Capitolo 36

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«[...] E la mia stima, una volta persa, è persa per sempre.»
«Questo sì che è un difetto,» esclamò Elizabeth. «Il risentimento implacabile nuoce al carattere. Ma avete scelto bene il vostro difetto. Non ci trovo proprio niente da ridere. Per me, siete salvo.»
«A mio parere c'è in ogni temperamento la tendenza a qualche difetto particolare; è un'imperfezione di natura che non si vince nemmeno con la migliore educazione.»
«E il vostro difetto è la propensione ad odiare il prossimo.»
«E il vostro» rispose Darcy con un sorriso «è di ostinarsi a fraintenderlo.»

Leggo e rileggo le ultime righe del paragrafo, chiedendomi come faccia a non averlo letto prima. Mi perdo nelle parole di questo romanzo, notando, fin da subito, il carattere solare e vivace di Elizabeth. Ama la semplicità e adora la famiglia, l'amore per la lettura e per ciò che le sta attorno, osservando tutto come se fosse la prima volta. Mr. Darcy si fa spazio in questa storia con l'arroganza e la scontrosità di un uomo come lui. La mia curiosità aumenta sempre più perché, nonostante lui abbia un orgoglio smisurato, ed Elizabeth sia troppo attenta ai pregiudizi degli altri su Dracy, non riesco a far a meno di chiedermi cosa succederà. Incredibile, di una modernità pazzesca.
E forse un difetto non è altro che un qualcosa di diverso con il quale veniamo distinti. Non siamo difettosi, ma estremamente diversi. Se fossimo perfetti, non ci sarebbe bisogno neanche di alzare gli occhi al cielo perché vedremmo solo la nostra immagine riflessa, mentre un difetto ci porta ad osservare e confrontarci con gli altri. D'altro canto credo che, della persone, impariamo ad amare solo i difetti.

Mi preparo per andare da Thomas, infilo il cappotto color panna e adagio il cappello di lana grigio sulla testa, quasi fino agli occhi, lasciando che i capelli sciolti si diramino attorno al collo per evitare che il freddo si insinui nella giacca, facendomi rabbrividire.
Cammino nel mio silenzio, permettendo ai rumori urbani di creare una melodia che possa sostituire la musica trasmessa dalle cuffiette che ho dimenticato sulla scrivania. Le mani nelle tasche si chiudono a pugno cercando di scaldarsi, solo perché non mi ricordo mai di comprare dei nuovi guanti. Passo davanti al baretto poco distante dal liceo, dove sono andata con Thom, e quasi penso di essermi sbagliata. Noto Kyle uscire dalla porta in vetro, un caffè in mano e un ragazzo coperto da tatuaggi, fino al collo, che lo segue. La stazza di quest'ultimo è maggiore rispetto al ragazzo dai capelli corvini e parlano tra di loro prima che mi veda. Succede tutto come se avessi appena impostato lo slow motion: il mio sguardo incontra il suo e mi ci perdo dentro. Mi fermo sul posto seguita dal suo stesso movimento e ci guardiamo negli occhi come un colpo di fulmine in quei film sdolcinati, come se non ci fossimo mai visti prima. Eppure.
Faccio un sorriso timido e, Kyle, con un cenno della la mano, a quello che presumo essere suo amico, gli chiede di aspettare. Viene verso di me e mi manca un battito. Trattengo il respiro appena ce l'ho di fronte, i suoi smeraldi che vagano sul mio corpo, spogliandomi strato dopo strato, il calore che sento divampare come una scintilla che cresce sempre più, facendomi dimenticare del gelo che ci attornia.
«Ciao.» Pronunciamo all'unisono. Nascondo il mio imbarazzo, inclinando la testa un po' di lato, non prima di sistemarmi il cappello in modo da coprire interamente le orecchie.
«Dove vai?» Mi domanda, scrutandomi attentamente, infilando la mano libera nella tasca del giubbotto blu scuro. L'altra, ricoperta da un guanto che copre solo la prima metà delle dita, rimane scoperta per tenere il caffè caldo.
Vorrei averglielo chiesto prima io, ma tanto non mi avrebbe risposto, o almeno, avrebbe sviato l'argomento per evitare di parlare di lui. E' un suo difetto, ma in qualche contorto modo è una delle cose che mi fa logorare dalla curiosità perché ho sempre voglia di scoprire il più possibile su di lui.
«Da Thomas. Per studiare.» Preferirei non dargli spiegazioni, ma voglio fargli capire che questo ragazzo è solo un amico, niente di più. So che probabilmente gli potrà dar fastidio, ma non ne vedo il motivo visto che anche noi non siamo altro che... semplicemente noi.
Annuisce piano serrando la mandibola e sembra voler dire qualcosa ma si morde il labbro inferiore, combattuto se parlare o meno.
«Te cosa fai?» E' strano incontrarlo già per la seconda volta nella stessa zona. Comincio a credere per davvero che qualcuno ci stia usando come pedine.
«Non ti interessa davvero saperlo.» Sogghigna, riavviandosi i capelli e lanciando un'occhiata all'amico che lo aspetta, un po' irritato.
Rimango a fissarlo chiedendomi se dirgli qualcosa o lasciare che parli, per il gusto di farmi innervosire.
«Pensi sempre di sapere tutto, non è vero?» Lo stuzzico, abbozzando un sorrisino all'angolo della bocca.
Mi guarda in silenzio, analizzandomi. Il vento parla per noi, ci smuove come foglie di un albero, ma restiamo ancorate al suolo nonostante i nostri pensieri stiano volando via per chissà dove.
Si sbilancia in avanti, il viso che è a pochissimi centimetri dal mio, la sua bocca che si avvicina al mio orecchio. Percepisco il suo respiro, la pelle d'oca che si dirama da un punto, arrivando in tutto il corpo. Mi smuove molto di più del vento, quasi mi sposta. Le gambe tremano un po' e le mani sudano dentro alle tasche, la gola secca. Sento proprio il calore arrivare fino alle guance che sicuramente si sono arrossate, e non per il freddo. Siamo sul marciapiede di una strada, in mezzo alla gente e con l'altro ragazzo che lo sta aspettando, guardandoci.
«Scrivimi l'indirizzo del tuo amico» Pronuncia l'ultima parola con un tono piuttosto duro «e ti vengo a prendere appena avrete finito. Ti porto in un posto.» Lo sento sorridere, seppur non lo veda. Mentre si ritrae sento le sue labbra sfiorarmi la pelle del collo e della guancia destra, come se mi avessero appena toccato con una piuma. Vorrei molto di più, vorrei accarezzare il viso un po' ispido per la barba di qualche giorno, sentire il suo sapore e il piercing freddo sulle mie labbra.
Mi sorride impercettibilmente, lo sguardo profondo e il colore delle sue iridi che è di un verde molto intenso, il nero della pupilla che quasi lo ingloba.
Mi guarda un'ultima volta e si allontana al fianco dell'altro ragazzo, che sembra poco più grande di lui, per poi attraversare la strada e scomparire nel traffico. Scuoto la testa, cercando di non pensare a dove mi porterà una volta che avrò terminato la ricerca del professor Bennet, con Thomas.

Non puoi stare nella mia testa ventiquattro ore su ventiquattro. Dev'essere illegale una cosa del genere, non posso pensare costantemente a te o vedere qualcosa che mi ricorda il colore dei tuoi occhi, sentire il tuo profumo di menta e percepire la metà del calore che fai divampare dentro di me quando mi stai vicino. Scateni tutto ciò in me, e nemmeno lo sai. Lo fai e basta, e non posso farci niente. Provo a non pensarti, ma non ce la faccio. Ed è un bel casino.

Continuo a camminare, chiedendomi perché non abbia chiamato un taxi. Respiro e, per la condensa, una nuvoletta si crea a contatto con il gelo. Sorrido appena, abbassando lo sguardo. Inevitabilmente, penso a quando io e Chris eravamo piccole e, nei mesi più freddi, ci divertivamo a raccogliere dei bastoncini di legno, avvicinarli alla bocca e soffiare. Volevamo imitare i grandi mentre fumavano e facevamo a gara a chi creava la nuvoletta più grossa. Era buffa come cosa, ma ridevamo come non mai. E ora neanche ci parliamo.

"L'imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi"
Marilyn Monroe

Suono al campanello e indietreggio di uno scalino, aspettando che la porta si apra. Anche lui vive in una bella villa, l'ingresso che sarà grande quanto tutto il pian terreno della mia casa.
Thomas, con la sua eleganza e il suo sorriso, mi accoglie. Mi aiuta a sfilare il cappotto e mi fa fare un giro della casa, per farmi ambientare. Una stufa grande nel salotto scalda l'atmosfera, ricordandomi già le feste natalizie. Ampi tappeti e un divano enorme, una cucina moderna da sembrare inutilizzata, e tante di quelle stanze che ora non ricordo più, quando è il momento di sederci davanti al computer. Il tavolo in mogano è così lucido che ho il terrore di rovinarlo per qualche mio solito movimento sgarbato.
«Davvero una bella casa.» Annuisco, guardandomi ancora attorno, famelica di nuovi dettagli da ammirare. Thom, stretto in uno dei suoi maglioni di cashmere, mi sorride di nuovo dicendo che sono fin troppo gentile. A confronto, casa mia, è un quarto di questo posto, ma non mi lamento. Preferisco rimanere nel modesto, sono più a mio agio.
«Okay, iniziamo!» Si sistema il colletto della camicia che appare dallo scollo a V e digitiamo su internet quello che ci occorre, alternando a qualche testo della libreria di sua madre.

Una volta che abbiamo terminato il lavoro, ci prendiamo una pausa sorseggiando un tè caldo davanti alla finestra. Gli racconto di come vanno le solite cose e gli chiedo cosa l'abbia spinto a frequentare il corso, ma la risposta è molto simile alla mia. Mi piace poter conversare con una persona che mi capisce, che va d'accordo con i miei pensieri. Solo che, col passare del tempo, mi accorgo della differenza abissale che c'è tra lui e Kyle. Quest'ultimo ha qualcosa che mi lascia sempre col fiato sospeso, sollevata di un centimetro da terra e mi chiedo, mentre lo saluto definitivamente, cosa mi spinga verso di lui, cosa ci trovi nel suo carattere riservato ma, al contempo, pieno di sorprese. Se potessi conoscermi un po' meglio, troverei anche delle risposte.

Dal negozio di alimentari
in fondo alla via.

Scrivo velocemente, per non congelarmi le mani. La risposta non tarda ad arrivare.

Ti avevo detto di non camminare al freddo.

Ridacchio, chiedendomi da dove gli esca questo suo lato premuroso e autoritario. Cosa stiamo combinando? Cosa lo chiedo a fare, non lo sai nemmeno tu.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ma ciauuuuu😍
Come state popolo di Wattpad?!😘
Okay spero che questo capitolo vi sia piaciuto un po' di più!
VI VOLEVO DIRE CHE LA VERA STORIA inizia da ADESSO! Lo so che vi sembrerà un po' strano, ma nel prossimo capitolo si scoprirà un segreto!😍
E più avanti andiamo più verrete a conoscenza di nuove cose!
I misteri verranno svelati da adesso in poi! Anche perché ormai siamo al capitolo 36 ahahaha😂
Preparateviiiii😍
Fatemi sapere se vi è piaciuto!
E spero che il problema tecnico riguardo ai commenti nel capitolo 35 non accadano di nuovo!
Speriamo in meglio!
Ci vediamo al prossimo capitolo!💞

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