Appena la mia mente prese contatto con la realtà dopo una lunga dormita la prima cosa che sentii ancora prima di aprire gli occhi fu una mano farmi dei grattini sulla testa, dietro l'orecchio, molto lentamente. Mi ci volle un secondo, sempre ad occhi chiusi, per realizzare che era Dylan e per ricordare cosa era successo la sera prima. A quel pensiero un senso di tranquilla felicità mi pervase. Lentamente aprii gli occhi. Appena misi a fuoco vidi gli occhi di Dylan guardarmi con uno sguardo dolce, come se stesse guardando la cosa più carina del mondo. Ero ancora rannicchiata al suo petto. Mi disse:"Buongiorno." e mi diede un tenero bacio sulla fronte. Ricambiai il buon giorno e lo baciai sul mento sfiorando il suo labbro inferiore. Con il pollice e l'indice mi prese il mento e mi sollevò il capo spostandomi i capelli dal collo e sorriso:"Cosa c'è?"
"Niente è che ti è rimasto il segno.". Gli guardai rispettivamente il collo e anche lui aveva il segno del succhiotto che gli avevo fatto. Scesi dal letto e cercai i miei vestiti, i quali erano tutti sparsi per terra. Con un lancio passai i boxer a Dylan. Mentre mi vestivo mi guardava con lo sguardo perso. Allora gli dissi:"Che c'è?" con tono scherzoso e lui rispose:"No niente è che.. Sei bellissima.". Nonostante detestassi i complimenti sorrisi e arrossii. Andai in cucina e gli dissi di seguirmi. Mi misi a frugare nella dispensa alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti:"Tu cosa vuoi?" lo sentii avvicinarsi lentamente ma non mi girai. Mi mise le mani sui fianchi e si avvicinò a me in modo che il suo petto fosse completamente contro la mia schiena e mi spostò i capelli dal collo per lasciarmi tanti piccoli baci teneri, mente mi versavo del latte nella tazza:"Mangio quello che mangi tu." mi sussurrò nell'orecchio. Con i suoi baci continuava a farmi venire i brividi. Era una bella sensazione. Appoggiai il cartone di latte e mi girai mettendogli le braccia attorno al collo e mi avvicinai per dargli un lungo bacio. Mi prese per il sedere e mi sollevò in modo che mi potessi sedere sul ripiano della cucina senza smettere di baciarci. Sarei stata lì con lui tutta la vita. Stare lì, semplicemente a baciarci e a coccolarci mi faceva esplodere il cuore, mi sentivo protetta da lui. Il mio telefono cominciò a squillare, ma io non smisi di baciare Dylan. "Non rispondi?" mi disse. Io gli risposi:"Nah.." continuando a baciarlo. Pochi istanti dopo che smise di suonare rincominciò. Allora lo presi per vedere chi fosse. Il numero era sconosciuto. "Pronto?"
"Tyra forse ho scoperto qualcosa su Rose, vieni da me.". Era la tremolante voce bassa di Luke.
"D'accordo arrivo, dammi un secondo.".
Dylan mi chiese chi fosse. Io gli risposi che ere Smith e che mi aveva detto che doveva dirmi una cosa. A Dylan non piaceva Smith, ma ero riuscita a convincerlo a non denunciarlo. Non volevo dirgli che stavo cercando Rose. Probabilmente avrebbe voluto aiutarmi, il che sarebbe stato gentile da parte sua, ma le ricerche le stava svolgendo Luke, uno dei criminali forse più ricercati del paese,
sarebbe stato solo un casino. Si offrì di accompagnai, ma rifiutai. Presi la mia borsa e uscii dalla porta con Dylan. Mi diede un bacio sulla fronte e disse:"Allora ti scrivo." io risi:"D'accordo.". Mi prese e mi fece fare una specie di casque e mi diede un lungo bacio passionale. Mi riportò su e dopo avermi donato uno dei suoi più grandi sorrisi se ne andò. Io salii in macchina. Prima di partire restai seduta sul sedile e guardai in alto. Ripensai a tutto ciò che accadde quella notte. Ai magnifici momenti trascorsi con Dylan, eppure sentivo che c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo. Dylan lavorava per le forze dell'ordine e io per dei ricercati. La nostra relazione, se mai ci sarebbe stata, si sarebbe basata sulle menzogne. Non avevo idea di cosa fare, ma quel pensiero venne interrotto non appena mi ricordai che Luke mi disse che aveva notizie su Rose. Accesi la macchina e guidai fino a casa di Luke.Entrai in casa sua senza suonare. Chiusi la porta e lo chiamai. Sentii la sua voce rispondermi dal salotto e lo raggiunsi. Era seduto al tavolo di fronte al computer:"Guarda cos' ho trovato" mi disse. Mi sedetti accanto a lui. "Abbiamo trovato l'uomo di cui ti parlavo, quel Cameron.. A quanto pare il suo vero nome è Cristopher Mccalum e vive in Messico.". A quella notizia un colpo d'ansia mi pervase lo stomaco. Mi avvicinavo sempre di più alla verità, ma avevo troppa paura che essa avrebbe potuto deludermi. In fondo non avevo la certezza che Rose fosse viva. "Luke devo parlare con quell'uomo.. Devo andare in Messico. Dimmi dove si trova."
"Tyra non siamo sicuri al 100%."
"Non mi importa devo tentare.". Era una cosa troppo grande per rinunciarci così. Luke stette zitto per un po'.
"Okay organizzerò il viaggio.."
Ad un tratto il telefono squillò. Era Smith. Cazzo. Non mi facevo sentire da tanto. "Tyra.." disse con la sua inquietante voce profonda "Devi venire qua, ho del lavoro per te.".
Non capivo se fosse arrabbiato o di umore normale, ma ogni volta mi metteva ansia. Dissi a Luke che dovevo andare e mi diressi verso casa di Smith. Mi presi il tempo per andare da una casa all'altra per riflettere su Dylan. Stare con lui avrebbe comportato tante bugie, ma sembrava impossibile stargli lontano. Ogni volta che provavo ad allontanarlo lui tornava. Non avevo idea di cosa fare.Quando arrivai a casa di Smith Mary mi aprì la porta e mi prese per un braccio senza dirmi niente facendomi entrare. Io la salutai ma non rispose. Smith aprì una porta, in cui non ero mai stata, e mi ricordai di quella volta quando cercai le chiavi perché volevo entrare. Un senso di eccitazione mi pervase. Appena aperta la porta c'erano delle scale che scendevano, ma non si capiva dove arrivassero dato che erano a chiocciola. Scendemmo tutti e tre fino ad arrivare ad una stanza completante buia. Quando Mary accese la luce dovetti socchiudere un secondo gli occhi per abituarmi alla nuova luce. La prima cosa che notai fu un uomo legato ad un sedia in mezzo alla stanza. C'erano alcuni scaffali con degli oggetti a caso e un tavolo con delle armi e degli attrezzi. L'uomo legato dimostrava circa 30 anni. Ci squadrò uno ad uno. Smith inziò a parlare. "Quest'uomo ha tentato di fregarmi.. Una volta lavorava per noi, fino a quando mi ha tradito e ha rivelato tutti i miei piani a dei nemici. Fortunatamente non sapeva tanto, ma ora gli dimostrerò cosa succede ai traditori.".
Il mio cuore inziò a battere all'impazzata. Cosa diavolo avrebbe fatto a quell'uomo? Inoltre pensai che ero anche io nella merda essendomi schierata con Luke, il suo peggior nemico.
Si avvicinò al tavolo e prese un coltello e con una grande spinta glielo conficcò nella spalla destra. L'uomo lanciò un urlo immenso. Sembrava il lamento di un cervo che era caduto nella trappola. Smith cominciò a far girare in senso antiorario il coltello nella carne dell'uomo mentre il sangue sgorgava senza freno come una cascata. Il poveretto non smetteva di gridare. Volevo dire qualcosa per farlo smettere. Diedi un occhiata a Mary, la quale stava guardando da un' altra parte. Smith estrasse il coltello e lo ripose sul tavolo. Prese un secchio che era posato per terra pieno d'acqua, dopodiché con un forte colpo fece ribaltare la sedia in modo che l'uomo si ritrovò supino. Gli mise uno straccio sulla faccia e inziò a versarci l'acqua sopra. L'uomo cercava di dimenarsi, di farlo smettere. Non ce la facevo più:"Smith può bastare.". Fu come se non mi sentì e continuò. Allora gridai ripetutamente il suo nome:"Smith smettila!" lanciò il secchio a terra e corse verso di me prendendomi una spalla e sbattendomi contro il muro. "Senti, quel coglione ha avuto quello che si merita, non devi impicciarti e fare la frignona. Mi fai ridere, hai ucciso un uomo e adesso mi dici di smetterla? Ma fammi il piacere. Adesso chiudi quella cazzo di bocca o giuro che ti metto al suo posto.". Il suo sguardo si posò sul mio collo. Fece uno sguardo confuso e mi spostò i capelli. Mi ero dimenticata del succhiotto di Dylan.
"E questo cos'è?"
"Nulla.". Dissi troppo incerta. Mi guardò negli occhi, come se in quel modo riuscisse a leggermi nel pensiero e ci riusciva.
"È stato il poliziotto?". Il suo sguardo si fece cattivo e minaccioso. Mi strinse più forte la spalla iniziando a farmi male. Io non dissi niente.
"Ma capisci che non devi vedere quel coglione!" urlò. "Cos'hai intenzione di fare con lui eh? Raccontargli tutte le belle cose che fai e metterci nella merda, nella speranza che possa accettare la realtà così che voi possiate stare insieme per sempre? Sei patetica. E guardami quando ti parlo!" disse tirandomi con forza i capelli. Mi sbatté per terra e mi tirò un calcio, poi un altro ed un altro ancora.

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Heart shot
Hayran KurguBeth ha una vita difficile. Ha a che fare con uno dei peggiori criminali in circolazione e per guadagnarsi da vivere ruba, spaccia e fa sesso a pagamento. Odiava la sua vita. I suoi genitori morirono quando aveva soli 8 anni e da lì venne tirata su...