45.Aspettando

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"Sto aspettando solo quella giusta" disse guardandomi negli occhi e avvicinando la sua testa alla mia.

"Sammy è pronto il panzo" Urlò la mamma di Sammy dal piano di sotto. 

Ci ricomponemmo, imbarazzati.
Scendemmo dalle scale e arrivati in cucina salutami la mamma di Sammy.

"Salve Signora io torno a casa, grazie per l'ospitalità" dissi sembrando una brava ragazza che non combina casini e che ha una vita perfetta.

"Ma come non vuoi restare qua con noi a mangiare?" Mi chiese cordialmente

"No mi spiace... ora devo andare.  ciao Sammy a domani" dissi abbracciandolo velocemente.

Uscii di casa e fortunatamente, anche se con poco, Sammy mi aveva fatta tranquillizzare.
Come il resto degli altri giorni mio papà era al lavoro e quindi decisi di andare nel fast food in centro al paese; giusto per mangiare velocemente un panino.

Spinsi con forza la porta del locale e quando entrai vidi che seduto in un angolo c'era Dylan.
(Nella foto)
Avevamo parlato un paio di volte a scuola ed era simpatico; quindi decisi di andarlo a salutare.

"Ciao Dylan" dissi avvicinandomi al suo tavolo
"Emily! che bella sorpresa! Mi hai veramente salvato. 
Dovevo venire qua con un amico ma lui mi ha dato buca perché doveva fare una visita...
Se sei sola... puoi unirti a me" mi disse salutandomi con un bacio sulla guancia.

"Si, per tua fortuna sono sola." Dico sedendomi

"Scusa ma dove cavolo eri andata a finire questo mese? Cioè so di Cameron che era stato sospeso... ma te? dov'eri andata?" Mi chiese curioso

"Che tu ci creda o no...anche io sono stata sospesa, proprio come Cameron. 
In realtà siamo stati espulsi entrambi perché la cavolata la abbiamo fatta insieme" dissi

"Me l'aspettavo da Cameron... ma non da te signorina" mi disse scherzando

"Mi scusi Signore non lo farò più, lo premetto" dissi dandogli un pugnetto nella spalla.

"Te che prendi?" Mi chiese allungandomi il menù.

"A dir la verità non ho molta fame, prendo solo da bere per oggi." Dissi ripassandogli il listino.

"Io un bel panino" mi disse ridendo 

"Come vuoi" dissi ridendo

Mangiammo e scherzammo, fino a quando lui non cominciò a farmi una serie di domande a raffica.

"Quindi tra te e Cameron c'è qualcosa..?
Te e Sammy tanto uniti... forse perché tra di voi c'è stato qualcosa?...
Ma perché ti sei trasferita?"

E che palle.

"Dylan io capisco che ti affezioni subito alle persone, però queste sono cose mie.
Non fraintendere... cioè mi stai simpatico però ripeto sono cose mie."  Dissi alzandomi dal tavolo..

Non mi aspettavo potesse essere così appiccicoso quindi me ne andai stranita.
Di sicuro io e lui non potevamo essere più di semplici conoscenti...
Tanto carino quanto rompiballe.

[...]

Mancavano una decina di minuti per arrivare a casa e quindi decisi di prendere le cuffiette e il cellulare che avevo nello zaino ed ascoltare la musica.

Quanto mi piaceva ascoltare la musica, il tempo volava e io sognavo ad occhi aperti.

[...]

Arrivai a casa, mentre camminavo sopra al vialetto guardai per un instante la casa di Cameron, sperando che mi stesse osservando dalla sua finestra... ma niente, lui non c'era.

Andai in camera mia e mi affacciai alla finestra... giusto per controllare se avevo visto male.
Proprio quando realizzai che ormai lui non mi avrebbe più calcolata capii che i ruoli si erano invertiti... all'inizio lui mi cercava e io ero indifferente ma in quel momento era diventato il contrario.
Cosa dovevo fare? Chiedergli scusa? Ignorarlo? Farlo ragionare?

Una chiamata mi distrasse.

"Nash ti sta chiamando..."

Pronto dissi
Ciao Emily... Oggi dal pullman ho visto te e Cameron litigare pesantemente... Stai bene? Mi chiese preoccupato
Non capisco perché sin dall'inizio tu ti sia preoccupato per me, proprio non ti capisco. Comunque ora non voglio parlarne, ciao Dissi chiudendo bruscamente la chiamata

Ero delusa, arrabbiata e triste.  Delusa... di me stessa, per aver trattato di merda una persona, arrabbiata e triste per quello che Cameron aveva detto su di me.

[due mesi dopo]

Aspettai un paio di mesi, per farlo calmare e dargli i suoi spazi. Proprio come io avevo fatto con lui.
Finalmente un pomeriggio mi si presentò davanti a casa.
Non ci parlavamo da tanto tempo e quando aprii la porta... e me lo trovai davanti, mi sentii in imbarazzo.
Ci guardammo negli occhi.
Entrambi volevamo abbracciarci ma non sapevamo se era il momento adatto.
"Lo so ti devo delle scuse" dissi rompendo il ghiaccio.
"Ti ringrazio che mi hai dato i miei spazi e non hai fatto scenate dopo quello che ti avevo detto quel giorno" mi disse scompigliandosi i capelli.
"Entra" dico chiudendo la porta e sedendomi sul divano.
"Solo una cosa non riesco a mandar giu'. Mi fidavo di te, nonostante le litigate, ma dopo quello che mi hanno detto non so più cosa pensare." Dissi scuotendo la testa.
"Cosa ti hanno detto?" Mi chiese arrossendo. Aveva capito di cosa stavo parlando.
"Che sono una facile, che non valgo nulla, che in realtà essere mio amico non ti cambia nulla... Cameron non mentirmi, dimmi la verità. Lo hai detto veramente?" Chiesi delusa.
"Mentirti e prenderti per il culo é l'ultima cosa che voglio. Quindi si, é la verità. Ma l'ho detto tanto tempo fa quando non ti conoscevo ancora bene quanto adesso. Non sai quanto mi dispiace. Mi sei mancata" mi disse come se nulla fosse.

Non parlai, stetti zitta.
Quando Nash me lo aveva detto non ci avevo creduto del tutto, speravo che avesse capito male o che si fosse inventato tutto. Quando però Cameron me lo confesso' ...rimasi senza parole.
Quelle parole che Cam aveva detto alle mie spalle, all'apparenza visti come normali insulti, a me facevano venire in mente i brutti momenti passati soffrendo per colpa di Hayes.

"Ora é passato, queste cose non le penso più. Siamo pari." Mi disse.
"Emily tutto ok?" Mi chiese vedendo che non rispondevo.
"IL PROBLEMA É HAYES!" Urlai impulsivamente. Mi tappai la bocca e sbarrai gli occhi. Non potevo credere di averlo detto ad alta voce.

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