Capitolo 8 - Cole Marianne

2.4K 205 17
                                    

Tre mesi prima

Aprii la porta con un tonfo e mi diressi alla stanza da letto, che, come ben sapevo, si trovava oltre la terza porta a sinistra. Spalancai la porta e varcai la soglia, consapevole di quello che avrei visto. Davanti ai miei occhi la scena era la solita: Cole Marianne si trovava al centro, e aveva due ragazze alla sua destra ed una alla sua sinistra. Le coperte erano sparpagliate un po' ovunque e lui palpava una ragazza, mentre le altre due si baciavano tra loro. Poi, una di loro si sporse cercando di baciare lui, che la fermò scuotendo la testa:

-Lo sapete: niente baci. Non do baci- disse con la voce roca per l'eccitazione. Io a quel punto intervenni

-Mi dispiace di interrompere questa scenetta ma Cole ha da fare. Fuori- dissi, rivolto alle tre ragazze. Cole sorrise e le mandò via con un gesto, guardando il culo ad ognuna di loro mentre si precipitavano fuori dalla stanza da letto

-Carine, vero?- disse poi, una volta che fossero uscite. Mi salì una rabbia da dentro. Non so perché provai quelle sensazioni nel vederlo divertirsi con delle donne

-22 anni buttati nel cesso, coglione di un ragazzo. Tuo padre è contento di vederti con le puttane anziché prendere il suo posto nella compagnia di famiglia?!- gli sputai addosso, vedendolo sorridere mi adirai ancora di più.

-Cole! Che cazzo hai fatto?! L'hai mandato in prigione?! Hai stuprato e ucciso una donna e l'hai mandato in prigione?- domandai furioso, lui sorrise, alzandosi e versando due bicchieri di Barbon, porgendomene uno che, prontamente rifiutai. Lui alzò le spalle e li tracannò entrambi prima di rispondere

-Tu odi tuo fratello. Ti ho fatto un favore, no?- ribadì, io gli tirai uno schiaffo

-Perché?- chiesi, lui si massaggiò la guancia

-Non sono stato io. Non ero nemmeno lì quella sera, lo sai. È stato lui, fattene una ragione- disse, improvvisamente serio. Gli mollai un altro schiaffo

-Lui non fa queste cose, lo sappiamo entrambi. Stronzo? Sì. Figlio di puttana? Sì. Assassino? No- ribadii, lui scoppiò a ridere. Feci per tirargli un altro schiaffo ma mi bloccò, afferrandomi il braccio e tirandomi a se. I nostri visi erano a pochissimi centimetri di distanza, lui sussurrò:

-Ora, hai due possibilità: la prima, mi dai ragione e ammetti che tuo fratello è un assassino. La seconda, difendi tuo fratello e ti metti deliberatamente contro di me. Se non sceglierai la prima, non posso darti la mia protezione. E lo sai cosa fa la gente quando si trova davanti il fratello di un assassino stupratore. Occhio per occhio...- disse, lasciandomi e versandosi un altro bicchiere di Barbon. Io mi voltai e camminai sino all'uscio della stanza da letto. Mi fermai:

-Cole. Vai a fanculo tu e la tua protezione- sentenziai, scatenando un'altra risata da parte sua. L'aveva previsto, come al solito...

Presente

La sua risata riempiva il silenzio dell'ambiente circostante. Cole mi guardò negli occhi e poi spostò il suo sguardo su Josh. Cole Marianne era la persona più intelligente e sveglia che io conoscessi. Non solo era tre mosse avanti a tutti, ma riusciva a capire tutto di una persona al primo sguardo. Per questo non gli concessi di guardarlo a lungo, e mi frapposi tra lui e il mio coinquilino. Cole rise di nuovo: rideva sempre, era il ragazzo più felice del mondo.

-Allora, Reginald, cosa ci fai qui?- domandò, facendomi ribollire il sangue nelle vene

-Non chiamarmi così, cazzo. Cosa ci faccio? Quello che fai tu, probabilmente- risposi

-Sai, mi hai sorpreso. Non sono tante le persone che possano vantare tale abilità. Non mi aspettavo di vederti qui. Ne mi aspettavo che tu avessi amici potenti- disse poi

-Amici potenti?- domandai, non comprendendo appieno

-Tu sei un Colback- disse poi, indicando Josh che fino a quel momento era rimasto dietro di me. Lui spalancò gli occhi e sorrise. Non ci stavo capendo molto. Cole conosceva la famiglia di Josh? Erano forse in una qualche combutta? Amici potenti... dannazione! Sarei dovuto stare attento alle lezioni della signorina Grovehold sulle famiglie importanti di Charleston!

-Si nota?- chiese il mio coinquilino stringendo gli occhi.

-Io noto tutto- rispose Cole. Avanzò di un passo, in modo che i nostri due corpi furono a meno di venti centimetri di distanza. Sentivo il suo respiro, il suo cuore battere. Lui sentiva il mio battito accelerato. Mi fissò negli occhi un'ultima volta, prima di voltarsi e scomparire nei boschi. Io sospirai e mi accasciai su un albero, sbattendo la testa dal nervosismo, più e più volte sulla corteccia. Josh mi fermò

-Cosa è successo?- domandò, fissandomi con aria preoccupata. Mi alzai

-È una storia lunga. Ne parliamo davanti ad un piatto di pasta?- chiesi, speranzoso. Lui annuì, e mi guidò attraverso il sentiero di ritorno, mentre mi preparavo psicologicamente per raccontargli la storia della mia vita e di come odiassi a morte Cole Marianne.

GuiltyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora