Laced - Capitolo 65 (Reazioni Inaspettate - Pt.1)

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POV di Zayn

I miei occhi esaminarono di nuovo la stanza, ma era inutile. La mia visione era confusa, non riuscivo a vedere nulla.

Premetti la mano sul suolo per calmarmi e cercai di dire qualcosa – di dire a Caleb di andarsene, ma un nodo alla gola me lo impediva. Tutto ciò che finì per lasciare la mia bocca fu un suono, qualcosa di così doloroso e così poco familiare che non ero neanche sicuro provenisse da me.

"Zayn," iniziò Caleb, la sua voce era morbida.

"Caleb, solo," la mia voce si ruppe, "Vattene. Per favore-" Quando la mia voce si ruppe di nuovo, digrignai i denti. Le lacrime offuscavano la mia vista e potevo sentire qualcosa che mi bagnava il viso.

"Ascolta, Zayn, andrà tutto bene, possiamo ritrovarli." Provò a consolarmi.

"No!" Tuonai portando il mio braccio vicino ai miei occhi dove non ero riuscito a fermare alcune lacrime. Non riuscivo a sentire nulla – ero completamente insensibile, e tutto intorno a me sembrava sfocato. Le luci erano soffuse, il rumore delle voci era identico ad un rumore di sottofondo, nulla si distingueva dal resto.

Presi un altro respiro strozzato, più simile ad un singhiozzo che a qualche altra cosa. Usando le mani mi alzai in piedi, stordito. Chiusi gli occhi, sentii i mie muscoli stringersi e mantenere il dolore del suo tradimento. Va bene, sto bene, sto bene.

Caleb fece un altro passo verso di me e mi mise una mano sulla spalla.

"Zayn ascolta. Possiamo inviare una squadra per cercarli e per-"

Lo interruppi, la mia voce era vuota.

"No. Sto bene."

"Zayn..." iniziò lui, i suoi occhi erano pieni di inquietudine, ma non avevo bisogna della sua pietà ora. Né ora, né mai.

"Caleb, sto bene, d'accordo?" La crepa nella mia voce contraddiceva ancora una volta le mie parole, ma non potevo lasciarmi piangere addosso.

Inebetito, continuai il mio cammino fino a fuori dalla stanza.

Non mi accorsi nemmeno di uscire dal corridoio che conduceva alla sua camera, fino al corridoio principale, erano solo i miei piedi a portarmi, completamente disconnessi dal mio cervello. No, non erano disconnessi dal mio cervello, era il contrario. Il mio cervello era completamente disconnesso dal mio corpo, isolandosi all'interno della mia testa, annegando, morendo e piangendo. Mi fischiavano le orecchie e mi sentivo stordito.

Credo che le mie dita abbiano pigiato su qualcosa – il pulsante dell'ascensore. Un volta che si aprirono le porte, entrai e mi appoggiai al muro per sostenermi. Il mio respirò usci spezzettato.

Tutto mi faceva male.

Chiusi gli occhi fino a quando non sentii il debole "ding", l'ascensore si arrestò e le porte si aprirono.

Anche in questo caso, le mie gambe si mossero completamente fuori dal mio controllo, e in pochi minuti mi ritrovai nella mia stanza.

Un suono torbido venne del mio comodino, ed i miei occhi lo seguirono finché non riuscii a concentrarmi sulla piccola radio accanto al mio letto.

My hands are cold

(Le mie mani sono fredde)

my body's numb

(Il mio corpo è insensibile)

I'm still in shock

(Sono ancora sotto shock)

Laced (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora