Capitolo 26

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Beth's POV

Un urlo soffocato uscì dalla mia bocca. Mi alzai di colpo, forse troppo in fretta. Attorno a me c'era la più profonda delle oscurità, il nero totale. Mi chinai per guardare l'orologio, erano le 4.00. "Era solo un sogno" pensai sollevata. Mi risdraiai sul letto e provai a dormire. Pensai che non mi rimaneva altro che aspettare, che prima o poi avrei dovuto affrontare la realtà. Avevo un vuoto dentro di me, il senso di colpa mi stava uccidendo. Non riuscivo più a dormire, allora mi alzai dal letto e andai in cucina a mangiare qualcosa davanti alla TV. Nonostante le trasmissioni che andavano avanti io non riuscivo a distrarmi dal pensiero di Derek. Si era fissato nella mia testa. E se fossi finita in carcere? Mi era addirittura venuta la pazza idea di confessare. Avrei fatto di tutto per togliermi quel peso dallo stomaco, ma sapevo che non potevo dire nulla. Dovevo fare come mi aveva detto Luke, stare zitta e aspettare. Inziai lentamente a stancarmi e gli occhi si chiusero da soli.

Dylan's POV

Mi svegliai più stanco del solito, la sera prima mi ero scervellato per cercare di scoprire qualcosa in più sull'omicidio di Derek. Dovetti lottare contro la forza di gravità che mi teneva ancorato al letto per riuscire ad alzarmi, ma dopo qualche sforzo mi ritrovai in piedi. Feci tutto di fretta, colazione, lavaggio denti, cambiamento di vestiti e partii.

Appena arrivai in centrale mi diressi nell'ufficio in cui mi attendeva l'agente Brown. "Ho riflettuto sull'omicidio di Derek.." iniziò Brown mostrandomi un fascicolo con delle foto di Derek "...Oltre al segno del proiettile sullo stomaco, riporta una grossa ferita sulla caviglia sinistra, sembra che sia stato ferito con un coltello. Come puoi vedere sembra abbastanza profonda. Abbiamo pensato che fosse una cicatrice vecchia, ma i medici ci hanno detto che questo taglio è avvenuto solo qualche istante prima del colpo fatale della pistola. Forse l'uccisore non aveva intenzione di ucciderlo..". Seguii con attenzione il ragionamento dell'agente. "E se avesse avuto semplicemente intenzione di rallentarlo?" dissi. Brown mi guardò ad occhi spalancati. "Ma sì certo!". Appoggiò il fascicolo sul tavolo ed esaminò bene le foto. "Probabilmente i due si stavano scontrando, ma chi l'ha ucciso inizialmente non possedeva la pistola. In qualche modo è riuscito a impossessarsene prima che Derek potesse farlo fuori. Magari quella persona non aveva intenzione di ucciderlo..". Mentre fissavo le foto notai un dettaglio particolare che sollecitò in me dei dubbi. In una di quelle si intravedeva una specie di stradina, sembrava un vicolo. Ero convinto di averlo già visto. "Agente Brown, potrebbe ripetermi dov'è stata scattata questa foto e in qualche giorno?"
"A Time Square in un vicolo tra la Hubert st e la End Ave, il 28 febbraio."
"Può darmi un' immagine satellite di questo vicolo?".
Brown con lo sguardo confuso mi mostrò l'immagine di quel luogo e appena lo vidi non ebbi più dubbi. Era il luogo il cui andai a prendere Beth la notte in cui mi raccontò di essere stata rapita. Mi venne una fitta al cuore.
"Che c'è O'brien?". Mi fermai a riflettere. Non volevo dire che pensavo che fosse lei, ma non potevo mentire o nascondere la verità. Deglutii e poi dissi:"Credo di sapere chi è stato.".
"Che aspetti a dirmelo?".
Gli raccontai brevemente ciò che era successo.
"Una ragazza che conoscevo, quella sera mi ha chiamato chiedendomi di venire ad aiutarla perché non stava bene. Allora la raggiunsi e riportava molte ferite. Mi raccontò di essere stata rapita da un uomo, prima si trovava nei pressi di Brookline e dopo Derek ha cercato di ucciderla, ma lei non mi ha detto di averlo ucciso, mi ha solo detto di essere riuscita a seminarlo e a nascondersi.". L'agente Brown mi guardò negli occhi. Sembrava molto concentrato. "Hai l'indirizzo della ragazza?". Con un po' di malincuore glielo diedi. Da un lato non riuscivo a credere di stare facendo questo alla ragazza che amavo, ma meglio non scherzare quando c'è la legge di mezzo. Speravo di essermi sbagliato, eppure tutto coincideva. L'agente Brown fece per uscire dalla centrale per raggiungere la macchina:"Che aspetti?"
"Devo venire anch'io?"
"Certo, sbrigati!".
No, merda. Non volevo che Beth mi vedesse. Non ce l'avrei mai fatta a guardarla negli occhi dopo ciò che avevo fatto. Mi sentivo in colpa, eppure so che non ce n'era motivo, ma sapevo che le stavo facendo un torto, anche se non potevo nascondere la verità. L'agente guidò verso casa di Beth. Io fissavo il vuoto fuori dal finestrino. Ad un certo punto mi disse:"Che c'è O'brien? Sei pallidissimo.." io non dissi niente:"È per la ragazza non è vero..?". Io non dissi niente ma annuii debolmente con un triste sorriso. "Hai fatto bene a dirmelo.". Probabilmente pensava di consolarmi con quella frase, ma non ci stava riuscendo. "State insieme?". Dopo aver riflettuto sulla risposta da dare gli dissi:"Più o meno..".
"Aah, O'brien conosco quel più o meno. Magari ti sbagli e non è lei, anche se ne dubito. Se la ami davvero devi portarla sulla buona strada, sia per te che per lei.".
Arrivammo sotto casa sua e l'agente suonò il campanello. Sentii la tenera voce di Beth chiedere:"Chi è?"
"Agente Brown del dipartimento di polizia di Brookline, dobbiamo farle delle domande.". Lo disse con un tono fermo e sicuro di sé, anche troppo, persino per un poliziotto. Beth esitò un secondo, dopodiché aprì la porta. Condussi Brown all'entrata della porta del suo appartamento. Lei sicura di sè la aprì, anche se di vedeva che fingeva. Aveva i capelli un po' scompigliati e raccolti in un disordinato  chignon, una canottiera e degli shorts a fiori. Anche in quelle condizioni era stupenda. Mi si spezzò il cuore quando pensai a ciò che sarebbe successo un istante dopo. Mi guardò con uno sguardo a cui non seppi dare una definizione, ma non ebbi il tempo di rifletterci sopra dato che lo distolse subito e lo portò sull'agente. Ci fece segno di entrare e ci fece sedere sul divano.
"Come le ho detto sospettiamo che lei c'entri qualcosa con l'omicidio del signor Derek Roberson, mi sbaglio?". Lei abbassò lo sguardo e annuì debolmente. Dopodiché inziò a raccontare. Era strano, solitamente quasi nessuno confessa subito. Magari lo faceva perché sapeva che non aveva possibilità di mentire e voleva risparmiare tempo.
"Non mi ricordo che ore erano, credo le 2.00, stavo tornando dalla discoteca lì in zona, ero sola. Ad un certo punto ho sentito un rumore provenire da un vicolo e mi sono..."
"Aspetta, dove hai detto che ti trovavi?".
Beth si stava agitando, lo percepivo. "Alla discoteca Tropical.".
"Non è quello che mi hai raccontato.". Disse rivolgendosi a me. Inziai a diventare nervoso anche io. Beth mi guardò con un sguardo confuso quasi arrabbiato. "Signorina, credo che lei debba venire con noi in centrale.". Era spaesata e più la vedevo così, più mi sentivo male. Nonostante ci fosse in ballo un omicidio di cui probabilmente lei era colpevole mi sentivo il colpa nei suoi confronti. In fondo era la ragazza che amavo e vederla star male senza poter dire nulla mi uccideva, ma dovevo sembrare neutro.
Tornammo sulla macchina di Brown con anche Beth. Io mi sedetti davanti, mentre lei di dietro. Cercavo il suo sguardo nello specchietto, ma non vedevo bene dato che aveva il viso coperto dalle sbarre che ci sono tra i sedili posteriori e quelli anteriori. Riuscii a intravedere i suoi azzurri occhi a cui non riuscii a dare una definizione, perché in quell'istante non avevo idea di cosa provasse . Volevo prenderle la mano e dirle che sarebbe andato tutto bene, volevo rassicurarla, ma non dissi niente. Restammo semplicemente lì a guardarci tra lo specchio. Quando arrivammo alla centrale Brown fece scendere Beth e le mise una mano sulla spalla conducendola nella sala delle interrogazioni. "Beth adesso raccontaci davvero come è andata.".
Io ero sulla porta ad ascoltare. Percepivo la sua ansia, ma sembrava tranquilla.
"Gliel'ho detto."
"Il signor O'brien (mi indicò) ha detto che eri stata rapita da Derek e un altro uomo e che dopo tu lo hai chiamato.".
Restò per qualche istante immobile senza dire niente, si limitava a fissare l'agente. Balbettò qualcosa, cercava di comporre una frase. L'agente le disse:"Signorina, a lei non accadrà nulla se lo ha fatto per legittima difesa, ma dato che non ne abbiamo le prove deve dirmi chi è l'altro uomo che l'ha rapita.".
Beth si comportava in modo strano. Perché non diceva il nome dell'altro uomo? Era come se volesse proteggerlo, il che sembrava impossibile, o magari era solo spaventata.
"Non deve preoccuparsi, le garantisco che non le succederà nulla. Lei ci dice il nome dell'uomo, facciamo il nostro lavoro e le prometto sul mio distintivo che non le torcerà un capello, ma abbiamo bisogno di sapere chi è.". Beth non parlava. Continuava a fissarlo e a balbettare. Ad un certo punto disse:
"L'uomo che mi ha aggredito è..."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2016 ⏰

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