38. Delicato

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Al mio risveglio feci velocemente dei compiti e poi mi vestii decentemente per uscire.

Sentii però bussare alla porta
"Emily, dove stai andando?" Mi disse mio papà entrando in camera mia.

"Fuori, come sempre. Perché tutto d'un tratto ti interessa?" Chiesi scocciata.

"Sei mia figlia e quindi mi interessa" mi rispose lui, dandomi la semplice risposta.

"Non ti è mai importato, né a te né a mamma. In ogni caso ora esco, quindi..."  dissi cercando di farlo spostare dalla porta.

"No ora parliamo" mi disse
"Papà smettila, sappiamo entrambi che ciò che hai fatto non è perdonabile"  gli dissi sbuffando e cercando di uscire.

"Emily la situazione è complicata" mi disse.

"Papà non hai scuse, i casini che avete fatto te e mamma non sono giustificabili." Dissi arrabbiata.

"Ti sei reso conto di ciò che hai combinato scappando dall'Italia? Te lo sei mai chiesto che effetti avrebbe causato su me e Lorenzo?" Chiesi alzando il tono della voce.

"Ci ho pensato molte volte però non me ne sono mai pentito" mi ammise lui

"Non riesco a crederti, nonostante tutto resti il solito testardo che non vuole aprire gli occhi, Papà abbiamo una vita Triste e Monotona." Gli dissi cercando di farlo ragionare.

"Fidati di me, qua stiamo meglio."

"Finché non mi spieghi non capirò." Dissi cercando di farmi dire ciò che mi nascondeva.

"Usciamo, una serata tra padre e figlia" mi disse ignorando ciò che avevo detto precedentemente.

[...]

"Dove andiamo?" Mi chiese lui una volta usciti di casa

"Bah pensavo alla pizzeria in centro"  

"Uh si mi manca la pizza dell'italia" mi disse strofinandosi le mani.

"Non è paragonabile" dissi

"Immagino. Beh gia che si siamo ne approfitto... quindi dai raccontami."

"Si beh tutto bene..." risposi vagamente.

"La scuola?"

"È una cavolata rispetto all'Italia." Ammisi

"I campagni?" Chiese incuriosito

"Come nei film Americani."

"Cioè il figo, il simpatico e la stronzetta?"

"Esattamente." 

Era da tanto tempo che non passavo così tanto tempo con mio papà senza litigare.
Mi ricordava quando ero piccola e passavamo giornate intere insieme.
Nonostante ero ancora arrabbiata con lui non mi dispiacevano i suoi discorsi, mi facevano ripensare ai bei tempi.
Entrammo nella pizzeria e ordinammo.
Poi finalmente trovai il coraggio di chiedergli..

"Allora cosa sarebbe questa cosa tanto delicata?"

"Tua madre mi ha mandato un messaggio giorni fa dicendomi di salutarti."

E sarebbe questa la cosa tanto delicata??? Pensai

"Vi sentite ancora?" Chiesi

"No, sinceramente no. Ormai è finta Emily. Lei aveva un altro." Mi disse nel modo più semplice e diretto possibile.

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