capitulo 22.

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Peter.
È bastato un attimo per convincermi a seguire il mio cuore. Mi sono bastate quelle parole che, anche se confuse, sono riuscite a mettere in chiaro le cose. Mi sembra di star sognando e ho il terrore che tra un momento all'altro tutto possa finire e io possa risvegliarmi deluso.
Ma invece no. Le mie labbra sono sulle sue, finalmente.
Sarà dalla festa che sogno questo momento e pur sapendo che non è la cosa giusta da fare, sono più che felice di aver infranto le regole seguendo il mio cuore.
Le mie mani sono tra i suoi setosi capelli. Quanto mi sono mancati.
Credo che potrei non averne mai abbastanza.
Mi è mancato troppo tutto ciò e al solo pensiero di rinunciarvi di nuovo sento l'ansia e l'inquietudine crescermi nel petto. Chissà cosa starà pensando ora lei.
Mentre le nostre lingue danzano senza volersi dividere forse lei si starà già pentendo e avrà voglia di scappare.
Spero di non essere l'unico a sentire la magia in questo bacio a cui ho dovuto rinunciare per tre lunghi anni e che mi è mancato come l'aria.
Quando si stacca da me i suoi occhi non mi perdono ma indagatori cercano i miei per cercare di tradurre le mie emozioni. Non penso sia difficile, penso che sul mio viso sia dipinto un misto tra felicità e passione. Mi definirei affamato.
Affamato di baci, abbracci e carezze.
Mi guarda ma non trova le parole giuste e quindi rimane muta e con tutte le forze cerco di capire quali siano le sue di emozioni.
Dopo qualche minuto trovo io la forza di parlarle:
-Ehy...cosa c'è?- le prendo il viso tra le mani cercando di scrutare tramite gli occhi nel suo animo.
Segue un silenzio che mi sembra interminabile.
-Sto ancora cercando di capire cosa ci sia preso.-dice abbassando gli occhi.
Per me la risposta è più che facile. Ci vogliamo ancora. Con tutta l'anima.
Niente è cambiato rispetto agli anni precedenti, anzi il sentimento che ci univa semplicente cresciuto per il troppo starci lontano.
Decido di andarci piano e non dichiararle subito quelle che sono state le mie emozioni.
-Qualsiasi cosa ci sia preso, per quanto possa essere strano a me è sembrata meravigliosa.-le rispondo quasi affossando.
Finalmente alza lo sguardo e affonda i suoi occhi nei miei.
-Anche a me è sembrato meraviglioso...ho sentito qualcosa di magico e so che non dovrei ma non posso fare a meno di pensare a quanto sia sbagliato e quelle che saranno le conseguenze.-mi spiega con un punto di vista fin troppo realista.
Sbagliato.
Sentirle dire questa parola, pur sapendo che alla fine è vera, mi ha fatto male.
Avrei dato mille definizioni al nostro bacio tranne che il termine "sbagliato" .
-Beh se sbagliare vuol dire ascoltare il proprio cuore allora penso che continuerò a farlo tutta la vita.- le dico alzandomi in piedi.
Sono troppo scombussolato dalle sue parole per restare tranquillamente seduto accanto a lei.
-Vuoi dire che tutto ciò che appena successo è più che lecito? Peter lo sappiamo entrambi ciò che c'è dietro. Siamo entrambi fidanzati e per quanto io abbia potuto lamentarmi di Benjamin nei minuti precedenti al bacio non penso che ciò che abbiamo fatto sia giusto.-dice seguendomi con lo sguardo.
-Adesso non dare la colpa al bacio. Lo sappiamo entrambi che tutto ciò che è successo questa settimana può definirsi "sbagliato", il bacio è solo la dimostrazione di quanto il tutto sia voluto ed estremamente desiderato. Non mi sembra che tu ti sia tirata indietro. Ammettilo.-le dico alzando un po' troppo il tono.
-Peter è stata la prima cosa che ho detto. L'ho trovato meraviglioso ma diamine, lo sappiamo entrambi quanto sia difficile.-mi dice venendo verso di me.
-Difficile Lali? Sembra tu stia parlando di problemi di matematica. Sono sentimenti, reali questa volta, non stiamo recitando.-le dico riprendendole il viso tra le mani. Avrei una voglia disperata di ribaciarla per farle capire che niente è sbagliato in tutto ciò ma mi controllo.
Le scende una lacrima dall'occhio sinistro e subito mi sento male.
Come se gli stessi infliggendo una violenza e questa è l'ultima cosa che farei.
Mi stacco subito da lei.
-Va bene, facciamo così. Dimentichiamoci di ciò che è appena successo. Cancelliamolo.
Forse è stato solo un errore, hai ragione. Dovevamo pensarci prima, ma a tutto c'è un rimedio.
Mi costa pronunciare queste parole ma l'unica cosa che desidero è che si tranquillizzi.
Lei mi guarda come se volesse dirmi qualcosa ma non lo fa.
Non sono deluso, la capisco,ma so per certo che l'unica cosa sbagliata sia ignorare ciò che abbiamo provato entrambi.
Mi avvio verso la macchina senza dirle più niente.
-Peter!- mi chiama a voce alta e un po' strozzata, e sento una morsa stringermi il cuore.
Mi voltò verso lei e la vedo che mi corre incontro e una volta arrivata mi abbraccia forte.
Le sue braccia sono intorno al mio collo e in quell'abbraccio sento tutta la disperazione e l'amore che prova.
Restiamo così abbracciati per almeno cinque minuti finché non le prendo la mano e la accompagno dal lato del passeggero dove le apro la portiera per farla salire in macchina.
Vorrei tanto tornare a 10 minuti fa, quando le nostre labbra cercavano dei validi motivi per non separarsi mai più.

Grazie per i commenti, spero che anche questo capitolo vi piaccia.

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