47. Difficilmente

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"Becca è stata ritrovata" i suoi occhi si fecero lucidi.

"Cosa stai dicendo?" mi chiese sgranando gli occhi.

"Becca è stata ritrovata" dissi ripetendo ciò che gli avevo detto prima.

"Non ci credo Emily è impossibile" mi disse abbassando lo sguardo.

"Guarda" dissi tirando fuori il cellulare e cercando la notizia su internet.
Continuò a guardare me e lo schermo ripetutamente.

Fece un leggero sorrisino, stava cominciando a realizzare che non era una cazzata quello che gli avevo detto.
Era agitato, non riusciva a stare fermo e a smettere di sorridere.

"Te mi hai dato una notizia che aspettavo da troppo, troppo, troppo tempo." mi disse agitato continuando a strofinarsi la faccia e a scompigliarsi i capelli.
"Io.. Io.." balbettò
"Io sono veramente felice" mi disse buttando a terra lo zaino.

Ero muta e immobile, mi limitavo a guadarlo.

"Ora... Devo andare. In che ospedale è?" Mi chiese iniziando a incamminarsi.

"Non so il nome.. È lo stesso dov'era Hayes" gli urlai

"Grazie,ti voglio bene. Ah e se ti chiedono a scuola di me... Sono ammalato" mi urlò prima i girare l'angolo.

"No, aspetta! Fermo!" dissi correndo velocemente.

"Cameron!" Urali a squarciagola.

"Cosa? Cosa c'è?" mi disse fermandosi e girandosi

"C'è solo una cosa che devi sapere... Becca ora è sotto droghe e pesanti farmaci, potrebbe essere che quando si risvegli non ricordi più nulla"

Mi guardò, non mi rispose, si rigirò e continuò a correre.

Sperai che non ci rimase troppo male, poverino era talmente felice...

Sapevo che non c'era motivo di essere triste, insomma era sta ritrovata una ragazza, data "dispersa" ormai da tempo... Però non riuscivo a star tranquilla.
'chissà cosa aveva dovuto subire, chissà quanto avrà sofferto, chissà...' pensai.
Quel fatto mi faceva ripensare al mio passato.... ad Hayes, al male.

Ritornai velocemente davanti a casa di Cameron, quello stupido aveva lasciato lo zaino là.
Portai il suo zaino in casa mia, non avevo voglia di portarlo fino a scuola.

Era tardi e decisi di prendere il bus successivo a quello che avevo perso.
Salii gli scalini dell'autobus e vidi che era vuoto, mi sedetti in fondo e aspettai di arrivare a scuola.
Ero in ritardo di un paio d'ore.

Una volta arrivata scesi e a passo spedito mi diressi verso il cancello della scuola.

Sentii sbattere una portiera ma non ci diedi molta importanza.
Sentii dei passi sempre più calcati avvicinarsi...

Qualcuno mi toccò la spalla come per invitarmi a girarmi.

"Cosa ci hai qua?" Chiesi respirando affannosamente guardando Hayes

"In che senso? C'è ormai è passato un po di tempo e la gamba sta benone... sono appena andato ad una visita e il medico mi ha detto che potevo riprendere la scuola" Mi disse alzando le spalle.

"Hayes, sarò diretta. Smettila. Smettila di cercare di essere mio amico, Smettila di cercare spiegazioni in giro, Smettila di guardarmi, Smettila di parlarmi, Smettila.
Non Ti Voglio Nella Mia Vita. Chiaro?" Dissi indietreggiando e cercando di scappare dall'Hayes arrabbiato che mi avrebbe urlato dietro a momenti.

A passo spedito mi diressi verso l'entrata della scuola. Diversamente da ciò che avevo pensato Hayes non ebbe nessuna strana reazione, restò la dove l'avevo lasciato, immobile.

[...]

La scuola era terminata e dopo aver preso il mio zaino uscii dalla classe.
In giardino, vicino al grande cancello intravidi Sammy, parlare con Hayes.

Sammy's POV

"Cosa c'è Hayes?" Chiesi fermandomi abbastanza irritato.

"Te sei tanto amico di Emily... dimmi cosa cavolo le ho fatto perché io non capisco" Mi disse con una faccia apparentemente innocua.

Che faccia da culo.
È fortunato che il giorno quando ho saputo cosa aveva fatto ad Emily non l'ho preso a pugni.
Giorno dopo giorno l'odio aumenta verso lui.

"Non venirmi a chiedere queste cose perché mi fai incazzare.
Non capisco come ho fatto ad essere tuo amico per così tanto tempo. Dovresti vergognati di quello che hai fatto! Sei fortunato che Emily nonostante si comporti strana nei tuoi confronti non ti abbia menato... o peggio denunciato." Dissi urlando

"Non capisco di cosa stai parlando. Sicuramente ti ha raccontato qualche cazzata perché io NON LE HO FATTO NULLA" Mi disse cercando di farmi paura.

"Taci, Taci cazzo! E smettila se non fosse per Emily ti butterei a terra in questo istante!" gli dissi

Arrivò di corsa Emily che a quanto pareva aveva visto tutto.
Mi prese per mano e mi tirò lontano da Hayes.

"Gli hai detto tutto vero?" Mi chiese guardano a terra.

"Ma figurati Emily! Mi stava solo facendo incazzare" Dissi alzandole la testa.

"Ti adoro ma ora vado se no perdo il pullman" Mi disse dandomi un bacio nella guancia.

Emily's POV

Tornata a casa mangiai velocemente e mi chiusi in camera per fare una valanga di compiti.

Arrivò presto sera.
Avevo la testa che esplodeva per la quantità di compiti che avevo fatto in un solo pomeriggio.

Era quasi ora di cena e Cameron suonò il campanello di casa mia.

"Sali, ho messo in camera mia il tuo zaino" gli dissi.

Salii gli scalini ed entrai in camera, Cameron mi seguii.
Chiuse la porta come per evitare che qualcuno ci sentisse.

Lo guardai non capendo. Aveva tutti gli occhi rossi..
Si vedeva lontano kilometri che aveva pianto tutto il giorno.

"Te non capisci come mi sento in questo momento.
Ho tenuto la mano a Becca tutta oggi sperando si svegliasse e mi baciasse, felice di rivedermi.
Ma nulla, nonostante tutte le preghiere lei non si è svegliata, mi sono sentito inutile.
Ho aspettato talmente tanto di rivederla... che quando sei arrivata te sei riuscita a farmela dimenticare e mi sono sentito finalmente felice.
Te sei riuscita a cambiare le cose e ti ringrazio, solo che adesso ho lei in testa. Al solo pensiero che non si possa ricordare tutte le nostre avventure, tutte le nostre serate, tutte le nostre sere passate a ridere... mi fa rabbrividire." Mi disse chiudendo gli occhi e lasciando cadere numerose lacrime.

"Dai Cameron non piangere, in queste circostante bisogna essere forti. Lo so, è difficile però sono qua per te." Dissi forse sembrando troppo fredda.

"Beh vado ora.." mi disse prendendo lo zaino aprendo la porta.

Era davvero giù di morale.

Il telefono mi squillo'.
Lo presi e trascinai il dito per rispondere alla chiamata, era un numero privato.

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