Capitolo 18

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«Kyle...» Sussurro, come per imprimere nella testa il suono del suo nome, lettere perfettamente combinate tra loro.
«Kyle?» La mia compagna di banco fa eco. Mi guarda interrogativa, cercando di dare una spiegazione logica al mio comportamento.
«Niente, Sheldey» Replico decisa, senza far trasparire l'imbarazzo.
«Pronunciare nomi a caso durante l'ora di matematica e contemplare la lavagna con sguardo perso, non sembra niente» Non è un nome a caso. Rimarca l'ultima parola con una smorfia, allo stesso tempo divertita dal mio assurdo comportamento. Si, perché è davvero assurdo. Abbasso lo sguardo sul quaderno e noto con delusione che è completamente vuoto; solo la data occupa un piccolo spazio nell'angolo a destra.
Sheldey mi scruta curiosa dietro i grandi occhiali che le rendono gli occhi blu, un azzurro profondo e intenso, delle grandi gocce d'acqua. Ricorda la rugiada adagiata su una foglia o sui petali di un fiore in primavera, sfumature tendenti al verde che richiamano il colore dei fili d'erba sottili che si diramano in varie direzioni senza un senso. Alterna lo sguardo tra la mia espressione pensierosa e la mano che armeggia distrattamente la penna nera.
«Dico sul serio... non è niente» Il mio tono incerto non sembra affermare ciò che dico, tutto il contrario. Cerco di guardarla con occhi sinceri, ma so che traspare la mia voglia di condividere con una persona la giornata che ho trascorso con questo ragazzo. Non è stato niente di entusiasmante, ma si può stupire anche con la semplicità che ha caratterizzato la nostra breve uscita. Dicono che le piccole cose portino alla felicità e forse mi sono avvicinata, anche se non ho la più pallida idea di come si raggiunga uno stato gioioso tale da poter dire di essere finalmente felice. Non esiste la felicità, piuttosto degli attimi che ti danno un assaggio, ti fanno assaporare il gusto di sentirsi sospesi di qualche centimetro dal suolo. Sarebbe bello sfidare la gravità... bellissimo quanto impossibile.

«Signorina Howard sta ripetendo la lezione con la sua compagna di banco?» Il professore sottolinea e mi fa notare quanto oggi sia particolarmente fuori dal mondo, immersa nei pensieri. Lo sono di mio -fin troppo distratta. Tendo ad estraniarmi come una bambina dalla realtà e ho cercato di rimediare più volte a quello che può essere preso come un difetto, ma invano. Una volta che la mia mente comincia a pensare, quel qualcosa lo plasmo piano piano fino a renderlo concreto nella mia testa. La maggior parte delle volte lo faccio involontariamente, è un qualcosa che non controllo, come se cominciassi a viaggiare su una strada parallela a quella reale.
«Mi scusi» Mi affretto a rispondere con garbo, abbassando lo sguardo sul foglio, presa dalla vergogna e dal timore che possa cambiare opinione su di me. Quest'uomo è affetto da un bipolarismo pazzesco e fortunatamente mi ha presa bene in questi anni, ma fare un passo sbagliato potrebbe portare ad odiarmi. Non sto inventando niente di tutto questo perché basti guardare come si comporta con gli alunni che sono sul suo registro nero e le mie parole diventano più vere di quanto possa ammettere.
Matematica non mi ha mai convinta, anche se comunque mi impegno ugualmente. Non c'è una classifica di ciò che mi piaccia fare di più, però la detesto proprio. Non sono nella posizione di giudicare, ma solo il fatto che sia così schematica rispetto alle materie umanistiche, non mi permette di vederla con gli stessi occhi di chi la esalta e la rende migliore delle altre. E' una materia oggettiva, molto inquadrata, senza niente che la possa contraddire, a differenza delle parole che si possono usare nella letteratura, come qualcuno possa cambiare opinione su qualcosa senza paura che possa essere sbagliata.

Al suono della campanella mi precipito all'uscita, dopo aver salutato di fretta Sheldey.
Raggiungo l'aula, con le mani che tremano e il fiato corto. Fortunatamente è vuota e riesco a posizionarmi in prima fila. Sono agitata perché oggi è il giorno che ho atteso, probabilmente, più di tutti, impaziente. Verranno annunciati i risultati dei temi, chi si aggiudicherà il posto per il corso extrascolastico di letteratura inglese. La gamba si muove freneticamente sotto il banco, su e giù, su e giù.
Poco dopo, entrano in aula i miei compagni e la professoressa, una delle mie preferite, fa il suo ingresso. La camminata decisa, la gonna a tubino e la camicia bianca e candida perfettamente stirata.
Questa donna è avanti negli anni, ma non sembra neanche dimostrarli vista la cura che ripone in ogni minimo dettaglio, come il rossetto sulle labbra o un fine fermaglio trai i capelli.
«Buongiorno ragazzi» Ci saluta con un cenno del capo e un sorriso rilassato, il tono calmo.
«Salve professoressa Mccan » Rispondiamo quasi in coro.
«Allora -posa lo sguardo velocemente su tutti noi- ho letto i vostri temi e, come già informati, sapete che alcuni di voi frequenteranno gratuitamente il corso extra di letteratura inglese» Fa una pausa per poi riprendere «Avevo detto che sareste passati in due, ma, dopo averli letti e valutati... ho deciso che cinque di voi avranno accesso al corso.»
Si leva un mormorio d'approvazione per la bella notizia, segno che ci sono più probabilità di entrare nel numero chiuso, anche se sono sempre stata una ragazza poco sicura, con giusto un pizzico -quasi invisibile- di convinzione solo in certe occasioni.
«Prima che vi dia i risultati avete delle domande?»
Alzo la mano insieme ad altri ragazzi. Essendo in prima fila mi vede subito e con un cenno del capo mi da il permesso di parlare.
«Mi scusi, il corso verrà condotto da lei?» Chiedo cambiando posizione sulla sedia, accavallando la destra sopra la sinistra.
«Il corso verrà condotto da un professore che conosco bene. È davvero in gamba e non vedo l'ora che lo conosciate» Fa un sorrisetto, le labbra che si incurvano appena.
Speriamo di conoscerlo!
«Professoressa, saremo solo in cinque?» domanda un ragazzo.
«Be', ovviamente non sarete solo voi. Ci sarà un'altra scuola che ha partecipato per vincere.»
«Il foglio degli orari e dei giorni quando verrà consegnato?»
«Lo troverete in segreteria lunedì.»
Dev'essere davvero una splendida esperienza... penso sempre più convinta che sarà difficile ottenere uno di quei cinque posti.
«Altre domande?» Incrocia le braccia al petto, appoggiandosi alla cattedra. Nessun altro ha delle questioni da porre, perciò sospira e riprende a parlare.
«D'accordo... prima di iniziare la lezione vi dico chi è passato sennò non seguite con la giusta attenzione, avendo altri pensieri per la testa»
Se un attimo prima desideravo ardentemente di sapere, ora come ora vorrei non sentire.
Prende un foglio dalla sua valigetta di cuoio appoggiata sulla sedia, oltre la cattedra. Nel mentre che compie questa azione, sembra che il tempo si fermi e che vada tutto a rallentatore, come in slow motions.
«La prima è... Helen» Alza il capo, riservando una breve e fugace occhiata alla prima ragazza.
-4. Le mani cominciano a sudare.
«Poi... Greg» Alza un angolo della bocca, per poi abbassare lo sguardo e dirigersi verso la successiva riga.
-3. La gamba aumenta il ritmo di movimento sotto il banco.
«La prossima è Sharon»
-2. Il respiro accelera.
«Mikel e...» Vaga con lo sguardo sul foglio, intenta a cercare il prossimo ed ultimo nome.
-1. Le unghie sembrano diventare oggetti antistress tra le mie labbra.
«E infine... Hazel»
Nel momento esatto che sento pronunciare il mio nome, la tensione sembra scomparire d'improvviso, un sorriso che si apre sul mio volto. Quasi non mi sembra possibile di aver superato un gradino che mi sembrava troppo alto, ma l'esserci riuscita risulta come una rivincita nei confronti della mia insicurezza che mi porto addosso come un capo di vestiario.

Cammino per il corridoio principale, il mio volto raggiante costellato da un sorriso che non riesco a reprimere. Sono contenta di aver ottenuto questa possibilità che gioverà solo a mio favore per il futuro -magari- lavorativo. Inoltre domani, con l'inizio del week end vedrò di nuovo Scarlett con la quale riesco a condividere molte cose e mi sento veramente bene in sua presenza. Percepisco la libertà di potermi confidare con una ragazza che inevitabilmente -forse nel momento più inaspettato- ha cominciato a far parte della mia vita.
Appena esco da scuola mi dirigo verso l'attraversamento per raggiungere la fermata dell'autobus. A qualche metro scorgo una figura appoggiata, con scioltezza, ad un palo. Noto il suo sguardo magnetico voltato nella mia direzione e riconosco quel paio di occhi che si intravedono sotto il cappuccio che porta sul capo. Ritrovo in questo atteggiamento quel misterioso ragazzo, rivedo le spalle larghe racchiuse in una maglia di Kyle. Alzo lentamente, con fare timido, una mano in segno di saluto e ottengo come risposta un sorrisetto sfacciato, un ghigno che si fa strada all'angolo della sua bocca. Pochi secondi dopo se ne va, portandosi dietro il mio sguardo curioso, la mia voglia di raggiungerlo sull'altro ciglio della strada per chiedergli cosa ci facesse qui. La mia testa piena di forse, punti interrogativi, frasi lasciate in sospeso. Sospiro, il mio corpo che rimane imbambolato.
Il silenzio che mi attornia, come un involucro, scoppia portandomi di nuovo a contatto con la realtà. Il suono di un messaggio, la mia mano incerta che lo prende dalla tasca.

Lo so, non te l'aspettavi

Il fiato sospeso, bloccato tra le mie labbra che si schiudono senza motivo, boccheggiando come se mi avessero strappato il suono della voce.

No, hai ragione.
Come hai fatto ad avere il mio numero?

Prendo il coraggio per chiederglielo, anche se sono quasi sicura non mi risponderà. Se prima si parlava di matematica, lo paragonerei ad un problema irrisolvibile, un incognita ancora senza la sua risposta.

Me lo chiedi anche se sai, dentro di te, che non ti posso rispondere.

Perché non potrà rispondere ad una che sembra una semplice frase dal tono interrogativo? Voler dare una risposta ad un mistero come lui, mi porta a volerlo conoscere meglio di quanto mi voglia consentire. Sembra non sia intenzionato a dirmi le cose, ma so che in realtà non aspetta altro che la mia curiosità.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Hei😍
Allora... Scusatemi per il capitolo! Scusate se non è successo niente di particolare, ma avevo bisogno di scriverne uno di passaggio... Quindi mi scuso se purtroppo non vi è piaciuto.
Kyle è riuscito ad avere il numero di Hazel! Sorpresina!
È tutto un mistero! Però piano piano andremo a conoscere più cose dei personaggi!
Grazie per le letture!😍
Ci vediamo al prossimo capitolo!💕

P.s volevo ringraziare AryaStarkSn per aver aggiunto la mia storia alla sua libreria e averla letta. Ho ricevuto anche bellissimi commenti e ti volevo ringraziare! Sei gentilissima e davvero tenera!❤️😍

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