Capitolo 12 - La canna

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Mi avevano detto che il corpo era dilaniato, ma non credevo lo fosse così tanto. Sembrava proprio Josh. Non si capiva bene però avevo una strana sensazione. Sentivo che qualcosa non andava. Poi capii. Il tatuaggio non c'era. Quello della scuola, che fanno agli iniziati. Cominciai a piangere dal sollievo. Josh non era morto. Le lacrime mi scorrevano incessanti, il sollievo che provai... io amavo Josh. Certo, come amico. Lui mi aveva accolto nella sua vita, nella sua stanza, nella sua casata. Mi aveva preso sotto la sua ala. In un mese conoscevo tutte le persone più importanti del collegio grazie a lui. E lui era vivo. Ma dov'era? Sarebbe potuto essere prigioniero di Cole, o, peggio, sarebbe potuto essere morto lo stesso. In quel momento l'unica certezza che avevo era che il cadavere non era Josh. Ma non potevo permettermi di dirlo alla polizia, li avrei avuti inutilmente tra i piedi, e avrebbero accusato Cole, anche se non mi era ancora chiaro il perché ci tenessi a lui. Mi feci forza, coprii il cadavere e uscii dall'obitorio. Gli agenti mi fissavano e io annuii, così loro segnarono il nome di Josh sul modulo e mi condussero fuori. Quello dell'FBI, Anderson, mi offrì persino un caffè, sembrava un tipo a posto. Mi aveva anche detto se volessi compagnia nella stanza quella notte, per non rimanere da solo. Ovviamente rifiutai, anche se era fottutamente eccitante, ma io avevo altri piani ahimè.

Il viaggio di ritorno fu straziante. Avevo bisogno di tornare in fretta, dovevo cominciare a ragionare su quello che era accaduto Josh. La pioggia aumentava continuamente di intensità ed era fottutamente preoccupante dato che le strade erano inondate e la visibilità era limitata. Appena arrivai, mi fiondai in stanza e mandai un sms ad Alex, ma ovviamente non c'era campo in quello schifo di posto dimenticato da Dio. Uscii sbattendo violentemente la porta e facendo tremare il muro. Ero un po' arrabbiato se non si fosse capito. Odiavo Cole Marianne e me l'avrebbe pagata. Il che era un controsenso dato che non avevo voluto denunciarlo alla polizia. Lo odiavo ma... boh. La mia vita era un casino, ma l'unica cosa che sapevo era che se avesse torto solo un capello a Josh, l'avrei ammazzato. Percorsi il corridoio che mi avrebbe portato alla stanza di Alex, quando sentii un gemito provenire dai bagni dell'atrio. Mi avvicinai e sentii un forte odore di fumo. Porca merda! Qualcuno stava fumando nei bagni! Superai la porta del bagno e vidi dallo spazio sotto le porte di legno che, in uno dei cubicoli, c'erano dei piedi. Ero indeciso sul da farsi. Dovevo bussare? Dovevo entrare e basta? O dovevo semplicemente girare i tacchi e andarmene? Preso dall'agitazione urtai il phon per le mani che si accese. Lo spensi immediatamente, ma ovviamente il ragazzo mi sentì.

-Chi c'è là?- domandò una voce che conoscevo, ma non riuscii ad associarla ad un volto. Al diavolo le buone maniere, mi protesi e spalancai la porta che, per mia fortuna, non era chiusa a chiave. Davanti a me c'era la scena che mai mi sarei aspettato di vedere nella vita: Cole Marianne aveva in mano una canna.

-Cole?!- domandai, sorpreso di vederlo fumare nascosto nei bagni

-Thomas...- rispose lui, asciugandosi gli occhi rossi per il fumo e alzandosi. Notai che i suoi occhi non erano arrossati solo per il fumo. Una lacrima gli rigava il viso, lui fece di tutto per nasconderla ma io me ne accorsi. Non seppi perché ma decisi di non darlo a vedere, di fingere di non aver notato. Mi riscossi. Lo guardai attentamente. Vidi chiaramente quello che non avevo mai potuto vedere in questi anni. Vidi il vero Cole o, almeno, una parte di lui. Lui era umano, cosa sulla quale non avrei scommesso prima di quel momento. Cole aveva un muro che separava la sua maschera dalla sua essenza. Su questo eravamo molto simili.

-Cosa è successo, Cole? Perché fumi nei bagni?- domandai, stranamente preoccupato. Avrei voluto chiedergli "Perché piangi fumando nei bagni?" ma qualcosa mi disse che l'avrei solo fatto mettere sulla difensiva. Lui sorrise amaro.

-Nulla, non è successo nulla- rispose, cercando di superarmi per uscire dal bagno. Gli bloccai la strada allungando un braccio.

-Cole, se ti vedessero? Per Dio, non puoi andare in giro con una canna. E qui c'è una puzza enorme- ribadii con convinzione. Non sapevo perché ci tenessi. In quel momento, avevo dimenticato di Josh. Avevo dimenticato di come era Cole, di quello che aveva fatto. In quel momento, c'eravamo solo io e lui. Io e il vero lui. Sentivo che era vicino a me e sentivo che quel muro era stato abbattuto

-Non puoi capire Tom, fumo per andare avanti. È come un antistress- sostenne lui, cercando nuovamente di sfuggirmi. Lo bloccai ancora, deciso a capire chi lui fosse in realtà

-Fammi capire, Cole. Qui dentro ti conosco meglio di tutti. Dimmi che cazzo hai- lo guardai negli occhi, notando lo sconforto, la disperazione nei suoi bellissimi occhi. Scrutando a fondo, potei vedere ancora una volta il vero Cole. Il suo sguardo parlava, mi trasmetteva qualcosa, la sensazione straziante di un dolore immenso. Il dolore di una vita, di un'eternità. Sentivo quello ed altro. Sentivo la voglia di uscire da quel corpo, la voglia di sfuggire al proprio destino. In quel momento mi resi conto di quanto fosse difficile essere Cole. Lui appariva in un modo, si faceva odiare, ma era tutta una facciata. Proprio mentre stava aprendo bocca per rispondermi, quando lo sentivo vicino a me, sentimmo dei passi e una voce fuori dal bagno. Preso dal panico non mi mossi, Cole mi tirò a sé e rientrò nel cubicolo con me, chiudendosi la porticina alle spalle

-Che facciamo?- domandai preoccupato, lui mi fece segno di fare silenzio. Vidi nei suoi occhi che il muro era tornato a dividerci e ciò fece piangere una parte di me. Avevo veramente sperato che Cole potesse aprirsi con me? Che stupido che ero. Cole gettò la canna nel gabinetto e tirò lo sciacquone, poi attese. I passi si fecero più vicini e sentimmo una porta aprirsi, poi una voce femminile, che riconobbi fosse quella della signorina Barlow, parlò:

-So che state fumando, venite immediatamente fuori, il preside vi espellerà tutti quanti!-

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