La caduta dell'angelo

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Clary si svegliò dal suo incubo di soprassalto. Era sudata fradicia e aveva il battito cardiaco a mille. I soliti incubi di demoni, sangue e violenza, ma questo le sembrò incredibilmente reale. Da quando Sebastian era entrato nella sua vita, Clary non era più riuscita a dormire sonni tranquilli, tranne quando si trovava con Jace. Ma anche lui le era stato portato via da Sebastian. Pensarci le fece ribollire il sangue nelle vene e l'unico modo per calmarsi era disegnare... Scostò le coperte per alzarsi e in quel momento notò un movimento nell'angolo della stanza. Prima di poter afferrare lo stilo si trovò sbalzata a terra con un peso che le gravava sul corpo. Il suo aggressore era agile, svelto, più veloce di chiunque avesse mai visto. Aveva i capelli bianchi come la neve e gli occhi neri come la notte che la fissavano divertiti.

" Ti sono mancato, Clarissa ?" le chiese lui, mentre le afferrava entrambi i polsi con una mano e glieli spingeva sopra la testa, mentre l'altra gliela premeva sulla bocca. Un ghigno beffardo dipinto sul volto. Le sue ginocchia stringevano i fianchi di Clary in modo ossessivo e le impedivano ogni movimento. Tentò di dimenarsi, ma era tutto inutile, Sebastian prevedeva ogni sua mossa, quindi decise di farlo parlare e perdere tempo, prima o poi sua madre e Luke si sarebbero accorti dei rumori. 

"Che ci fai tu qui? Dov'è Jace?" gli rispose Clary con una voce velenosa. Non sopportava la vista di suo fratello e soprattutto il fatto di essere completamente inerme e alla sua merce. Vedeva i suoi occhi osservarla con una scintilla di fastidio.

"Ma come, credevo avresti gioito per il ritorno del tuo defunto fratello." Poi si allungò verso di lei. Le sue ginocchia che premevano contro le ossa del bacino di Clary, mentre il suo viso si abbassava ed affondava nel incavo del suo collo.

Clary si dimenò disgustata. Sentiva Sebastian inspirare il suo profumo e gravare con tutto il suo peso su di lei. Riusciva a sentire i suoi addominali attraverso la maglietta leggera del pigiama. Un brivido le percorse la schiena al contatto delle labbra di Sebastian con la pelle della sua clavicola. Non riusciva a muoversi, era come essere paralizzata. Il freddo le scorreva nelle vene.

Sebastian mosse di scatto la mano destra che fino a poco prima copriva la bocca di Clary e con le sue lunghe ditta ossute, bianche, piene di cicatrici, sfiorò con i polpastrelli callosi le labbra di Clary. Quel contatto fu come l'incontro fra ghiaccio e fuoco. Gli occhi già neri di Sebastian divennero ancor più neri, se possibile, e la paura cominciò a farsi strada nella mente di Clary. L'adrenalina cominciò a pompare nella sue vene, quando l'indice di Sebastian si staccò dalla sua bocca e cominciò a percorrere il suo mento, poi il collo, fino ad arrivare in mezzo al suo petto. 

"Toglimi le mani di dosso. Non lo ripeterò un altra volta" disse Clary con una voce estremamente controllata, che grondava disgusto e rabbia.

"Clarissa, tu sei mia." Vedeva il sangue pulsare sulla sua tempia e una smorfia di fastidio sul suo viso. Il suo petto si alzava ed abbassava contro la cassa toracica di Clary, schiacciandola ancor di più contro il pavimento e contro di lui. "Vedi di ricordarlo." Il suo sguardo cupo che la penetrava fin dentro l'anima.

"Io non sono tua. C'è solo una persona a questo mondo a cui potrei appartenere e non sei tu." Gli sputò in faccia le parole, come fossero acido. Vide il suo viso contorcersi dalla rabbia, ma cambiare dopo qualche secondo. La voce era controllata, quasi indifferente, però dentro all'oscurità di quegli occhi Clary riusciva a vedere la tempesta.

"Ma certo. Suppongo tu ti stia riferendo al nostro fratellino angioletto." La presa intorno ai polsi di Clary si strinse e lei sospettò che il giorno dopo le sarebbero rimasti i lividi. Vide il disprezzo e il disgusto palesarsi sul viso di Sebastian, nonché in tutto il suo corpo, mentre pronunciava la parola "angelo". E si ricordò dei racconti di Jace su Valentine, sui suoi esperimenti e del dolore che suo padre aveva fatto provare a quei due ragazzi, e un pizzico di compassione si fece largo nel cuore di Clary.

"Bene, perché si da il caso che sia venuto qui proprio per questo" le disse lui compiaciuto di aver attirato la sua attenzione. Lei lo fissò sorpresa.

Tutti i muscoli di Clary erano all'erta. Qualsiasi cosa ci fosse sotto, doveva assolutamente scoprire il più possibile riguardo a Jace e al piano di Sebastian.

"Ti ascolto."

"Sono qui per proporti un accordo." Sebastian si staccò da lei e si rialzò. Quell'assenza del suo corpo caldo premuto contro il suo, Clary la percepì fin dentro le ossa. Ora con la consapevolezza di essere in pigiama si sentiva esposta, a lui e al freddo.

 "Come saprai io e il tuo ragazzo angelo siamo molto uniti di recente. Siamo stati legati in modo indissolubile e profondo da Lilith stessa, in un vincolo eterno." 

Mentre Clary si rimetteva in piedi a fatica l'artista in lei riusciva ad ammirare la figura in penombra di Sebastian. Un principe delle tenebre che si stagliava contro la luce argentata della luna. Il profilo e gli zigomi ben definiti, mentre i capelli gli incorniciavano il volto come un aureola. In quel frangente a Clary sembrò proprio un Morgenstern, la stella più brillante del firmamento, che nonostante la caduta, continuava a rischiarare il cielo.

"Questo significa che non puoi far del male ad uno senza nuocere all'altro." La fissò e lei trattenne il respiro. L'attesa la stava uccidendo. " Ma posso proporre uno scambio. " Nel momento in cui lo disse la sua voce assunse un tono persuasivo, quasi gentile:

"Io posso restituirti Jace, risparmiare al Conclave settimane di ricerche,..." fece una pausa e la sua voce aveva nascose qualsiasi insicurezza potesse avere. 

"In cambio però, vorrei qualcosa da te." concluse infine, avvicinandosi a lei. Nonostante l'oscurità nella sua stanza, Clary riuscì comunque a scorgere una scintilla negli occhi di Sebastian. Sembrava arrogante, sicuro di sé, determinato. Determinato ad ottenere ciò per cui era venuto...

"E sentiamo, cos'è che vorresti da me?" gli domando lei scettica, arretrando di qualche passo. Rendendosi poi conto di aver fatto un errore. Non doveva mostrarsi impaurita o debole davanti a Sebastian in nessun caso.

Lui le sorrise confidente, come se la domanda di lei garantisse già la sua risposta positiva. Un sorriso bello e spietato, vittorioso, come quello di un angelo.  "Vorrei che ti unissi a me."

Per poco il cuore di Clary non mancò un battito. Come poteva chiederle una cosa del genere e aspettarsi che accettasse? Non riusciva a capacitarsene. Dopo tutto quello che aveva fatto. 

In quel momento le sembrò che il tempo tornasse indietro ad autunno, quando era ad Idris. Alla morte di Max, e poi alla battaglia e alla perdita di Jace. Provò un dolore straziante dentro al petto soltanto per rievocarne il ricordo. Quando il cuore di Jace si era fermato il suo era stato sul punto di seguirlo. Quindi ora non sarebbe stata da meno, avrebbe fatto tutto il necessario per salvarlo dalle grinfie di Sebastian, anche andare all'Inferno.

"E com'é che farai, lo lascerai semplicemente libero? Libero di ritornare dal Conclave e di rivelare il tuo nascondiglio, i tuoi piani?" accusò il ragazzo, alzando la voce. "Non credo proprio."

Il labbro del ragazzo accennò un sorriso. "Vedo che mi conosci meglio di quanto pensassi, Clarissa." Silenzio. Lui le rivolse le spalle e guardando fuori dalla finestra le disse: "Ti basti sapere che quando mi seguirai, rilascerò Jace dal nostro vincolo." Lo shadowhunter non si mosse. "è quello che volevi, no?"le disse lui in tono di sfida.

Un turbine di pensieri e di dubbi annebbiava la mente di Clary. Che cosa doveva fare? Liberare Jace da Sebastian, però rischiare che il Conclave lo ritenesse un complice e lo uccidesse, o lasciarlo al sicuro dov'era, seppur soggiogato?

"Decidi. La mia pazienza non è infinita." La voce dura di Sebastian la riportò alla realtà. 

"Va bene, mi unirò a te, Sebastian."

 Vide un sorriso trionfante allargarglisi sulle labbra, ma gli occhi ne rimasero privi. Poi lo sentì dire:

"La caduta dell'angelo, della stella del Mattino."

Le Stelle del Mattino  (Clabastian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora