Laced - Capitolo 1 (Venduta)

19.5K 749 52
                                    

Il furgoncino colpì una buca, e io venni lanciata contro un lato della gabbia in cui ero stata rinchiusa. Mugolai per il dolore, ma il suono era smorto.
Non potevo vedere niente - ero stata bendata, imbavagliata, e le mie mani erano legate dietro la schiena da quella che sembrava essere una corda.

Non ero sicura del perché mi sentissi frastornata e perché la mia testa facesse male - e poi mi tornò in mente tutto.

Ero stata attaccata.

Rapita.

Ingannata da un Trafficante - l'uomo che temevo. Lo stesso uomo di cui ho sempre avuto incubi. Lo stesso uomo da cui mamma e papà mi avevano protetta, lo stesso uomo che lo zio insultava.

Non riuscivo a credere di essere stata talmente tanto stupida ed ingenua da credere all'uomo che mi si era avvicinato, dicendomi che mi avrebbe dato del cibo. Mi aveva mentito, fingendo di essere una persona come me - che si nascondeva dai Trafficanti.

Ma ero troppo affamata, il mio stomaco implorava per un po' di cibo. Non avevo mangiato niente per giorni, e il cibo era difficile da trovare per una persona che viveva nascondendosi. Pensare razionalmente non era una cosa che mi veniva facile in quello stato. L'unica cosa a cui potevo pensare era il fatto che mi aveva giurato di sapere un posto dove poteva procurarsi del cibo, e io non ci ho pensato due volte. L'ho seguito, un po' stordita, con il disperato bisogno di cibo che mi attanagliava lo stomaco.

--

Mi ha portata nel retro di un ristorante. L'ho seguito velocemente, i miei passi veloci e irragionevoli; e così quando si è fermato all'improvviso, sono sbattuta contro di lui.
E poi mi ha presa il braccio, mi ha girata, e mi ha premuto un tovagliolo al naso e alla bocca.

Ho cercato di liberarmi, debole per la fame, ma il cloroformio si era già infiltrato all'interno delle mie narici, e sono svenuta cadendo tra le sue braccia.

--

Riuscivo a sentire il furgoncino mentre lentamente passava sopra la ghiaia che ricopriva la strada. La gabbia cominciò a tremare, e lottai per cercare di rimanere dritta.

Il furgoncino arrivò improvvisamente ad uno stop, e quasi morii di paura. La portiera della macchina si aprì, poi si richiuse, e potevo sentire il suono ovattato di piedi camminare sulla ghiaia.

Quando il retro del furgoncino venne aperto, riuscii a sentire alcune voci.

"Dove l'hai trovata?" Una voce profonda e maschile domandò, la sua voce intrisa di autorità e potere.

Un'altra voce rispose immediatamente, la riconosi come la voce del mio rapitore. "Questa settimana è stata in giro per le strade. L'ho tenuta d'occhio. È rimasta nascosta, ma non ho trovato nessun altro con lei. È da sola."

"Paul, tirala fuori dalla gabbia. Louis ti porterà nel mio ufficio dove ti verrà data la tua ricompensa una volta che lei sarà dentro." La voce mascolina ordinò.

Sentii la gabbia muoversi e la parte superiore venne aperta. L'uomo, che si chiamava Paul, la ribaltò, facendomi cadere fuori. Le sue robuste mani afferrarono il mio braccio, facendomi alzare velocemente. Sobbalzai, gemendo di dolore. Sentii le lacrime affacciarsi ai miei occhi bendati.

Venni gettata contro una superficie dura e calda - contro una persona.

"Piano, Paul." La voce mascolina avvisò. "Va con Louis."

Un'altra voce, più acuta delle altre, parlò. "Seguimi, Paul."
E poi sentii nella ghiaia i passi di due persone mentre si allontanavano da noi.

Con cura, due braccia calde mi spostarono leggernente dal petto contro cui ero stata gettata, tenendomi ferma in piedi.

"Niall, tienila in piedi. Sta tremando. "

Laced (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora