Capitolo 12

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Appena me ne resi conto scoppiai in lacrime, mentre il senso di colpa mi divorava da testa a piedi. Mi sentivo come se avessi qualcosa nello stomaco che mi divorava lentamente. Cosa avevo fatto? Avevo ucciso una persona. Avevo posto fine alla sua vita. Chissà la sua famiglia, cosa avrebbero fatto, che avrebbero detto? Il senso di colpa mi stava uccidendo. Non ne potevo più.
Trascinai il corpo senza vita di Derek in mezzo a dei cespugli in modo da nasconderlo. Mi facevo schifo. Totalmente schifo, come mai prima d'ora. Stavo davvero nascondendo un cadavere.
Presi il telefono e chiamai Dylan singhiozzando.
Rispose a voce bassa:"Tyra.."
"Dylan aiuto." Dissi in mezzo alle lacrime e ai singhiozzi.
"Cosa succede? Perché piangi?".
Il suo tono era più preoccupato di quando pensassi.
"Dylan te lo giuro che non volevo." non sapevo cosa dire ero in panico.
"Tyra calmati, dimmi cosa è successo.". Non riuscivo a calmarmi.
"Ti prego vieni qui."
"Arrivo subito dimmi dove sei?"
"Non lo so, mi hanno rapita e non so più dove mi trovo."
"Okay ti rintraccio con il GPS, non muoverti arrivo.". Attaccai. Stavo tremando come una foglia. Il dolore stava iniziando ad aumentare. Stava ancora scendendo un po' di sangue dalla ferita di prima. Ero esausta. La testa iniziò a girarmi. mi trascinai dietro ad un cassonetto. Mi sdraiai sulla strada fredda e sassosa e persi i sensi.

Non so quanto tempo passò, ma quando mi svegliai ero ancora nello stesso posto, nella stessa buia notte. Il corpo mi faceva ancora male e il mio braccio destro era completamente sporco di sangue. Probabilmente colava mentre ero svenuta. Iniziai ad avere freddo. Avevo solo una canottiera verdastra addosso. Sfregai le mani sulle braccia per cercare di scaldarmi. Non mi mossi da lì. Passò circa mezz'ora, quando all'improvviso sentii dei passi. Impugnai la pistola e la caricai.
Sentii una voce gridare:"Tyra!". Quando il suono trapassò le mie orecchie non volevo crederci, pensavo di stare sognando. Mi girai per vedere se avevo ragione ed era così. Era Dylan.
Mi aggrappai al cassonetto per alzarmi e usai le ultime forze che mi rimanevano per corrergli in contro. Appena mi vide fece uno scatto verso di me. Quando mi raggiunse gli misi le braccia attorno al collo, e lui attorno alla mia vita. Non mi importa di quanto male facesse, non ero mai stata così felice in vita mia. Affondai il viso nella sua maglietta. Finalmente potei sentire di nuovo il suo meraviglioso profumo che sapeva di vaniglia. Staccai il viso e lo guardai negli occhi. Quei meravigliosi e stupendi occhi che mi erano mancati con tutto il cuore. Lui si avvicinò alle mie labbra e mi baciò con passione. Sentii di nuovo i fuochi d'artificio dentro di me, mentre le nostre bocche erano incollate. Mi sentivo al sicuro, protetta, come se accanto a lui il male non esistesse. Dopo un po' si staccò e mi guardò da testa a piedi. "Cosa è successo?" appena vide la ferita sul fianco e sul braccio rabbrividì. Mi prese a mò di sposa. Io mi aggrappai al suo collo e mi portò nella sua auto. Prese un kit di emergenza e mi disinfettò la ferita bendandomela. Alzò la maglietta scoprendomi la pancia per esaminare la ferita. Con tono dolce mi disse:"Ce la fai a tenere su la maglietta?" provai a fare come mi aveva chiesto, ma non ci riuscii, il braccio mi faceva troppo male e più lo muovevo peggio era. "Toglimela." gli dissi con tono distrutto ma duro. Con una dolcezza che nessuno aveva mai usato con me mi sfilò delicatamente la maglietta. Rimasi solo con il reggiseno. Arrossì leggermente mentre cercava di concentrarsi sulla ferita. Mi disinfettò poi disse:"Devo ricucirtela, farà un po' male.". Chiusi gli occhi e strinsi i denti mentre si dava da fare. Non faceva poi così male in confronto a tutto ciò che avevo subìto. Quando finì mi bendò. Si tolse la maglietta e con la stessa delicatezza di quanto tolse la mia, me la mise. Lui rimase a petto nudo. "Sicuro di non aver freddo?" scrollò la testa ridendo. Non avevo idea di che ore fossero, ma avevo una grande voglia di dormire. Mi accovacciai sul suo petto e lui mi abbracciò e nella sua presa mi addormentai. Quando mi svegliai lui era ancora lì. Pure lui dormiva. Sembrava un angioletto. Mi persi completamente a guardarlo. Era così bello.

Rimasi lì finché si svegliò. Lentamente aprì gli occhi e appena mi vide si lasciò sfuggire un sorriso e mi baciò. "Forse non sarebbe meglio se ti portassi in un ospedale?" scossi la testa. L'ultima cosa che volevo era andare in un ospedale. Me la sarei cavata.
Un pensiero rovinò la bellezza di quel momento. Smith. Appena me ne resi conto mi alzai e uscii dalla macchina. Dylan mi chiese:"Cosa succede?" io risposi in fretta:"Devo fare una telefonata.". Non ci mise tanto a rispondere:"Grazie a Dio sei viva, dove sei? Stai bene?" io risposi un po' titubate:"Bene.. un.. ragazzo mi ha aiutata."
"Dimmi dove sei che ti vengo a prendere."
"Heem, non so esattamente dove sono."
Non volevo andarmene. Volevo restare lì con Dylan.
"Vabbè in qualche modo ti raggiungo tu resta lì." e attaccò. Dylan chiese:"Chi era?"
"Ness.." mi interruppi. Sapevo che era inutile mentire ancora. Ormai era lì. L'ultima volta che ci eravamo visti aveva sentito troppo. Non mi avrebbe creduto. Dovevo dirgli la verità.
"Era quell'uomo dell'altra volta." dissi timidamente.
"E che cosa vuole da te?". Era plausibile il fatto che fosse arrabbiato.
"Lui è il mio.. padre adottivo.". Dylan mi guardò a bocca aperta. "Dylan ora ti racconterò tutto dal principio. Basta bugie. Se dopo non vorrai più avere a che fare con me lo capirò e sarai libero di andartene.". Lui annuì, come se sapesse già che se ne sarebbe andato dopo quello che gli avrei raccontato. Gli dissi tutto dal principio. La morte dei miei genitori, il mio vero nome e del fatto che Smith mi obbligava a fare la prostituta. Però tralasciai la parte delle rapine. Non mi sembrava opportuno. Non gli raccontai nemmeno di Derek. In ogni caso era un poliziotto. Gli dissi tutto il resto.
Dopo un discorso che sembrò infinito lui mi guardò sconvolto. Poi disse:"Beth.. Il tuo vero nome.." io annuii con lo sguardo basso. "Se non vuoi avere più a che fare con me posso cap.." Mi interruppe baciandomi. Non me l'aspettavo per niente. Ero felice ma allo stesso tempo confusa. "Non avevo idea di tutto quello che avevi passato. Come puoi anche solo immaginare che ti avrei abbandonato? Il tuo passato è solo un dettaglio. Beth credo.." il mio cuore stava per esplodere, ma Dylan si interruppe guardando alle mie spalle. Io mi girai. C'era Smith. "Tyra.." venne verso di me e mi abbracciò. Non lo aveva mai fatto. Mi sentivo quasi a disagio. "Cosa ti ha fatto quel figlio di puttana?" il suo sguardo si posò su Dylan. "Ancora tu? Che cazzo ci fai qui? E la tua maglietta? Non avrete mica fatto sesso!?" Entrambi dicemmo "no" in coro e gli raccontai brevemente quello che era successo, tralasciando la parte di Derek per impedire a Dylan di sentire. Quando finii di parlare gli diede un'occhiataccia e poi mi prese per un polso trascinandomi verso l'auto. Io gli dissi:" Aspetta." Lui si girò di scatto lanciandomi uno sguardo furioso:"Tyra muovi il culo." mi girai a guardare Dylan con occhi dolci. Lui mi mollò e disse:"Ti aspetto in macchina, vedi di sbrigarti.".
Andai verso Dylan e gli presi le mani. "Dylan vorrei stare con te più di ogni altra cosa, ma non posso." il suo sguardo era distrutto e mi chiese:"Perché no? Potremmo.." Io lo interruppi:"Ascolta, adesso sai che casino è la mia vita. Io devo stare con Smith, sono obbligata. Lui non vuole che io abbia delle "relazioni", non potrebbe mai funzionare, non posso lasciare quello che faccio. So che sembra facile, ma fidati non lo è. Meriti di stare con una ragazza normale, con una vita normale, io ti creerei solo casini." i suoi occhi lacrimavano e anche i miei. "Non voglio stare con un'altra e qualsiasi casino possiamo affrontarlo insieme."
"Dylan.. è tutto troppo complicato. Ci spostiamo di continuo. Non so nemmeno se dopo questa "missione" tornerò a Boston.". Dylan insisteva e avrei voluto così tanto andarmene via con lui, mano nella mano, ma la mia favola non aveva un lieto fine. Alla fine, dopo aver ribattuto tutte le sue possibili idee disse lasciandosi sfuggire una lacrima."Quindi questo è un addio?". Stavo per piangere anche io. "Credo di sì." dissi cercando di non farlo vedere. Avrei voluto saltargli in braccio, stringerlo e assaporare le sue labbra un'ultima volta. Ma non lo feci. Gli diedi solo un bacio sulla guancia e mi girai per andarmene. Ad un certo punto lui mi chiamò:"Beth" rabbrividii. Nessuno mi chiamava così da un sacco di tempo e il fatto che era stato lui a dirlo, aumentò quel brivido. Non so se era bello perché mi faceva sentire me stessa, la bimba spensierata, o brutto perché sarebbe stata l'ultima volta. Mi girai con le guance rigate di lacrime. Pure lui stava piangendo. In mezzo ai singhiozzi disse:"Ti amo.". Io mi girai per nascondere le lacrime. Volevo rispondere "anch'io" e baciarlo come se non ci fosse stato un domani, ma risposi. "Addio Dylan." e salii in macchina con Smith.

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