Capitolo 20

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Ripasso a mente gli ingredienti che mancano per la torta, decidendo infine di trascriverli sul promemoria del cellulare. Verranno Elizabeth e Scarlett, perciò mia madre cucinerà la Red Velvet che ama tanto. Sistemo i ciuffi dei capelli che si riversano sul viso sempre in modo disordinato. Vedere la mia immagine riflessa, riporta la mia mente a giorni fa in cui stavo qui, all'entrata, per controllare di essere a posto. Kyle mi aspettava proprio oltre la porta, il sorriso che cercavo di reprimere. Dal momento in cui mi sono resa conto che volevo conoscere di più su di lui, tutto intorno a me è sfumato, i suoi occhi che mi guardavano con insistenza, quel verde che ti ipnotizza, che si imprime sulla pelle, senza andarsene. Il suo sguardo magnetico e inevitabilmente misterioso, quel gesto di spettinarsi i capelli corvini... Ridacchio, scuotendo la testa. Certe volte mi sembra quasi di esagerare, di pensarci troppo. Non dovrei, anche perché non sembra interessato granché alla mia presenza, oppure è troppo fugace per soffermarsi a perdere tempo con una come me. Una come tante che non ha niente di speciale, niente di diverso dalla massa. Eppure spero di non essere l'unica a volerlo vedere, a voler parlargli. Quel ghigno sfacciato che può solo che irritare, mi da un senso di divertimento e in qualche modo vedo in questo semplice gesto qualcosa che lo contraddistingue dagli altri. Io, invece, probabilmente non ho altro che un'eccessiva timidezza e l'esagerata semplicità e spontaneità quando si tratta di arrossire.

Arrivata al supermercato mi perdo tra gli scaffali, le corsie solitarie. Non so se sia per il fatto che è domenica mattina, ma non c'è molta gente in giro. Presto attenzione a tutto, ai prodotti che dimostrano essere economici senza abbassarne la qualità. Mi dirigo nel reparto bibite per comprare il succo alla pesca che piace tanto a Benny, anche se il suo nome completo è Benedeth. Siamo abituati a chiamarla col nome abbreviato perché il suono è dolce, simpatico da sentire, e rispecchia la sua personalità singolare. Una caratteristica che la distingue.

Appena incontro lo sguardo della ragazza dal taglio a caschetto rosa, vorrei ritornare sui miei passi ma è troppo tardi. Fa parte della compagnia di Chris insieme a quel ragazzo biondo della fermata. Faccio finta di niente, ma è inevitabile.
«Ciao! Sei Hazel, no?» Sorride con un fare che non mi piace, come se stesse recitando una parte o che addirittura stesse indossando -in modo figurato- una maschera per apparire quella simpatica... ma ai miei occhi si mostra la solita di sempre. E' gente che non frequento, proprio perché danno la sensazione di approfittarsi delle persone per arrivare a degli scopi.
«Si.» Mi limito a dire, dimostrandomi fredda e impassibile al suo sorrisetto divertito. Che poi, come fa a sapere il mio nome? Probabilmente, l'unica risposta plausibile è: Chris.
«Sei in gran forma!» Mi squadra dal basso verso l'alto e non posso non scorgere quella smorfia, quasi impercettibile, quando si sofferma sul mio maglione più grande di due taglie. D'altra parte anche io non posso non notare la sua gonna e la sua maglietta, annodata in vita. Mi chiedo con che coraggio esca di casa così. Non sono nella posizione di giudicare, ma la cosa è parecchio oggettiva. Comunque, non sarebbe questo il punto critico... è il suo modo di comportarsi e atteggiarsi che proprio non sopporto. Certe volte mi chiedo ancora come Chris abbia potuto farmi questo, come si possa sentire bene in presenza di questi ragazzi.
«Sono Amanda» Sorride, con superiorità. Come se fosse indispensabile conoscere il tuo nome, vivevo lo stesso senza saperlo.
«Piacere» Dico sforzandomi di rimanere abbastanza educata. L'unica cosa che desidero è andarmene via di qui al più presto. Faccio un sorriso tirato e mi volto, lasciandomela alle spalle. Sospiro, per il sollievo, ma troppo presto.
«Ah... volevo darti questo» Sposta il cestello di birre sulla mano sinistra e, con l'altra, estrae un bigliettino dalla tasca del giubbotto corto. Curiosa mi avvicino e lo apro, leggendo velocemente un indirizzo. La guardo interrogativa e mi chiedo a cosa si riferisca, più precisamente cosa c'entri in tutto questo. Neanche mi hanno mai guardata questi tipi.
«Evan da una festa sabato prossimo.»
«Non vedo il motivo di tale invito e poi non lo conosco nemmeno questo Evan...» Sussurro, guardando ancora confusa quel bigliettino strappato e scritto malamente.
«Tesoro, Evan è il capitano della squadra di football... capelli biondi... occhi azzurri... insomma, non dirmi che non l'hai mai visto!» Sospira, come se avessi appena detto qualcosa di tremendo o che addirittura abbia confidato di non conoscere Robert Pattinson.
«S-si si ho capito... ma perché dovrebbe invitarmi? Neanche ci siamo mai parlati» Faccio spallucce, la situazione davvero ridicola. I suoi occhi scuri riflettono le luci al neon e, divertita, sposta il peso su un fianco, guardandomi per quella che sarà la centesima volta. Ho capito che non ho il fisico come il tuo.
«Un motivo in più per conoscervi, non trovi? Più persone ci sono meglio è... ti aspettiamo, Hazel!» Ridacchia, per poi voltarsi e dirigersi con passo suadente verso le casse. Quei trampoli che si ritrova ai piedi non aiutano di certo a camminare comodamente.
Io ed Evan non abbiamo proprio niente da dirci, nessun argomento che possa accomunare entrambi, o qualche passione. Non è un tipo con il quale mi piacerebbe parlare, cominciando dal fatto che lui e Amanda mi hanno strappato via la mia migliore amica.

Esco dal supermercato con un sacchetto piuttosto pieno e, nel mentre che cammino, un vociare vicino attira la mia attenzione. Mi giro e vedo quel trio che non sopporto, inclusa Chris. Si stanno bevendo le birre, il sorriso sui volti e lo sghignazzare eccessivo e insensato. Mi si chiude lo stomaco, non sopporto il fatto di vederla ridotta così. So che in realtà non lo vuole, deve per forza pensarla in questo modo. Sono state lunghe le prime notti in cui la consapevolezza di non averla al mio fianco diveniva sempre più concreta e maledettamente reale. Mi rimane sempre difficile accettare quello che vedo, arrendermi davanti all'evidenza; le cose sono andate per questo verso e  non si può tornare indietro sui propri passi. Parlo tanto, ma non sono poi così sicura che accetterei -su due piedi- di perdonarla dal nulla, nascondendo le lacrime che hanno bagnato il cuscino diverse volte.

Arrivata a casa, poso la spesa sul tavolo e poi salgo le scale dirigendomi verso la camera. Inevitabilmente sento una strana stanchezza addosso come se, la scena di quella combriccola, mi avesse scombussolata. Avevo ben presente la realtà, ma forse non così bene da poter realizzare che della stessa Chris, di quella ragazza che ho sempre aiutato, di quella giovane in cerca di affetto... non ne è rimasto forse che un briciolo.
Mi avvicino alla finestra e permetto agli occhi di incastonarsi insieme al traffico della strada, rimanere rinchiuso nei tanti colori che la rendono viva. Probabilmente non capisco, ha ragione Kyle. Forse è tutto troppo complicato e io non ho la forza adatta o il coraggio per abbattere le frontiere delle difficoltà. Magari sono troppo ingenua, persa in pensieri irrilevanti come il tema in classe. Ci sono cose più serie e più complicate di una verifica scritta, ma non ho il mezzo per rendere il tutto più semplice.

D'un tratto vengo distratta dal trillo del mio cellulare. Sulla schermata appare la notifica di un nuovo messaggio da quel numero sconosciuto che ho dimenticato di salvare in rubrica.
Sorrido, mordendomi d'istinto il labbro inferiore.

Alle cinque nel parco. Solito posto di ieri.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Hei😍
Come state?!💕
Allora... Siete curiosi di come andrà a finire la cosa?!😂
Amanda è davvero odiosa! Voi cosa ne pensate di lei? Secondo voi è buona o no?
Hazel ci andrà alla festa?😍
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, anche se è un po noioso... Ma ecco, Hazel doveva incontrare un po di nuove persone e ho scelto Amy.
Bene... Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Un bacione a tutti!💕
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!❤️

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