosa ,avevo capito che eri la stessa persona del messaggio e del bigliettino.
Seconda cosa, io non ti ho chiesto chi sei e nemmeno mi importa molto, in tutta sincerità.😂
Terza cosa, che tu sia nella mia stessa scuola non mi fa né caldo né freddo.
Solo una cosa mi frega, chi ti ha dato il mio numero?》
Messaggio inviato. Mi alzai dal letto, scesi le scale e andai a fare colazione.
Ero tutta addolorante per la sera prima... per mio papà.
Mi facevano male le spalle per i continui strattoni, la gamba e tutto il collo.
Inoltre avevo la guancia destra gonfia e la mia mano sinistra aveva un paio di dita violacee.
Quindi quando finii di mangiare andai al bagno, mi lavai la faccia, i denti e mi pettinai i capelli.
Mi vestii con l'abbigliamento che avevo scelto la sera prima e poi mi truccai, facendo molto attenzione a nascondere la botta viola nella guancia con tanti strati di fondotinta.

Uscii di casa e con molta calma mi diressi verso la fermata dell'autobus, qualcuno pronunciò il mio nome, urlandolo.
Mi girai e mi trovai di fronte a Cameron, che come me doveva prendere il bus.
Allison mi aveva avvertita che quel posto in ultima fila era sempre occupato da Cameron e che quindi decisi di metterlo alla prova.

Non ci parlammo, ne guardammo per tutto il tragitto, io mi limitai ad ascoltare la musica, mentre lui si vedeva lontano kilimetri che si sentiva a disagio forse perché il giorno prima a scuola gli avevo fatto fare una figuraccia.

Arrivati alla fermata salimmo sul bus.
Io ero davanti di lui, mi incamminai verso l'ultima fila, proprio dove si sedeva sempre lui, volevo vedere se aveva il coraggio di umiliarmi davanti a tutti.
Ero quasi arrivata, tutti mi fissavano, Allison che si trovava nella terzultima fila si sposto' vicino al finestrino per farmi posto, ma io tirai diritta, determinata a sedermi in quel fottutissimo posto.
Quindi mi tolsi lo zaino e mi sedetti, alzai lo sguardo e lo guardai dritto negli occhi, lui restò immobile.
In quel bus dominava un silenzio teso, tutti ci guardavano.

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