Capitolo 19

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Dylan's POV

Stavo passeggiando per le strade affollate di Boston. Non pensavo a nulla, camminavo solo e allegro.  Mentre avanzavo guardavo il terreno sotto di me. Non capivo se ero io che andavo avanti  o se era il mondo che andava all'indietro. Continuai così, guardando giù per un sacco di tempo. Ad un certo punto l'istinto mi disse di alzare lo sguardo e la vidi. Era lei. Era girata di spalle rispetto a me, ma sarei stato in grado di riconoscerla tra tutte le bionde al mondo. Lei, con il suo esile fisico e i capelli dorati che le cascavano sulla schiena che sembravano le selvagge onde del mare. Riuscivo quasi a sentire il suo profumo di rose mischiato a ciliegie. Ad un tratto lei si girò e mi vide. Fece un sorriso a 32 denti e mi corse in contro. Io aprii le braccia per stringerla, quando poco prima di sfiorarmi si fermò esattamente lì, davanti a me e la sua espressione divenne seria. Volevo accarezzarla, abbracciarla, baciarla, ma era come se qualcosa mi bloccasse. Ad un certo punto lei disse:"Non possiamo.". Io le dissi:"invece sì.", le presi il viso tra le mani, mi avvicinai alle sue chiare labbra e la baciai. Quanto mi era mancato il sapore dei suoi baci e quella sensazione di esplodere che partiva dritta dal cuore. La tirai più vicino a me e la feci appoggiare al muro. Le presi le cosce e la tirai su, in modo che mi cingesse i fianchi con le gambe, senza mai smettere di baciarci. Ad un certo punto si staccò e mi guardò dritto negli occhi dicendo:"Smith ci ucciderà per questo lo sai?".

Aprii gli occhi e mi alzai di scatto. Era solo un sogno. Inizialmente rimasi molto confuso, ma non restai molto tempo a rifletterci, dato che mi accorsi che erano già 10.47 e sarei dovuto passare a prendere Beverly alle 12.00. Con molta fretta mi alzai dal letto e andai subito a farmi una veloce doccia. Solitamente stavo immobile sotto l'acqua bollente ore ed ore a riflettere. Solo in quel modo riuscivo a schiarirmi le idee, ma non lo feci quel giorno, non c'era tempo per fermarsi a pensare. Mentre mi lavavo i denti, mi vestivo, mi pettinavo e preparavo le mie cose si fecero le 11.55. Era davvero tardi. Lei abitava ad una ventina di minuti da casa mia. Le scrissi un messaggio per avvisarla del ritardo. Andai in camera e aprii il cassetto per cercare le chiavi della macchina. In mezzo a tutto quel casino trovai un pezzo di carta stracciato, non avevo idea di cosa fosse, allora lo aprii. Era una foto di me e Beth. Ripensai al sogno di quella notte e mi venne  un colpo al cuore. Non riuscivo a dimenticarla, anche provando a sostituirla con un'altra ragazza, c'era sempre qualcosa che mi ricollegava a lei. Mi mancava tanto e non potevo negarlo. Non facevo altro che pensare al suo addio. Volevo tirarla fuori da tutta quella merda, ma mi ha dimostrato che non potevo e che lei non voleva, o meglio non poteva. Ormai era del tutto inutile, dovevo semplicemente scordarmi di lei. Accartocciai la foto e la buttai nel cassetto con un po' di malincuore.
Quando trovai le chiavi della macchina partii per andare a prendere Beverly.
Beverly era una ragazza davvero carina, sia esteticamente che caratterialmente. Aveva del folti e lunghi capelli neri che si abbinavano ai suoi piccoli occhi scuri, le sue guance paffutelle rosate e le sue labbra rosse contrastavano con la sua carnagione chiara. Era sempre allegra e mi faceva sempre ridere, amo chi sa farmi ridere. Inoltre sapeva ascoltarmi, insomma mi trovavo davvero bene con lei. L'avevo conosciuta al lavoro, lei era lì per uno stage. Appena l'ho incontrata sono stato subito attratto, mi piaceva molto e mi faceva stare bene. Era da circa tre settimane che ci frequentavamo e questa era la nostra terza uscita.

Mi stava aspettando sotto casa sua. Salì in macchina e mi salutò con un bacio sulla guancia:"Hey Dylan!" io le sorrisi.
"Ciao Beverly, scusa tanto per il ritardo, ma non ho sentito la sveglia.". Piccola bugia bianca, in realtà mi ero dimenticato di inserirla. "Non preoccuparti. Dove mi porti?" chiese entusiasta. Io le dissi che era una sorpresa. Avevo intenzione di portarla in un lussuoso ristorante sul mare, non molto lontano dal posto in cui abitavamo. Il viaggio fu tranquillo, ascoltammo un po' di musica e chiacchierammo. Appena arrivammo a destinazione lei sembrava entusiasta. Le aprii la porta e le presi la mano. Entrammo nel locale e il cameriere ci condusse al nostro tavolo.
La serata proseguì a meraviglia. Tra una risata e l'altra il tempo volò e si fecero le 14.00. Pensai di aver finalmente trovato una che potesse farmi dimenticare Beth, una che sembrava interessata e aperta. Meritava una possibilità.
Finito il pranzo uscimmo dal ristorante e andammo a fare un giro lungo la spiaggia. Inaspettatamente lei mi prese la mano e senza dire nulla continuammo a camminare. Ad un certo punto disse:"È davvero stupendo questo posto.". Io dissi:"Beh anche tu lo sei.". A Beverly piacevano questi classici complimenti sdolcinati; "Beth li detestava" pensai.
Mi guardò negli occhi e ricambiai lo sguardo. "Sai Dylan, mi trovo davvero bene con te."
"Anche io Beverly. Mi fai stare proprio bene.". Passeggiammo ancora un po'. Ad un certo punto si mise a piovere, all'inizio lentamente, solo un paio di gocce, ma una dopo l'altra arrivò un acquazzone, allora corremmo a ripararci sotto un palazzo di fronte la spiaggia. Eravamo entrambi fradici. Scoppiammo a ridere ed io dissi:"Cavolo, non ci voleva, però non importa, un po' di pioggia non ci rovinerà la giornata. Possiamo andare a casa mia a guardare un film se ti va.". Lei annuì sorridendo. Era incredibile come ogni suo sorriso riuscisse a risultare così sincero e spontaneo. La rendeva ancora più carina. Le presi la mano e corremmo di nuovo all'auto. In fretta aprimmo le porte e salimmo completamente fradici. "Scusami per la macchina." disse riferendosi al fatto che si fosse bagnata. Io le dissi di non preoccuparsi.
Mentre guidavo verso casa mi accorsi di avere poca benzina, allora decisi di fermarmi a fare il pieno dato che dovevamo passare davanti al benzinaio per arrivare a destinazione. Parcheggiai accanto al distributore di benzina e appena finii di fare il pieno entrai in negozio per pagare. Quando ebbi finito mi girai per uscire. Mi stavo concentrando sul contare il resto, forse troppo dato che andai a sbattere contro una persona senza accorgermene, allora dissi "Oddio scus..", ma appena alzai lo sguardo non riuscii a credere ai miei occhi; una scarica elettrica mi partì dal cuore e si diffuse velocemente in tutto il corpo e il battito accelerò e insieme a tutto questo si espanse in me anche un forte senso di gioia. Pensavo che fosse uno scherzo, un sosia, un altro sogno. Era Beth.

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