Capitolo 44

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Le persone finiscono sempre per sorprenderti, in un modo o in un altro. Non importa il se, ma il come. Lo fanno puntando al tuo lato più debole,  sfruttano il modo più efficace per piegarti, esporti ad ogni tua fragilità. Spesso te ne rendi conto quando è troppo tardi, quando il suolo è già scomparso sotto i piedi, quando l'aria comincia a mancarti. 
Ti chiedi perché debbano far soffrire proprio te, se hai sbagliato qualcosa... ma forse sono gli altri a sbagliare. Pensavo fosse colpa mia se Chris si era allontanata da me, pensavo fosse mio dovere dimostrare più concretamente i sentimenti che sento per Kyle.
Perché questa volta non ho sbagliato io. Credevi davvero che avrei versato qualche lacrima? Credevi che rimanessi lì per cercare spiegazioni? Credevi di allontanarmi da te?
Non voglio pensare che tu non provi niente per me, perché ho cercato molte volte di contraddire le emozioni che sentivo ogni volta che ti vedevo. Volevo che non fosse così, volevo che non t'amassi. Lo volevo davvero, ma non posso comandare i miei sentimenti, mentire a me stessa.
Ti conosco abbastanza da affermare che non l'avresti fatto solo per puro sfizio perché se davvero non ti fosse importato nulla di me, l'avresti fatto capire già da un pezzo. Me l'avresti detto, non avresti continuato a mostrarmi pezzi di te. Tu non sei come gli altri, ma ora ti avvicini a quella grande massa di uomini che credono di distruggere un rapporto mostrandosi felice con un'altra donna. So che quella ragazza non ti capirebbe più di quanto non l'abbia fatto io e non lo dico per egoismo, per superiorità. Hai capito che io so del tuo passato, che ti ho scoperto. E scommetto che tu hai ben pensato di allontanarmi solo perché mi sono avvicinata più del dovuto.
Pensi che me ne vada? Pensi davvero di distruggermi?
Continuo a camminare, persa in pensieri che mi opprimono fino a non avere più fiato, fino a sentire il freddo insinuarsi sotto pelle. Vado diretta verso chi ha cercato di starmi accanto, verso chi forse mi conosce di più, dopo il tempo trascorso assieme.
Suono al campanello, non prima di asciugare l'umido sulle guance.
«Hazel?»
Lo abbraccio forte, senza la paura di rompermi ulteriormente.

Mi porge una tazza fumante di cioccolata calda, assicurandomi che i suoi genitori non torneranno prima di cena.
Annuisco, la gola secca che mi fa passar la voglia di parlare. Alzo gli occhi per ammirare le pareti alte del soffitto, il calore che arriva dal moderno camino e le mani che si riscaldano a contatto con la porcellana.
Mi accoccolo sul divano blu oceano, sprofondando la schiena tra i morbidi cuscini, lasciandomi cullare dalla tranquillità del momento. Socchiudo le palpebre, sospirando lentamente.
«Grazie, Thom.» Mormoro, rivolgendogli un lieve sorriso che scompare quasi subito.
«Di nulla.» Si siede accanto a me, anche lui con la tazza bella piena.
«Se ti va di... parlarne...» Sussurra, distogliendo lo sguardo da me. Bevo un sorso, lasciando che il liquido si posi sulle labbra screpolate dal freddo, che scenda lungo la gola, rintanandosi nello stomaco che sento chiuso in una morsa. Bevo per scaldarmi, ma avrei solo voglia di vomitare.
Continuo a vedere le mani di quella biondina attorno a quei fianchi che ho stretto con le mie mani mentre mi baciava sotto le stelle. Spettinava con tutta libertà quelle punte corvine che attorcigliavo tra le mie dita ogni volta che ci avvicinavamo persi uno nell'altro. Sorrideva a quegli occhi che mi hanno guardata sempre con curiosità, con dolcezza, con divertimento, con passione. Restava accanto ad un ragazzo che mi ha completamente cambiata. In meglio.
«Ci si sbaglia a credere di essere gli unici?» Guardo il liquido scuro muoversi al tremolio delle mie mani.
«Cosa vuoi dire?» Inclina il capo, studiandomi. Non riesco a guardarlo negli occhi, mostrare una fragilità che non mi appartiene.
«Come si fa a far finta che qualcuno non ti abbia fatto soffrire?»
«Non si può... Bisogna chiedere spiegazioni, per capire...»
«... Ma se dovessi sentirti dire cose che ti farebbero ancor più male?»
«Deve valerne la pena.» Sussurra, chiudendosi nelle spalle.

Ne vali la pena, tu?
Non sarei qui se non fossi importante per me. Ti ho dato gran parte di me stessa, ho lasciato che ti facessi largo in quella parte che nemmeno conoscevo. Ho lasciato che mi parlassi, che mi baciassi, che mi stringessi a te ogni volta che ne avevamo occasione. Mi sono fidata di te quella volta che entrambi eravamo vagabondi di noi stessi, senza un luogo in cui stare se non insieme. Quella notte che aveva il cielo senza nessuna nuvola, il vento a scompigliarci i capelli e gli occhi che luccicavano come le stelle. Mi sono fidata a starti vicino anche quando eri ubriaco, perché credevi che l'alcol ti avrebbe fatto dimenticare, che ti avrebbe reso leggero e senza pensieri. Mi sono fidata sempre, anche quando tu avresti voluto che non lo facessi, anche quando cercavi di allontanarmi, ma poi eri il primo a ritornare da me.

Guardo gli occhi di un ragazzo che è sempre stato dolce e gentile nei miei confronti e vedo il marrone, non il verde smeraldo che mi perseguita anche quando non dovrebbe.
Gli rivolgo un tenero sorriso d'affetto e penso che lui sarebbe il ragazzo perfetto, ideale, ma poi penso se esistano dei prototipi quando si tratta di amare qualcuno. Mi chiedo se bisogna rispettare dei canoni di perfezione e mi vien da ridere. Tu non hai niente di perfetto, ma chi lo è? Li conosco i tuoi difetti, come te conosci i miei, ma non pensavo fossi così codardo da scappare da me perché so del tuo turbolento passato.
E' vero: io e lui non siamo niente, non sono nella posizione giusta per giudicarlo e pretendere che non stia con qualche altra ragazza che lo faccia sentire meglio. Non siamo altro che ragazzi che si rifugiano nelle debolezze dell'altro alla ricerca di un bacio rubato, del calore che scorre tra le mani intrecciate in un pomeriggio di dicembre.
«Deve valerne la pena anche per lui.» Sorrido amaramente rendendomi conto che non può esserlo se riesce a rimpiazzarmi con la prima ragazza.
Thomas resta in silenzio a sorseggiare la sua bevanda e lo imito, senza saper cosa dire, cos'altro pensare. Devo sentire la sua versione dei fatti, non posso certo giudicarlo solo da come vedo io le cose. Solo che la realtà mi sembra più evidente che altro, ma non sto qui a farne una tragedia. Aspetterò che sia lui a venirmi a cercare, non sarò io a rincorrerlo per un errore che non ho di certo fatto io.
«Sai di chi sto parlando, vero?» Abbasso lo sguardo.
«Credo di sì.» Annuisce.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ehi😘
Ok, questo capitolo credo sia uno dei più profondi, basato sulle domande che Hazel si pone davanti a questo "tradimento" se si può chiamare così.
Come vi sentireste voi? Siete d'accordo con lei?
Sembra proprio si voglia allontanare da Kyle, ma... ci riuscirà? E lui?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli!💕
Vi voglio un mondo di bene!!!! Siamo arrivati a 18.8k!!!😱😍

Al prossimo capitolo!!

Resta come inchiostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora