Capitolo 24 - Amnesia

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Mi svegliai nella mia stanza. Il sole mi dava un fastidio enorme. Mi coprii istintivamente gli occhi con la mano. Non capivo come ero finito lì, nudo nel mio letto.

Improvvisamente ricordai tutto: Luke, Josh e poi... Cole. Mi alzai, sbandando per la troppa velocità del movimento. Mi sentivo come nella fase del dopo sbronza. Mi vestii in fretta e furia.

Sentii dei movimenti provenire dalla porta del bagno. Mi batté talmente forte il cuore che pensavo potesse uscirmi dal petto. La porta del bagno si aprì e... il mondo mi crollò sulle spalle. Non era Cole. Non c'era lui nel mio bagno.

-Tom- disse Nate, con solo un asciugamano legato in vita. I suoi addominali scolpiti erano in mostra, ma non ero dell'umore per godermeli.

-Che hai? Come stai?- mi disse, notando che non ero in grande forma.

-Io... bene, sto bene è solo che... Nate, mi hai trovato tu nella stanza con Josh?- domandai, sedendomi sul letto. Lui aveva un'espressione corrucciata.

-No... non ti ricordi?- domandò, scrutandomi –Quale stanza con Josh scusa? Hai visto Colback?- realizzò.

-Io... è una cosa stupida, lascia stare- dissi, lui mi afferrò il polso.

-Tom... parlami. Puoi dirmi tutto. Alex ti ha trovato nudo nel letto che farneticavi cose strane, mi ha chiamato subito, ho visto i segni delle manette e mi sono preoccupato, così non ti ho lasciato solo e ho dormito sull'altro letto- spiegò, continuando a tenermi il polso. Sospirai. Mi concentrai.

-Luke... mio fratello. Mi ha colpito in testa e mi sono svegliato in questa stanza, legato. C'era Josh e ha minacciato di farmi uccidere e poi...- la voce mi si ruppe e dovetti fermarmi.

-E poi?- mi spronò lui, trattandomi dolcemente per mettermi a mio agio.

-Un ragazzo è entrato, ha colpito Josh e mi ha salvato. Poi non ricordo altro- spiegai, omettendo l'identità del ragazzo. Lui si accorse che non ero stato totalmente sincero, così mi forzò.

-Non mi stai dicendo tutto- disse, io sospirai.

-Il ragazzo era... il ragazzo mi è sembrato Cole- confessai, sentendomi uno stupido. La sua espressione passò dallo stupore al dubbio, per poi tornare dolce.

-Tom, Cole è morto. L'hai visto coi tuoi occhi. L'ho visto anche io. L'hanno seppellito- disse, dolcemente. Io scossi la testa.

-So cosa ho visto!- protestai

-Eri annebbiato, ti avranno drogato. Tom... dove vai? Tom! Torna qui- urlò lui, mentre uscivo dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Corsi fino alla fine del corridoio, sbucando sul grande balcone della scuola. Arrivai alla ringhiera, mi ci attaccai con tutte le mie forze e cominciai a piangere. Perché la mia mente mi faceva questi scherzi? Con le lacrime agli occhi e il cuore spezzato, guardai giù, dove un ragazzo saliva dal lato del passeggero di un'auto nera. Prima di salire guardò in alto, dove ero io. La lontananza era notevole, ma avrei riconosciuto quegli occhi anche a miglia di distanza. Il mio cuore perse un battito. Lui entrò, chiudendo la portiera e l'auto partì.

Non mi ero immaginato tutto. Realizzai ciò che avevo visto. Non sapevo come, ma Cole era vivo. In quel momento presi una decisione: avrei fatto di tutto per trovarlo. Ero motivato e finalmente, dopo tanto tempo, nel mio cuore c'era una cosa che non era presente da tanto: la speranza.

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