Mi volto nella direzione della voce.
Sobbalzo per la sorpresa non appena mi ritrovo davanti un ragazzo che non ho mai visto prima d'ora. Mi soffermo a guardarlo, come lui sta facendo con me. Il vento gli spettina i capelli corvini e mi chiedo davvero da dove sia arrivato. Vago con lo sguardo lungo il suo corpo e, sulle braccia, intravedo dei tatuaggi; un piccolo piercing al labbro che brilla alla luce del sole. Respiro lentamente, sentendomi chiaramente in imbarazzo, troppo esposta ai suoi occhi verdi curiosi.
Quasi mi spoglia, mette a nudo la mia insicurezza e la mia timidezza, rendendomi fragile ed impotente. È una sensazione che mi riscuote dal profondo, mi provoca brividi lungo la schiena e mi arrossa le gote. Mi spaventano emozioni forti e sconosciute come queste.
Apro la bocca per poi richiuderla, non sapendo né come comportarmi né cosa dire. Gesticolo con le mani, porto qualche ciuffo ribelle dietro l'orecchio.
«Puoi rispondermi o... ?» ghigna, il tono divertito per il mio comportamento. Sono stata colta di sorpresa e impreparata.
Il mio silenzio sembra infastidirlo più di quanto lo irriti la mia presenza, a quanto pare, inaspettata. Pensavo che Scarlett lo informasse ma... chi sarebbe di preciso? Non mi ha accennato al fatto di avere fratelli, nemmeno se ne poteva intuire la presenza in casa vista l'assenza di foto e il perfetto ordine.
Sbuffa, affondando le mani nelle tasche dei jeans scuri, scorgendo la curiosità nell'espressione del mio volto.
Tende la mascella e si volta per incamminarsi il più lontano da qui.
«Mi dovrei presentare» azzardo a chiedere per attirare la sua attenzione e sperare in una risposta che mi faccia capire chi sia e cosa ci faccia qui.
«Non è necessario.» fa spallucce, rivolgendomi una smorfia di puro disinteressamento.
Resto interdetta dalla sua reazione, chiedendomi cosa lo spinga a comportarsi in questo modo, perché si mostri così freddo, diffidente, e altamente scorbutico. Non ce n'è motivo.
«Io veramente...» tento di ribattere, ma si volta rivolgendomi un'occhiata che basta a farmi zittire.
«Come ti chiami?» sospira, assottigliando lo sguardo come se cercasse in ogni modo di studiarmi.
«Non... non è necessario.» ribatto usando le sue stesse carte. Non ho intenzione di farmi intimorire dai suoi occhi attenti e indagatori, nonostante mi stiano mettendo a dura prova. Vorrei voltargli le spalle e andarmene, ma sarebbe pura e semplice maleducazione che non trovo adatta, trovandomi in casa di un'amica che mi sta ospitando.
Un lampo di divertimento aleggia nel suo sguardo, un sorrisetto all'angolo della bocca che accentua la fossetta, ma poi i lineamenti tornano ad indurirsi, ad essere più spigolosi di prima.
Noto che ricomincia a camminare per la sua strada col capo chino e le spalle ricurve. Tento un'ultima volta di scoprirne l'identità.
«Chi sei?» alzo il tono di voce affinché mi senta. Non mi sarei mai rivolta a qualcuno in questo modo, ma è stato capace di mettermi soggezione e sulla difensiva... costringendomi ad abbandonare le buone maniere e la calma.
Si volta di scatto come se avesse appena tralasciato un particolare. Ritorna sui suoi passi, ma mai abbastanza vicino affinché possa scrutare le caratteristiche fisiologiche del viso per constatare se in effetti abbia un rapporto di parentela con Scar. Non riesco a scorgere affinità per la lontananza, i metri che ha deciso di porre tra me e lui.
«Non provare a dire a qualcuno che mi hai visto, okay?» il tono è duro, piatto e privo di alcuna emozione. Nei suoi occhi non c'è altro che risentimento verso qualcosa che non mi permette di scoprire.
Siamo estranei, ma se solo fosse capace di relazionarsi in maniera più dolce, avrebbe scoperto il mio nome e io il suo; magari ora saprei il perché della sua presenza in questo giardino.
«Non capisco...» sono più confusa di prima.
«Fa' come se non mi avessi mai incontrato,» insiste con voce rauca per poi cercare di migliorare la situazione «per favore» aggiunge.
Non sono così maleducata da dirgli una bugia, tantomeno da infrangere una piccola promessa. Nel suo sguardo vedo il timore che io vada a raccontare di lui, la speranza che ripone in una risposta che tarda ad arrivare da parte mia.
«D'accordo.» annuisco, abbassando gli occhi. Cosa sto facendo? Chi è? Mi dovrei seriamente preoccupare?
Sì, dovrei eccome... ma qualcosa mi dice che posso fidarmi. Probabilmente è il mio subconscio che è incline a fidarsi degli altri, oppure questo ragazzo vuole soltanto nascondersi da occhi indiscreti, preferendo momentaneamente la solitudine.
Capisco come ci si senta a desiderare di allontanarsi da tutti, sperare che per un po' di tempo nessuno interferisca tra te e la bolla che ci si crea con il mondo esterno e la propria realtà.
Non mi dice grazie, non mi rivolge neanche un ultimo sorriso. Se ne va via portando con sé tutti i miei respiri a metà, le mie domande vuote e i miei occhi pieni di una curiosità che mi logora piano piano.Sospiro, voltandomi di nuovo verso la fontana.
Mi specchio nell'acqua limpida, osservando i tratti del mio viso e qualche ciuffo di capello che piano piano scivola da dietro le orecchie penzolando davanti ai miei occhi.
Mi piace pensare che qualcosa venga sempre cambiato. Nel mio riflesso il viso appare più allungato, gli occhi più piccoli e il naso più grande. Non sono decisamente io e, se non sapessi chi fossi, se non conoscessi la vera me, non capirei neanche chi appare sul pelo dell'acqua. E' un po' come guardare la propria ombra su una superficie, per esempio un muro. Platone diceva, attraverso il mito della caverna, che l'uomo è abituato a costruirsi una falsa immagine di se stesso perché non conosce la sua ombra proiettata dal fuoco alle sue spalle. Proprio per questo, spesso non conosciamo a fondo noi stessi da non riconoscerci. Perciò è importante guardarsi allo specchio e avere la consapevolezza che la persona che vediamo siamo noi, e non un'immagine distorta della realtà.
Scarlett mi raggiunge.
«Ce ne hai messo di tempo!» sorrido scherzosamente, nascondendo il nervosismo che provo al ricordo di ciò che è accaduto in sua assenza.
Non devo preoccuparmi, non sono affari che mi riguardano.
«Ero alla ricerca di una teglia che mia madre non trovava. Stava uscendo fuori di testa e, alla fine, era nel primo sportello adibito alle pentole e altre cose così...» scuote la testa.
Mi unisco alla sua risata, finché non smettiamo per il male alla pancia.
Si sdraia sul prato e la imito; entrambe fissiamo il cielo. Ci sono molte nuvole, di tutte le dimensioni e di tutte le forme. Per passare il tempo ipotizziamo sulle figure che potrebbero rappresentare.
«Quello secondo me è un cuore» solleva il dito per mostrarmela.
Tutto ciò mi riporta all'infanzia, ai semplici pomeriggi trascorsi a sfogare la fantasia, sbizzarrendo a pieno la mia creatività. Lo facevo anche con Chris...
«Quello un coniglio» punto la mano nella direzione opposta.
«Ma no! Quello è decisamente un canguro!»
E' davvero buffo come può rivelarsi divertente questo passatempo.
Mentre continuiamo ad ammirare il cielo, una frase mi passa per la testa. L'ho letta ieri da quel libretto che ho comprato due settimane fa in libreria. Devo dire che ce ne sono molte su cui riflettere, che ti fanno pensare."Questo mare è pieno di voci e questo cielo pieno di visioni"
Giovanni PascoliPerché, effettivamente, basta avvicinare una conchiglia all'orecchio e percepire il rumore delle onde o interpretarle come se fossero delle voci nascoste, intrappolate al suo interno. Mentre quando si osserva la distesa azzurra sopra di noi, vediamo delle cose che magari ci mancano o a cui pensiamo, in quell'attimo fuggente.
Capitolo revisionato
// spazio autrice //
Come va people?!👅
Eccolo svelato il misterioso personaggio!
Cosa ne pensate?
Hazel è stata catturata fin da subito da quegli occhi...quegli occhi verdi magnetici.
I due si incontreranno di nuovo?
Chi è questo ragazzo?
Cosa ci faceva in casa di Scarlett?😍
So che questo capitolo è davvero corto,ma il prossimo sarà più lungo proprio perché qua non volevo dire tante cose...credo sia già abbastanza che la ragazza abbia incontrato il ragazzo. Nel prossimo succederanno un po più cose. Adesso è solo l'inizio😏❤️
P.s grazie per le 400 visualizzazioni!😻
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Resta come inchiostro
RomanceCOMPLETA. Il cappuccio nero sempre sulla testa, quelle iridi smeraldo nascoste nell'ombra e quei tatuaggi che si intravedono sulle nocche. Inchiostro che va sotto pelle, disegni che si intersecano in un labirinto da cui gli occhi di Hazel non riesco...