39. Veramente

653 41 1
                                    

Ma dove diavolo andava?

Per mancanza di tempo non mi cambiai anche se ero in condizioni pietose.
Aprii la finestra e velocemente scesi dall'albero rincorrendo silenziosamente Cameron che ormai stava girando l'angolo.

Non sapevo se rimanere in incognito o farmi vedere.
Ogni tanto lui si guardava intorno per controllare che nessuno lo seguisse ma c'era  buio e io riuscivo a nascondermi bene tra gli alberi e le case.

Dopo una camminata da 10 minuti Cameron di fermó davanti ad un night club.
Stetti dietro ad un albero a fissarlo.
Non potevo crederci... era così ingenuo da entrare dentro ad un posto del genere, si rovinava.

Passarono i minuti ma lui non entrava, stava all'entrata e fissava dalla piccola finestrella della porta ciò che succedeva all'interno del locale.

Quando la gente voleva entrare o uscire lui faceva finta di essere il bodyguard del club, ma che intenzioni aveva?
Non conoscevo quel lato di lui,  ma quanto era stupido! Alzarsi alle 4 di mattina solo per guardare delle stupide femmine ballare su un palo.
Ero stata veramente ingenua a seguirlo.

Uscii dal mio nascondiglio e mi avvicinai all'entrata del night club a testa bassa.

Cameron notando che una persona si stava avvicinando si ricompose alla sua solita posizione da guardia. Ma quando mi riconobbe..

"Emily? Ma che ci fai qua? Vai subito a casa!" Mi disse lui perdendomi per il braccio.

"Io? Cosa ci fai te qua?" Chiesi puntando i piedi al terreno e impedendo che lui mi trascinasse verso casa.

"Non sono affari tuoi. " mi disse con aria seria.

"Si che sono affari miei, io ti ho raccontato dei miei tagli e te mi nascondi questo?" Chiesi delusa e arrabbiata

"Mi hai seguito?"

"Ma nooo guarda" dissi ironica.

"Un altro giorno ti spiego ora vattene" mi disse continuando a guardarsi attorno.

"Cameron. Mi sono alzata solo per te adesso spiegami" dissi impuntandomi.

"Non dovevi"

"È preoccupante e curioso che un tuo vicino di casa se ne vada alle 4 della notte. Quindi." Spiegai con faccia comprensiva.
Pensai che se mi mostravo comprensiva probabilmente lui poteva essere più disposto a parlare.

"Vieni con me" mi disse prandendomi per mano e portandomi lontano da quel night club, in un posto tranquillo e isolato da tutto e da tutti.

Un posto del genere non lo avevo mai visto.
Restai basita, era talmente maestoso che io in confronto mi sentii uno schifo.

Anche se ero veramente senza parole per quello che stavo vedendo ero ancora concerta su Cameron e sul perché andava ogni domenica sera a quel Night club.

"Lì dentro lavora mio padre."mi disse senza giri di parole.
Ripensandoci non avevo mai visto suo papà.

"Ahh. Ma non devi vergognarti a dirlo. Capisco che sia un lavoro strano ma è OK." Ero rassicurata, almeno non andava là per bere, vedere ragazze e cose simili.

"Lui non sa che esisto." Mi disse spazzando via ogni certezza a cui mi ero legata.

"I miei genitori hanno vissuto per tanti anni insieme e hanno avuto Sierra, mia sorella.
Lui, mio papà non era molto felice di avere una figlia però almeno era abbastanza presente.
Quando poi, tempo dopo, ha saputo che mia mamma aspettava me l'ha cosretta ad abortire, lui però è sparito ugualmente. Per questo non sa che esisto... mia mamma non ha mai abortito.
Non essendo sposati mio padre non ha avuto l'obbligo di dare soldi a mia madre e così ha dovuto fare più di 3 lavori fino a poco tempo fa." Mi disse nervoso, continuandosi a toccare i capelli e facendo strani giochetti con le mani.

"E come hai fatto a scoprire che lavora la'...?" Chiesi

"Ho trovato delle vecchie carte in alcuni cassetti dove c'erano intestate delle sue cose di lavoro... beh e cercando ho scoperto un po.
È da più di 5 anni che vado a quel Night club per vederlo"

"E non ti ha mai visto?"

"Solo una volta, però ovviamente non mi ha riconosciuto" mi disse alzando le spalle. E restando poi in silenzio.

"Sai, adesso mia mamma è in Italia." Dissi cambiando discorso.

"Italia? Mi avevi detto che era via per lavoro. E che ogni giorno tornava tardi.."

"In realtà no. Mio papà ha svegliato una notte me e Lorenzo e siamo venuti ad abitare qua.
Ho scoperto recentemente che mia mamma stava tradendo mio padre ed è per questo che lui aveva deciso di andarsene con noi"

"Mi dispiace" mi disse cercando di confontarmi

"Mi dispiace per te" dissi

"Siamo dispiaciuti entrambi." Mi disse facendo un sorrisino.

"Beh... ti piace il posto?"  Mi chiese sedondosi a terra

"Troppo. Veramente troppo" dissi imitando ciò che aveva appena fatto.

"Ogni tanto vengo qua a pensare.
Mi piace l'idea di essere uno delle poche persone che conosce l'esistenza di questo posto.
Adoro sentirmi unico, perché dopotutto e te lo sai, non sono come gli altri.
Certo ho i miei difetti..."

"Capisco" dissi annuendo

"ti sei ricreduta da quello che mi avevi detto tanto tempo fa..?" Mi chiese guardando il cielo.

"Tutto risolto. Non preoccuparti Cameron, ognuno di noi ha quel momento di confusione." dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla.

Mi prese per mano.

La sua mano calda e quegli alberi che ci circondavano mi facevano sentire protetta.

"Sai non mi aspettavo che tu perdessi tempo a venire qua a pensare." Dissi stringendogli la mano.

"Emily penso in continuazione, sono una persona come te." Mi disse

"Penso spesso, penso a te" concluse

"Posso?" Mi chiese appoggiando l'altra sua mano sulla mia guancia.

Non risposi. E chiusi gli occhi.
Volevo veramente questo?

Secret Love ||MAGCON||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora