Capitolo 38

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«Luke, dove cazzo l'hai messo il disegno che ho fatto ieri?» Esclama Jake, la voce che arriva fino all'ingresso e il tono che è più che irritato.

Sono voluta restare, e non perché me lo stesse chiedendo Kyle. Sono rimasta per scoprire più di questo mondo che non conosco, ma che mi affascina tantissimo. Non so se sia per via della mia passione per il disegno, ma l'aspetto artistico e morale che c'è in questo lavoro, mi sorprende. Penso a quante persone tatueranno qualcosa, penso alle molteplici storie che vengono raccontate, al significato nascosto dietro ad un simbolo, ad intrecci che ti van fin sotto pelle, e oltre.
Ho deciso di restare per conoscere gli altri ragazzi che, come Kyle, hanno deciso di prendere questa strada di non ritorno. Perché riesco ad immaginare la passione che mettono nei loro lavori, l'anima che si interseca a quella di mille altre persone con dell'inchiostro che non si cancellerà più. E ci vuole coraggio, ci vuole fegato a superare quella paura del per sempre.

«Ti ho già ripetuto che, io, nel tuo studio non ci entro neanche morto.» Esordisce, di rimando, il fratello gemello.
Appena sono entrati, hanno spazzato via quel silenzio che si era preso possesso delle pareti di questo luogo, la tranquillità che è scemata, sovrastata dai loro litigi. Non si assomigliano molto, eppure ti verrebbe da affermarlo per i tatuaggi che coprono i corpi di entrambi. Si intravedono dalla maglietta e spuntano fino al collo, soprattutto per quanto riguarda Jake. Quest'ultimo è lo stesso che ho incontrato questa mattina e non mi ci è voluto molto per capire che non mi sopporta. Appena entrato, mi è stato rivolto uno di quegli sguardi gelidi e penetranti che vorresti scordarti, un'occhiataccia che mi avrebbe ridotta in fumo in un secondo. Invece, sono rimasta colpita dalla solarità dell'altro fratello, Luke. Decisamente più accogliente, ma d'altra parte sono pur sempre una sconosciuta, una di troppo.
Mi sono sentita a disagio subito, ma poi, appena imboccato il corridoio, è sparito. La tensione si sente nell'aria e Kyle passa per l'ingresso rivolgendomi quello sguardo che bacerei tutto fino a non avere più fiato.
«Tutto apposto?» Si limita a chiedere, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans un po' slavati che gli danno quell'aria trasandata tipico di un'artista, di un uomo che si perde nell'arte della sua espressione.
Poggio la rivista, sistemandomi meglio sul divanetto.
«Certo! Guarda come ti credo! Fatti qualche domanda se ho più clienti di te!» La voce profonda di Jake interrompe il momento, mettendosi tra di noi, tra i nostri occhi che non smettono di cercarsi e parlarsi.
«Chiudi quella cazzo di bocca, idiota!» Luke sbatte la porta del suo studio, creando una linea di confine con il fratello.
«Bene... direi» Ridacchio, in silenzio, senza farmi sentire dai due che continuano ad urlarsi contro cose non vere, solo per il semplice piacere di zittire l'altro.
«Ogni tanto sono dei veri coglioni, sono stufo dei loro comportamenti palesemente infantili.» Sbuffa, riavviandosi i capelli corvini.
«Capita, non è una rarità vedere due fratelli litigare» Faccio spallucce, divertita ancora dal loro comportamento.
«Mmh» Si limita ad un suono che però non esce dalle sua labbra, rimane rinchiuso, all'interno di quella cassa toracica che molto spesso gli fa da gabbia.
«Andrò a parlare un attimo con Luke» Prendo l'iniziativa, alzandomi.
«Non credo che...» Prova a fermarmi, ma non ho bisogno che mi freni. D'altro canto, non stavo combinando nulla e non sopporto far passare il tempo, sprecandolo.
«Mi fa piacere e... non mi piacerebbe entrare in un negozio e sentire questa tensione nell'aria.» Dico semplicemente, intendendomene di atmosfere rilassanti. E' come entrare in una libreria, in un certo senso. Ti si apre un mondo di storie davanti, le vedi sfilare una dopo l'altra, il silenzio e l'armonia solitaria che aleggia in luoghi nei quali, come questo, vieni a portare una parte di te stesso. Ci sono molte foto ad adornare le pareti, a rappresentare il 'vissuto' di questo posto.
«Vieni qui.» Mi sussurra e lo raggiungo senza esitare, il bisogno costante di sentire il calore del suo corpo, la sua presenza che non mi destabilizza ma mi infonde sicurezza, una strana sensazione di protezione. Infila una mano tra i capelli e mi attira a sé, abbracciandomi e posandomi un dolce bacio sulla fronte per dirmi, quasi inconsciamente, che lui c'è. Lo stringo forte, come a voler pretendere di unire i nostri corpi, far si che diventino un intreccio di fiori come nel suo disegno.

«Posso entrare?» Domando a bassa voce, dalla porta che ora è semichiusa. Faccio il primo passo nella stanza, notando che è già chino su alcuni fogli, intento a scarabocchiare qualcosa per la frustrazione o per un'idea nata all'improvviso, sul momento.
«Mmh? Ah, Hazel, vieni.» Distrattamente mi dice di entrare e mi fermo sul posto, lasciandolo libero di rifinire una bozza che piano piano si sta tramutando in qualcosa di bello. «Non dirmi che Jake ti ha chiesto di venire qui per riprendersi il suo disegno, pensando che l'avrei dato a te perché sei una ragazza.» Scuote la testa, ridacchiando tra sé e sé, la mano che scende e risale lungo il foglio, tracciando linee dettate dall'improvvisazione, o da uno schema che ha in testa e che sta eseguendo pezzo per pezzo.
«Non ci hai azzeccato, mi spiace. Credo addirittura che mi odi.» Sorrido, facendogli capire che vengo in pace e per un mio personale interesse.
«Non arriverà mai ad odiarti, credimi. Non gli conviene mettersi contro Kyle.» Fa spallucce, continuando a disegnare. Le punte tinte di verde gli vanno davanti al viso, ma sembra non curarsi di quei ciuffi. Una delle poche cose in comune che hanno, è proprio la tinta della parte finale dei capelli, solo che Jake le ha rosse.
«Non capisco cosa intendi...» Incrocio le braccia al petto, confusa.
«Sei la sua ragazza, insomma, non si permetterebbe di odiarti... fidati» Sogghigna, distraendosi dal disegno per cominciare a sistemare gli aghi negli appositi spazi.
«Io no-non sono la sua ragazza.» Faccio un risolino imbarazzato, la voglia di uscire subito dallo studio che sembra stringersi attorno a me, gli occhi di Luke che, curiosi, mi scrutano. Sorride, come se gli avessi appena rivelato di avere paura di un panda.
«Cazzo, ti divora con gli occhi.» Esclama, come se solo io non vedessi tutto ciò. Non è ingenuità, ma quegli sguardi che ci scambiamo hanno un significato che neanche noi sappiamo interpretare. E' qualcosa di viscerale, che ti riscuote da dentro, nel profondo, un filo sottilissimo e invisibile che ci tiene legati.
«Ti sbagli...» Sussurro, il respiro che si fa pesante.
«Non ho bisogno di scommettere per dire che quel bastardo di Kyle è innamorato di te.» Annuisce a se stesso, sicuro di quello che dice con basi nemmeno fondate. Sorrido, scuotendo la testa per nascondere l'imbarazzo, le goti che si arrossano.

Lascio la stanza e cammino per il corridoio, verso la stanza di Kyle.
Mi fermo un attimo, il giusto per prendere un respiro.
Il bello è che tutto questo è un assurdo casino, qualcosa in cui siamo caduti entrambi e che ora ci risucchia, come trovarsi in un vortice. Non è facile, per niente. Ti sto accanto, sorrido, a la sera fisso il soffitto chiedendomi cosa siamo. Siamo esseri umani, certo, con delle emozioni, delle paure e delle fragilità. Sappiamo come comportarci, ma mai quando si parla di tirar fuori i sentimenti. Siamo capaci di fare tutto con la nostra intelligenza, ma non siamo ancora riusciti a capire come comportarci con il nostro cuore.
Mi capita spesso di chiedermi se la calamita che mi attrae a te non è altro che curiosità, attrazione, o qualcosa di più forte. Più forte di un bacio, di una carezza, di uno sguardo. Qualcosa che ti stravolge, che ti scombussola dal profondo, dalle radici. Dentro di te perdi l'equilibrio e non sai dove cadere, oppure, cadi talmente tante volte che ti chiedi cosa significhi quell'unico momento in cui due mani ti hanno rialzata. Mi capita spesso di urlarmi dentro che non capisco, che non posso capirci in amore. Forse è per l'esperienza che non ho, eppure ci si innamora una volta sola. E quell'unica volta mi sembra di viverla tutti gli attimi che sto con te, Kyle. Tutto esattamente da capo, dal principio.

«Jake, ma che problemi hai? Il tuo disegno l'hai lasciato sulla mia scrivania proprio ieri, idiota!» Una voce femminile e squillante si fa spazio tra i miei pensieri, la testa che ritorna sulle spalle e i piedi per terra.
«... Ti presento Jennifer.» Mi passa accanto Kyle col solito ghigno, uscendo dal suo studio.

Capitolo revisionato

// spazio autrice //
Hei bellezze❤️
Come state?
Cosa ne pensate?!
Sono entrati due, anzi, tre nuovi personaggi: Luke, il fratello più dolce, Jake, quello più incazzato e freddo con le nuove persone e poi la magnifica Jennifer ( che ha fatto davvero una bella impressione ad Hazel, con la sua entrata)
Spero che vi sia piaciuto!
Vi voglio bene!❤️
Al prossimo capitolo!

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