Capitolo 14 - Coincidenze?

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[brayzen_ BUON COMPLEANNO PATATA <3]

Il morto camminava. Ne ero certo. Ed era entrato proprio nella mia classe di storia medievale. Ero pietrificato davanti all'ingresso, quando il professore, il Signor Grady, mi esortò ad entrare. Lui era seduto in ultima fila, capelli corti neri, occhi verdi e il tatuaggio che rappresentava un piccolo faro sul collo. Mi sedetti nel mio solito posto, terza fila accanto ai caloriferi. Alex non c'era. Attendevo l'ora di storia medievale perché era il primo corso della giornata che avevamo insieme. Non ero ancora riuscito a parlargli dopo il bacio con Cole. Cole... al suo ricordo un brivido mi percorse la schiena. Quel bacio... di sfuggita... era stato sensazionale. Ma Cole era un bastardo, Alex non c'era, e un morto sedeva in ultima fila. Che giornata sensazionale. Mi voltai a scrutare il ragazzo, e mi accorsi che parlava con un tipo accanto a lui. Stavo leggendo il labiale del ragazzo vivo ma capii solo qualcosa del tipo "telecamera" e "rubati", non riuscivo a mettere insieme il senso di quei due vocaboli, ma scossi le spalle e mi voltai, perché risuonò in tutta la scuola il bip dell'interfono del preside:

A tutti gli studenti, comunico che è convocata immediatamente un'assemblea in auditorium

Perfetto, affanculo storia medievale. Misi i libri nello zaino e uscii insieme al resto della classe e al povero prof. Che cercava invano di mantenere l'ordine nella mandria di studenti. L'auditorium distava cinque minuti di scale e corridoi. Presi un posto abbastanza alto, in terzultima fila, e scrutai il resto della grande stanza in cerca di un segno che Alex fosse lì. Mi resi conto che era strano, Alex non c'era e Josh era scomparso. Mi accorsi anche che nessuno della nostra casata era presente, eccetto me. Era una strana coincidenza, dopotutto. Qualcuno occupò il posto accanto al mio, appena mi voltai restai di sasso: il morto vivente sedeva vicino a me. Mi sorrise e poi si girò a parlare con altri. Ma era possibile che io ero l'unico ad accorgersi di quello che stava capitando in quel fottutissimo collegio?! Era strano, troppe coincidenze tutte insieme. Qualcosa non andava. Il preside richiamò al silenzio e cominciò a parlare:

-Vi starete chiedendo il perché di questa informale e straordinaria riunione. Ebbene, vi comunico diverse cose. La prima è che, visti i recenti avvenimenti, l'agente dell'FBI Nathaniel Anderson alloggerà all'interno dell'istituto. L'agente Anderson ha ricevuto l'incarico dal Bureau e, in accordo con le forze di polizia del nostro paese, sta indagando su una serie di crimini internazionali che verranno passati all'Interpol non appena manderà una squadra. Nel frattempo, potete rivolgervi a lui per ogni tipo di problema. La seconda comunicazione è la seguente: il collegio, sotto specifica richiesta dell'agente Anderson, è chiuso fino a successiva rivalutazione. Ciò significa che potete dire addio, almeno per ora, all'uscita mensile. Terza ed ultima notizia, prima della chiusura definitiva delle porte della scuola, abbiamo deciso di accettare il trasferimento di nuovi studenti. Questa è una svolta storica per l'istituto, in quanto questi studenti sono in realtà, centocinquanta ragazze perché la nostra accademia ha agglomerato l'istituto femminile di Warren. Tenete a bada gli ormoni perché sarete ben sorvegliati, non fatemi pentire di questo cambiamento. È tutto, per oggi le lezioni sono sospese per permettere alle ragazze di ambientarsi nella scuola- il mormorio generale aumentò esponenzialmente quando il preside se ne andò. Ragazze a scuola? Questa non ci voleva. Avrei dovuto dire a tutti di essere gay? Mi calmai, non c'era possibilità che una di loro ci provasse con me. Non dovevo confessare nulla a nessuno

-Ci si divertirà con le ragazze- mi disse il morto non morto, io annuii sovrappensiero. Mi accorsi poi che era stato lui a parlarmi e spalancai la bocca. Lui sorrise. Era carino, ma ancora non mi era chiaro come fosse vivo. Quasi mi avesse letto nel pensiero, cominciò a spiegare:

-Mi hai riconosciuto vero? Sì insomma, hai capito che sono il ragazzo "morto"?- disse lui, virgolettando con le mani l'ultima parola.

-Io uhm... sì?- risposi, quasi a tono di domanda, facendolo sorridere. Aveva delle bellissime fossette.

-Non ero morto veramente. Sai cos'è la morte apparente?- mi chiese, abbassando improvvisamente la voce e guardandosi intorno sospettoso, io scossi la testa e lui aprì la bocca, quasi per spiegare, poi si bloccò, sbiancando. Io lo guardai con un punto interrogativo dipinto sul volto, e lui prese il cellulare. Scrisse qualcosa e me lo porse senza farsi vedere. Sul display compariva la scritta:

Stasera, ore 9.30, stanza 112.

Il ragazzo si alzò e se ne andò, mentre io feci lo stesso, dirigendomi alla stanza di Alex. Avevo un disperato bisogno di lui, ma, al contempo, avevo un gigantesco bruttissimo presentimento

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