37. Promessa

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Uscii dal mio mondo fatto di unicorni, arcobaleni e pizze quando senza farlo apposta finii per ascoltare la storia che Tutta la mattina Tutti raccontavano.

"Si beh stavo facendo una passeggiata sotto la pioggia quando ho visto in lontananza un ragazzo.
Avvicinandomi l'ho riconosciuto: era Hayes. Quindi vado per salutarlo ma noto che ha sangue ovunque e che zoppica.
A primo impatto ci resto male ma poi... comincio ad agitarmi.
Nessuno dei due aveva il cellulare e l'ospedale era lontano.
Un Bastardo lo aveva travolto in macchina e gli era passato sopra alla gamba, per non parlare delle altre ferite." A quel punto impallidii e capii tutto.
Mi sentii uno strano peso addosso, insopportabile; ma decisi di continuai ad "ascoltare" la storia.

"Fatto sta che l'ho portato in spalle sotto la pioggia per più di 5 km. Alla fine arrivati all'ospedale gli hanno messo parecchi punti e il gesso, io nel frattempo ho chiamato Nash e sua mamma. Mi dispiace per lui e se trovo quel bastardo che lo ha ridotto così va a finire male."
Abbassai la testa e cercai di non pensare a nulla.
Il senso di colpa stava crescendo sempre di più. Continuavo e continuavo a cancellare segni inesistenti di matita sul quaderno.
Sempre più intensamente... fino a quando la pagina non si ruppe.
Restai a fissarla per un po e poi appoggiai la testa sul banco.

Era tutta colpa mia, io e il mio stupido terrore di Hayes.
Se NON avessi attraversato distrattamente la strada lui NON sarebbe ridottto così male.

Il tempo passava e io cercavo di convincermi che quella era la mia vendetta e che quindi non dovevano sentirmi in colpa.

[...]

Alla ricreazione andai da Sammy. 
A quanto pare anche lui mi stava cercando cisi quando mi vidi corse verso di me

"Hai sentito Emily?" Mi chiese con un sorrisone

"Cosa?" chiesi

"Di Hayes" mi sussurrò 

"Em si.." dissi abbassando la testa.

"Ma non sei felice?" Mi chiese confuso alzandomi la testa

"C'è dovresti sentirti leggermente.. sollevata. Finalmente lui si è fatto male, certo non quanto ne ha fatto a te... ma potrebbe bastare" disse continuando

"C'è è che mi sento in colpa" ammisi

"Perché in colpa? Non ne hai motivo. " mi disse

"In realtà..." E gli raccontai cos'era successo. 

"Capisco... comunque resta uno stronzo. "  disse lui

"Forse è cambiato" dissi azzardando

Lui mi guardò basito.
La campanella suonò indicando la fine delle lezioni e lui se ne tornò in classe pensieroso.

[...]

Alla fine della scuola andai da Sammy..
"Sammy non te la sei presa vero?"  Gli domandai

"Non ti ho capita in quel momento tutto qua. Insomma mi hai sempre detto che lui è il tuo "incubo".. e ti capisco contando quello che ti ha fatto! E poi salti fuori con l'idea di perdonarlo..." mi disse squotendo la testa.

"Sammy non voglio litigare con te. Capisco che vista dalla tua parte non avrei motivo di perdonarlo però lui non sa che sono io quella bambina della vacanza!. Forse si sente in colpa per quello che aveva fatto, chi lo sa! " gli dissi cercando di convincerlo.

"Bah.. decisioni tue. Toglimi una curiosità ma come farai se a malapena riesci a guardalo?" Mi chiese in tono arrogante

"Penserò a qualcosa, basta che mi aiuterai" dissi cercando di calmarlo.

"Ci sono sempre per te" mi disse salutandomi.

"Ci si sente!" Urlai salendo le scale del bus.

Camminai velocemente fino ad arrivare ai posti in fondo.
Mi sedetti come sempre nel posto al centro e indossai le cuffiette.

Dopo una decina di minuti decisi di fare la "simpatica ragazza" e parlare con i due cretini che mi erano vicino.
Più che altro volevo cercare di entrare nel discorso di Hayes... per saperne di più.

"Beh ho sentito che un certo Dallas ha fatto un salvataggio ieri" dissi guardandolo

"Sentito bene" mi disse fiero di sé.

Poi mi girai verso Nash
"Cosa è successo di preciso?" chiesi

"In poche parole una macchina lo ha investito" mi disse brevemente.

"E te invece cosa ti sei fatta?" Mi chiese Nash curioso.

"Bah sai fra fratelli" dissi improvvisando, con la faccia di una che non pensa a quello che dice.

"Non è quello che hai detto a me" disse Cameron guardandomi confuso.

Andai nel panico, mi ero fregata da sola.
Cavolo, a lui avevo detto che ero caduta.

"No no scusa mi sono confusa sono caduta" dissi cercandomi di corrergermi.

Fino alla fermata di me e Cameron regnò il silenzio.

[...]

"Perché mi menti?" Mi chiese Cameron una volta scesi dal bus.

"Non ti mento, mi sono solo confusa" dissi guardandolo

"Emily smettila, smettila di comportarti così! Appena sta mattina abbiamo fatto pace e già ricominciamo? Raccontami la verità o dirò dei tuoi tagli in giro. Sai che ne ho il coraggio." Disse minacciandomi.

Sbiancai, ero fottuta.
Come poteva essere così Bastardo? Avevamo fatto una promessa!

"Non puoi dirlo! Abbiamo fatto una promessa!" Gli urlai contro

"Posso farlo eccome! Me ne frego della promessa!" Mi urlò fermandosi.

Ormai non potevo più convincerlo, era stato chiaro.
"Fai quello che vuoi Cameron. Sai e pensare che mi ero ricreduta su di te... ti reputavo stronzo ma ultimamente stavi diventando... no nulla.
Sai una cosa? Dai dillo a tutti, fammi passare per quella che si taglia e odia la sua vita!
Dai vai! Così poi mi farò ancora più male! Vai Dallas! Levati dalla mia vita e una volta per tutte."
Dissi freddamente e apparentemente arrabbiata.
In realtà, ero tutt'altro che arrabbiata; avevo paura che lo dicesse a tutti.
Ripresi a camminare velocemente.

"Emily fermati" mi ordinò

"Emily fermati" mi ri-ordino' sperando che mi fermassi

"Fermati cazzo!" Impreco'

"Non dirò dei tuoi tagli stai calma! Volevo solo cercare di intimorirti. VOGLIO che tu mi dica quello che ti sei fatta perchè voglio autarti! Non l'hai ancora capito? Odio il fatto che ti fai del male!" Mi disse correndo verso di me.

Gli credevo, ero abbastanza sicura di quello che aveva detto.
Ma dirgli di Hayes... proprio no!
Dovevo inventarmi qualcosa e subito!!

"Hai ragione. Ho messo la benda per i tagli. Gli ho ripassati" mi inventai velocemente, cercando di "dargli ragione" cosicché si sentisse bene.

"Vedi, ci hai messo poco a dirlo" mi disse sorridendo

"Ma è stato difficile" inventai. 

[...]

Arrivammo a casa e prima di entrare gli dissi

"Ricordati... io ti ho detto dei tagli.. ma te in cambio mi dovrai fare un favore."

Ero stanca e anche se era pomeriggio decisi di dormire.

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