Capitolo 16

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La campanella rimbomba all'interno della scuola e tutti si affrettano ad uscire. Ripongo il mio libro di storia nello zaino e anche ciò che c'è sul banco tra cui: un astuccio strapieno di penne e matite, un quaderno per gli appunti e un foglio completamente scarabocchiato.
Carico lo zaino su una spalla e attraverso il corridoio con fiumi di persone che vanno in qualsiasi direzione. Sono le due e mezza e il giovedì non ho nessun corso extracurricolare, nel pomeriggio, perciò me ne torno a casa senza dovermi preoccupare di comprarmi un panino o qualche barretta energetica alle macchinette.
Incrocio di sfuggita la mia professoressa di letteratura e ripenso al tema che abbiamo fatto oggi. Sono rimasta senza parole, col fiato sospeso, non appena ci ha spiegato cosa comportava un buon voto nella verifica scritta di stamattina. Pochi di noi sarebbero passati, o meglio, chi avrebbe scelto perché dipende tutto dal suo giudizio che è alquanto personale e soggettivo. Perciò non posso nascondere di non essere stata un po' sotto pressione, ma ho cercato di fare del mio meglio per ottenere la partecipazione ad un corso extra scolastico che darà dei crediti per un lavoro futuro in questo campo.
Una volta essermi sbarazzata della bolgia di ragazzi, noto, seduta sul muretto, Chris. Sta fumando insieme alla sua cerchia di amici, dei suoi soliti amici, per l'esattezza. Distolgo lo sguardo e mi concentro nell'attraversare dall'altra parte della strada dove c'è la solita fermata. Non posso continuare a pensare a lei e alla sua cattiva compagnia che sono sicura le stia dando soltanto un brutto esempio, portandola a fare un percorso sbagliato. Però non mi permetto più di preoccuparmi di lei, dal momento che sono stata la prima ad essere lasciata in disparte.
Mentre aspetto, il mio cellulare trilla per l'arrivo di una chiamata da parte di mia madre.
«Pronto?» Rispondo monotono.
«Ciao Hazel, sono io. Ti volevo avvisare che sto portando Benny dal dentista perché me ne ero completamente scordata... non c'è niente di pronto da mangiare, mi spiace»
«Non importa, troverò qualcosa da mettere sotto i denti... papà torna stasera, giusto?»
«Si si»
«Okay, ci sentiamo poi in giornata»
«A dopo»
Riattacco e salgo sul piccolo autobus, diretta verso casa.

Mi sto seriamente impegnando nell'intento di mangiare qualcosa che sia commestibile. Il pane è finito, perciò addio all'idea di farmi un bel sandwich. La sola scelta sembra quella di prepararmi un'insalata, ma ne posso fare volentieri a meno di mangiare l'unica verdura che non mi piace, tranne che in un bel cheesburger.
Esco fuori di casa e mi siedo sulle scalette con il telefono in mano per cercare di capire cosa preparare in poco tempo. Ho proprio bisogno di un po' d'aria visto che stavo veramente sudando in quella cucina. Accedo sul motore di ricerca e digito 'ricette semplici e veloci in dieci minuti'. Ci sarebbe davvero da ridere, però mi arrendo all'idea di imparare ad usare fornelli, microonde e pentole. Sono davvero un disastro, lo ammetto.
«Uff...» Sbuffo, mettendomi le mani tra i capelli. Va bene, oggi non mangerò anche perché non ho intenzione di uscire in cerca di qualche bar, sono esausta.
«Siamo molto rilassati...» Sghignazza una voce che mi è alquanto familiare.
Alzo di scatto il volto, distogliendolo dal display del telefonino, per puntarlo su due occhi divertiti. Le braccia sono incrociate davanti al petto e dalla t-shirt scura compaiono diversi tatuaggi che si attorcigliano lungo i bicipiti, fino alle nocche.
«Mi hai spaventata...» Rilascio un sospiro, dato che non mi ero accorta della sua presenza.
L'espressione rilassata e divertita.
«E' alquanto bizzarro come siamo presi da altre cose, non accorgendoci di ciò che abbiamo intorno»
«Non ti seguo...» Lo guardo attentamente cercando di capirlo, ma mi riesce alquanto difficile, quasi impossibile.
«Eri distratta da un'altra cosa» Fa spallucce, il tono ovvio come se avesse detto una cosa scontata. Be', del resto è proprio così, ma non ci posso fare molto se il problema di mangiare mi sta facendo venire l'emicrania. Mi arrendo, non mangio... motivo in più per perdere qualcosina di troppo dovuto ai dolci.
«Si, certo che ero distratta! -rilascio le braccia per poi alzarmi e camminare verso l'entrata- stavo cercando dei metodi veloci per preparare qualcosa da mangiare, visto che il frigo sembra essersi svuotato dal nulla!» Esasperata, metto il cellulare in tasca e faccio scattare la serratura.
«Vieni a mangiare con me» Dice d'un tratto con nonchalance. Mi volto e lo sorprendo che ghigna. Ormai mi chiedo se sappia fare solo quello. Sono un attimo confusa.
«Me lo stai chiedendo o...» Lascio in sospeso la frase, girovagando con lo sguardo dappertutto tranne che su di lui. L'imbarazzo comincia a farsi sentire.
«Diciamo che lo pretendo, dato che dovrai pur mangiare qualcosa» Fa spallucce. Mi sarei forse aspettata tutto, ma non che mi invitasse, o meglio, mi portasse senza 'se' e senza 'ma' a mangiare fuori in sua compagnia.
«Non è importante, di sicuro non muoio» Cerco di smorzare l'imbarazzo che, come una bolla di sapone, mi circonda.
«Okay... andiamo?» Sembra intenzionato a non mollare. Non mi da fastidio che insista, però non so se mi sento di uscire con lui dato che lo conosco appena.
«Uhm... io...» Annaspo, contorcendo le mani tra loro.
«Non ti fidi?» Mi guarda ora con espressione seria, smettendo di scherzare. Si caccia le mani nelle tasche della felpa, continuando a riservarmi un'attenzione quasi insistente, come se cercasse in tutti i modi di spogliarmi dall'agitazione che sento addosso, per capire cosa ho intenzione di fare o di rispondere. Sinceramente non lo so nemmeno io, sono combattuta. Non è che non mi fidi lui però...
«N-no no, mi fido» Concludo.
«Allora ti chiedo se... vuoi venire a mangiare con me»
Sto un attimo in silenzio, valutando la situazione. D'altronde, mi fa anche piacere... magari ho anche l'opportunità di conoscerlo meglio.
«Va bene» Sorrido timidamente.
«... Ma c'è un però» Ridacchia, osservandomi, parlando al posto mio.
«Ecco, devo mettermi qualcosa di più decente» Dico, osservando la mia tuta da casa.
Alza gli occhi al cielo, divertito.
«Come vuoi -alza le mani- ma non metterci venti minuti come la scorsa volta»
Rido, notando come si ricordi quel particolare. Osservo le sue fossette farsi largo agli angoli della bocca. Mi volto e ed entro in casa.
Okay, mi devo muovere.

Mi sono messa semplicemente un paio di jeans attillati e una felpa blu, sempre con le mie Vans nere. L'immagine allo specchio non è male e mi convinco che questo outfit possa andare benissimo per un'uscita decisa su due piedi. Sospiro e raggiungo il telefono in modo da lasciare un messaggio a mia madre in caso ritorni e non mi trovi.

Io esco, tienimi aggiornata se ti serve qualcosa

Chiudo la porta d'entrata alle mie spalle e in questo esatto istante mi arriva la risposta in cui mi avverte che sono ancora in sala d'attesa e che ci metteranno un po', perciò è molto probabile che torni comunque prima io.
Mentre percorro il vialetto, lo vedo appoggiato alla macchina con il cellulare in mano, ma appena arrivo, lo rimette in tasca e apre il veicolo. Percepisco il suo sguardo e cerco di non farci caso, nonostante le mie goti si siano sicuramente tinte di un rosa più scuro. Questa volta salgo accanto al guidatore, mettendo da parte la timidezza momentanea.
«Dove andiamo?» Provo a chiedere. Distoglie gli occhi curiosi e aziona il motore, poggiando le mani sul volante. Si morde il piercing al labbro e ghigna tra sé e sé, come se avesse davanti un clown. Che sarei io.
«Sei sempre troppo curiosa» Scuote la testa, immettendosi sulla strada. Preme sull'acceleratore e istintivamente sorrido, divertita. Sfreccia sull'asfalto come un aeroplanino di carta che ha appena spiccato il volo.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Hei😍
Come state?!
Nuovo capitolooo❤️
Spero vi sia piaciuto... È incentrato solo su loro due e anche il prossimo capitolo!
Si scoprirà qualcosina...
Fatemi sapere se vi è piaciuto!😍
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!💕

P.s se vi va andate a leggere la bellissima storia della mia amica GirlOnBookC

E volevo ringraziare due mie nuove lettrici:  SaraCincotti sofiocchi

Resta come inchiostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora