capitulo 28.

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Peter.
Mi godo la deliziosa colazione che Lali ha preparato per me con tanto amore. Quando mi sono svegliato ammetto di aver avuto una paura tremenda non trovandola al mio fianco ma appena ho sentito l'odore del pane tostato ho capito che non era andata via. Come impazzito mi sono precipitato in salotto e l'ho vista lì sdraiata che dormiva come un angioletto. Era così bella e tranquilla che avrei preso a baciarle ogni centimetro di pelle, come avevo fatto quella notte stessa, una notte ricca di emozioni che non provavo da tempo. Ancora non ci credo.
Ed ora è qui davanti a me. Con la bocca piena di leccornie e bella come il sole, mi guarda con due occhi raggianti che non vedevo da anni ormai, quanto mi è mancata e penso non basterebbe una vita per recuperare il tempo perduto. Non riesco a sopportare la distanza che c'è tra noi e così la raggiungo sulla sua sedia la faccio alzare dolcemente e la faccio accomodare sulle mie gambe. Prendo subito a baciarle l'incavo del collo e il suo odore meraviglioso mi inebria offuscando anche i miei pensieri. Inizia ad imboccarmi e la colazione si trasforma in un gioco, un gioco d'amore a cui entrambi siamo imbattibili.
Siamo tranquilli, sereni, felici....la felicità è ben disegnata noi nostri occhi e vorremmo sia permanente, che nessuno ce la portasse mai via.
-Devi smetterla di darmi questi baci...Non vorrei tornare a letto,è quasi mezzogiorno.-mi dice intrecciando le mani dietro al mio collo.
-Non posso farne a meno,e poi per me non sarebbe un problema per me rimanere a letto fino a sera!-le dico baciandole dolcemente il collo.
Si alza da sopra la mie gambe a rilento e si dirige verso il bancone della cucina prendendo a pulire il tutto.
-Lascia stare, ci penserà domani Margot.-le dico alzandomi e posando in frigo il succo di frutta.
-Margot?-mi chiede stranita.
Capisco subito che è sospettosa e sono felice che sia ancora gelosa di me.
-Sì, la mia amante. Non te ne ho mai parlato?-le rispondo in modo malizioso.
Subito si gira a guardarmi e con aria altrettanto maliziosa ribatte:-Credevo di essere io la tua amante!
-Chi ti dice tu sia l'unica?- le dico sorridendo.
Subito corre verso di me e inizia a prendermi a leggeri schiaffi sul petto come fosse una bambina.
La blocco per le mani e la accosto al frigo prendendo a baciarla appassionatamente. Risponde al bacio in maniera calda e dolce e restiamo così per alcuni minuti senza avere la minima intenzione di separarsi.
Ma all'improvviso siamo costretti a farlo, un cellulare inizia a squillare con la canzone dei Queen.
-Uffa, è il mio.- mi dice annoiata staccandosi dalle mie labbra.
-Difficile fermarsi.-le dico mentre si volta andando verso il cellulare e non posso fare a meno di guardarle il bellissimo fondoschiena.
Con fatica riesco a distogliere lo sguardo e postarlo sul suo volto che per una frazione di secondo è esitante e preoccupato ma poi risponde decisa.
-Ehy...-la sento dire.-Sì tutto bene. Te?.......Scusa se non ti ho chiamato. La settimana prossima? Wow......Magnifico. Informarmi sull'orario. Ciao, anche tu.
La fisso immobile e lo è anche lei. Ecco che le nostre espressioni felici di qualche minuto prima spariscono immediatamente, va tutto in frantumi.
Non c'è bisogno di chiederle chi era, so già che era Benjamin e l'unica cosa che riesco a dire dopo un lungo minuto è :-Torna?
Finalmente si volta a guardarmi. È in panico e si vede ed ora sta a me difendere ciò che c'è stato senza rovinare tutto.
-Lunedì pomeriggio dovrebbe essere qui. Forse non resta a lungo ma sì torna.-mi spiega giocherellando con una ciocca di capelli e non guardandomi negli occhi.
Mi avvicino a lei e allungo la mano per accarezzarle il viso. Al mio tocco subito si irrigidisce.
-Che cosa abbiamo combinato?-dice con voce quasi spezzata.
Non so cosa risponderle.
-Sono passati anni, avevamo quasi dimenticato tutto era rimasta solo la cenere del nostro amore ed ora....ora ci siamo rifiniti dentro e sai che nel nostro mondo è difficile.- mi dice con le lacrime agli occhi.
Le prendo il viso e la sento rilassarsi questa volta.
-Non è colpa nostra. O forse sì. Almeno ora abbiamo messo le cose in chiaro e sappiamo ciò che vogliamo. Possiamo rimediare. Tutto si può aggiustare, affronteremo tutti. Lo so come ti senti, sono nella stessa situazione anche io, ma ciò che sento è senza dubbio più forte di qualsiasi altra cosa.
Mi guarda negli occhi con i suoi umidi e grandi per lacrime.
-Non lo so...-mi dice.-È meglio che ora vada. Giuro che ti chiamo.
Sparisce nella camera da letto.
La sento raccattare le sue cose.
Sono immobile, non voglio se ne vada. Perché la nostra felicità deve andare in frantumi così?
Riappare in cucina, quasi non ce la faccio a guardarla. La sento cingermi con le sue braccia poi mi prende il viso costringendomi a guardarla.
-Giuro che torno.-mi dice e poi mi bacia velocemente.
Si allontana e sparisce dalla porta d'entrata.
L'ho presa in parola.

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