Capitolo 20

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Dylan's POV

Era proprio lei. Se ne stava lì davanti a me a fissarmi ed era bellissima come sempre e questa volta non era un sogno. L'istinto era quello di stringerla fortissimo e baciarla, ma mi limitai a fissarla, non avevo idea di cosa dirle. Lei non si muoveva, stava lì a guardarmi come facevo io. Ad un certo punto con un sorriso tremolante disse:"Hey." io ricambiai il saluto. Abbassò lo sguardo e fece per camminare in avanti, come se volesse evitare qualsiasi conversazione per mettere in pratica il suo addio. Io la presi per un braccio e lei si girò di scatto. "Non mi dici niente?". Lei si guardò in giro e scosse le spalle:"Cosa dovrei dirti?". Era incredibile come ogni volta riuscisse a mettermi a disagio:"Hem.. come va?"
"Si.. va..". Non volevo lasciarla andare, però non sapevo come trattenerla. Era come se lei fosse la calamita e io il debole, piccolo pezzo di metallo. Era strano quanto fosse imbarazzante quella conversazione, se si poteva definire tale. Restammo ancora un po' lì a guardarci, con gli occhi di chi muore dalla voglia di fare l'amore ma non può, ed era così. I suoi occhi azzurri erano così intensi che mi abbagliavano e quasi faceva male starla a guardare, ma mi sarei fatto bruciare vivo da quegli occhi. Ad un certo punto portò lo sguardo oltre le mie spalle. "Hey Dylan ci sei?" mi girai. C'era Beverly. Una parte di me voleva far finta di non conoscerla, non volevo che Beth sapesse di lei. Intanto Beverly non toglieva quel bel sorriso dal suo viso, era incredibile come potesse sembrare sempre così dannatamene felice. In quel momento mi resi conto che erano così diverse. Beverly era la classica ragazza tenera a cui piacevano le rose, le battute stupide e i gesti romantici all'antica; Beth invece odiava le cose sdolcinate e prevedibili, le piacevano i piccoli gesti, ma inaspettati, adorava le sorprese ed era una ragazza tosta che non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, eppure dentro era così fragile.
Beth squadrò Beverly da testa a piedi, la quale disse sorridendo:"Vi conoscete?". Io dissi:"Hem.. Si andavamo al college insieme.". Beth mi lanciò uno sguardo arrabbiato e incredulo che quasi quasi faceva male. Beverly le porse la mano:"Piacere Beverly, una collega e amica di Dylan." lo sguardo di Beth rimase neutro. Completamente indifferente. "Tyra." e appena disse ciò uscì dal negozio con passo fin troppo svelto. "Puoi scusarmi un secondo?" dissi a Beverly dandole un bacio sulla guancia; lei annuì e corsi dietro Beth.
"Beth! Beth aspetta." la presi per un braccio ma sta volta lo strattonò e si girò verso di me levandosi dalla mia presa. La pioggia cadeva rapida e fredda su di noi, bagnandole i capelli che gocciolavano lentamente dalle spalle. Era stupenda anche in quel modo. "Lasciami stare." iniziai a sentirmi un po' in colpa. "Lasciami spiegare..".
"No Dylan. Va bene. Va tutto bene. Ti ho detto che dovevi farti una vita con una ragazza normale. Eccola lì. Una ragazza bella e semplice, non è quello che volevi?"
"Io non ho mai detto di volere una così."
"Beh te la sei scelta.". Ed ecco che un'altra volta mi aveva lasciato con la bocca chiusa.
Si girò, ma poi dissi:"Dai non significa nulla..".
"Senti Dylan. È inutile che dici così solo perché adesso sono qua davanti a te. Non devi darmi spiegzioni non sono la tua ragazza. Davvero, sono felice che tu abbia trovato un'altra, ma mi dispiace un po' che tu mi abbia dimenticato così in fretta, perché tu non sai quanta voglia io adesso abbia di baciarti come se non ci fosse un domani.". Mi aveva lasciato senza parole. Di nuovo. Mi sentivo così stupido. Le presi il viso tra le mani e lo avvicinai al mio. Lei si levò dalla mia presa e si allontanò di un paio di passi e le vennero le lacrime agli occhi:"Dylan, lasciami stare. Non vorrei che la tua ragazza ci vedesse. Sai sono arrabbiata. Vorrei essere arrabbiata con te, vorrei che tu avessi fatto qualcosa di male, così che io possa avercela con te, avere un motivo valido per stare di merda, ma sai la verità? Non è colpa tua e nemmeno mia, eppure devo incazzarmi con qualcuno. Fa quasi ridere, se non facesse un male cane. Fammi un favore, la prossima volta che mi vedi fa finta di non conoscermi okay?". Si asciugò le lacrime e mi guardò dritto negli occhi, in attesa di una risposta. Anche a me scendevano le lacrime:"Prima dovrai insegnarmelo, perché io non posso fare finta di non conoscerti."
"Allora se ti vedrò cambierò strada.". Detto questo se ne andò. Avrei voluto rincorrerla, fermarla, ma era tardi. Era stata chiara. Anche troppo. Ad un certo punto sentii qualcosa toccarmi la spalla. Cercai di asciugarmi le lacrime senza farmi notare troppo e mi girai. Beverly mi guardò con uno sguardo da cerbiatto ferito:"È tutto okay?". Io aggrottai le sopracciglia e scossi la testa cosa per riprendere conoscenza:"Hem.. sì sì, tutto a meraviglia! Andiamo!". Mi guardò con un triste sorriso, come se volesse farmi intuire che aveva capito che avevo mentito. Guidai fino a casa e nessuno disse niente per tutto il viaggio. Restai con lo sguardo perso e fisso sulla strada. Non era giusto questo nei confronti di Beverly, la stavo ignorando e lei non centrava nulla. Cercai di non pensare a ciò che era appena successo facendo finta di niente.
Quando arrivammo a casa la feci accomodare e le preparai da bere e presi qualcosa da mangiare. Alla fine scegliemmo un film comico. Accesi la televisione e feci partire il video. Mentre lei rideva alle varie battute io continuavo a pensare a ciò che era appena successo con Beth, a quello che mi aveva detto. Nonostante provassi a negarlo mi faceva così male. Non potevo negare che continuavo a chiedermi dove fosse, cosa stesse facendo e se stesse bene.
Ad un certo punto Beverly si accorse che non ero attento al film e mi diede una piccola spinta sulla gamba:"Non ti fa ridere?". Io feci un sorriso così falso che mi venne quasi da ridere ripensandoci. "Cosa c'è che non va?". Il suo sguardo si fece serio e appoggiò la mano poco sotto la mia coscia. Non era giusto che facessi così con lei, allora decisi di raccontarle una parte della storia:"Quella ragazza con cui ho parlato prima.. Una volta eravamo amici. Molto amici, come fratelli, ma abbiamo fatto una brutta litigata e.. Mi dispiace tutto qui.". Una bugia fu tutto quello che riuscii a dire, perché non potevo di certo raccontarle che "è una ragazza che conosco da meno di un mese ma di cui mi sono perdurante innamorato, ma non possiamo stare insieme perché ha una vita troppo difficile per poterla combinare con una relazione". Beverly mi guardò con lo sguardo compassionevole e mi disse:"Ti capisco, non è bello discutere con una persona che vale così tanto per te, ma se vi volete bene davvero e la vostra è un'amicizia vera riuscirete a sistemare le cose.". Amavo il modo in cui cercava di consolarmi, come si sforzava. Era così una brava persona. Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia, ma lei girò il viso e finii per darle un bacio a stampo sulla bocca. Mi staccai e mi allontanai di poco chiedendole scusa. Mentre la guardavo negli occhi portò lo sguardo sulle mie labbra e si avvicinò a me baciandomi, ma non un bacio a stampo. Non volevo oppormi perché l'avrei messa in imbarazzo. Cercai di impegnarmi lasciandomi andare ricambiando il bacio che man mano divenne sempre più passionale. Mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta. Non riuscivo a decifrare i miei sentimenti, non capivo se ciò che sentivo era positivo o era senso di colpa. Dopo circa un minuto mi mise una mano sotto la maglietta e dalla pancia salì lentamente fino al petto che accarezzò. Non feci nulla, un po' per vedere fin dove sarebbe arrivata, un po' per evitarle un senso di disagio. Non posso negare che un po' mi piaceva. Riportò la mano al bordo della maglietta e con l'altra me l'alzò lentamente scoprendomi fino al petto.

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