8. Odiosamente

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Avevamo visite.
Si alzò mio fratello Lorenzo, si avvicinò alla porta e la aprì.
Solo a quel punto sentii quell'odiosa voce e mi ricordai di quello che poco prima mi aveva detto.
"Ciao Lorenzo, la mia famiglia e io siamo venuti a darvi il benvenuto nel nostro quartiere." Disse.

Io nel frattempo ero in cucina seduta a mangiare quindi cercai di ingozzarmi e finire tutto il prima possibile per poi sgattaiolare in camera mia.
Però mio papà subito smorzo' le mie idee:
"Non pensarci nemmeno, adesso vieni con me e ci presentiamo ai nuovi vicini.
Loro sono stati molto gentili a venire e noi dobbiamo ricambiare. Non ti azzardare a rovinare tutto come il tuo solito." Disse molto fermo e convinto.
Mi prese per il braccio e mi spinse con la forza verso la porta d'entrata.

Nel frattempo Lorenzo gli aveva fatto accomodare nel divano, quindi mio papà si avvicinò alla mamma di Cameron e si presentò:
"Piacere sono Andrea, e questi sono i miei figli, lei è Emily mentre lui è Lorenzo."
A quel punto lei rispose alzandosi in piedi e stringedogli la mano
"Piacere io sono Gina, lei è mia figlia Sierra e lui è Cameron"
Mio papà dopodiché mi spinse verso la mamma di Cameron per stringerle la mano, cercai di sforzarmi e feci un finto sorriso.
Ci accomodammo tutti sul divano e Gina cominciò a parlarci:
"Vi do' il benvenuto nel nostro quartiere, mi dispiace per non essere venuta prima a presentarmi, però ero andata via con mia figlia. Spero che fin ora vi siate trovati bene, e non fatevi problemi a chiedermi qualunque cosa vi serva." Finì poi la frase con un bellissimo sorriso.
Molto simile a quello di suo figlio.
Notai che era ormai da quando erano entrati che Cameron non faceva altro che fissarmi.
Quindi ad un certo punto decisi di ricambiare e lo guardai, lui preso alla sprovvista cambiò automaticamente direzione dello sguardo.
Improvvisamente sentii una voce che mi chiamò:
"Emily, sei davvero maleducata, ti fanno una domanda e non rispondi nemmeno vergognati" disse mio padre dandomi un pizzicotto nella schiena, senza farsi vedere ovviamente.
"Eh?" Dissi spaesata.
"Non preoccuparti Andrea" disse Gina a mio padre.
Ero talmente presa nel cercare di fulminare Cameron con lo sguardo che non avevo sentito la domanda che Gina, mi aveva fatto.
"In che scuola andrai?" Ripeté Gina
"Andrò alla DD school" dissi.
"Ah che bella notizia! La stessa che frequenta Cameron" disse entusiasta.
Feci un finto sorriso, ma dentro di me stavo sclerando.
È possibile che oltre ad averlo come vicino di casa deve essere nella mia stessa scuola?? Quanto fa' schifo sto paese. Quanto fa' schifo tutto.

Se Cameron frequentava la mia stessa scuola... voleva dire che... la frequentava anche Hayes?
Se solo nel vedere Hayes avevo sentito il bisogno di scappare, non immaginavo cosa sarebbe accaduto se solo avessi provato a parlargli.
Lui in ogni caso non si ricordava di me.
Ad un certo punto vidi Lorenzo che si alzó dal divano insieme a Sierra e Cameron, quindi li seguii e arriviamo in cucina.
Mi sedetti e loro cominciarono a parlare.
Ero fisicamente seduta in cucina ma mentalmente in Italia.

Stavo pensando a dove potevo aver messo il cellulare.
Non credevo di averlo perso, però ero veramente sicura di averlo messo nella sacca.
Lorenzo e Sierra si alzarono lasciando così me e Cameron seduti da soli in cucina.
"Dove andate? " Chiedo all'improvviso.
"Ma se te l'ho appena detto" disse Lorenzo ridendo, per poi sparire con Sierra.

Ancora sola con Cameron, ma è possibile che debba stare sempre con lui?

"Sei felice?" Mi chiese facendo un sorriso.
"Per cosa?"
"Siamo nella stessa scuola"
"Ah" mi limitai a dire.
non aggiunsi altro, volevo solo andarmene in camera mia.
"Puoi andare avanti con la cosa di oggi?" Chiese lui con un po' di imbarazzo.
"No, non adesso, non qui" dissi
"Conosci qualcuno qui del posto?" mi chiese.
Stavo guardando il pavimento e alzai lo sguardo verso di lui.
Siccome ormai eravamo soli e non potevo tornarmene in camera tanto valeva fare qualcosa.
"Si beh ne conosco uno" in realtà conoscevo anche Hayes ma non potevo dirglielo, avevo già detto troppo.
"Chi sarebbe?" Chiese curioso
"Si chiama Sammy" dissi senza dare tanta importanza alla cosa.
Lui impallidì, questo voleva dire che lo conosceva.
"Come fai a conoscerlo?" Disse lui stupito.
"È il mio migliore amico" dissi fiera.
In realtà non sapevo nemmeno se lo eravamo però volevo divertirmi.
Dentro di me stavo morendo dalle risate, stava facendo una faccia veramente divertente. Vorrei scoppiare a ridere ma lui non capirebbe il motivo.

Cameron's POV

"È il mio migliore amico" disse Emily.
Ci restai male, e a dir la verità ero anche geloso, e molto.
Lui è un ragazzo bellissimo e divertente... non capisco perché lui si e io no...sono sempre stato gentile con lei.
Perché lui è il suo migliore amico e a me nemmeno parla? che palle.
Quindi un po scocciato decisi di alzarmi e andarmene.
Era tardi e dalla cucina riuscii a vedere che mia mamma e il papà di Emily si stavano salutando quindi li raggiunsi.
Lei non se ne accorse nemmeno che me ne andai, per lei ero come invisibile.
Non gliene fregava nulla.

Quindi salutai tutti e me ne andai via insieme alla mia famiglia.
Ero molto infastidito da lei, però al tempo stesso pensavo a quei tagli e a quello che mi ha detto. Non potevo far a meno di persarci. Deve aver passato la maggior parte della sua vita a soffrire e quindi è comprensibile un atteggiamento come il suo.
In ogni caso mi intriga tutto qua.

Emily's POV
Finalmente Cameron se ne andò.
Mi preparai la cartella e scelsi cosa mettermi il giorno dopo.
Non ero la tipa che si organizzava la sera prima le cose però come primo giorno di scuola almeno non arrivare in ritardo sarebbe stato una buon inizio.
Quindi presi il mio zaino color grigio jeans e ci buttai dentro un quaderno e un piccolo astuccio.
Mi avvicinai all'armadio e squadrai tutti i vestiti al suo interno.
Prima di tutto sclesi i pantaloni, ero indecisa tra dei semplici leggins e dei jeans strappati. Quindi li presi entrambi e li appoggiai sul letto.
Poi scelsi alcune, tra le tante felpe che avevo e per finire cercai di fare degli abbinamenti abbastanza decenti.
Ripiegai l'abbinamento che avevo scelto e lo guardai per l'ultima volta assicurandomi che andasse bene.
Decisi inoltre di indossarli per essere sicura che andasse bene.

 Decisi inoltre di indossarli per essere sicura che andasse bene

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Ero molto stanca quindi non persi tempo a cercare il cellulare.
Mi levai i vestiti che avrei indossato il giorno dopo e mi misi il pigiama.
Dopo essere andata in bagno, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai lentamente.

Molto tempo dopo uno strano rumore mi svegliò di colpo.
Guardai l'ora proiettata sul soffitto dalla mia sveglia che segnava le 4:08 , quel rumore proveniva da fuori, mi affacciai alla finestra e vidi un'ombra che di soppiatto con una misera torcia camminava andando non so dove.

Mi strofinai gli occhi e solo quando riuscii a mettere a fuoco l'immagine, capii.

Cosa ci faceva Cameron alle 4 di mattina con una torcia in mano andare via di casa?

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