L'unica al mondo

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Sebastian si staccò da lei e Clary in quell'attimo sentì il freddo avvolgerla come una coperta. Il vento freddo era entrato in contatto con il suo corpo caldo e la fece rabbrividire. Sebastian non sembrava più accaldato o scombussolato del solito, era se stesso, calmo, controllato, senza neanche un capello fuori posto. Mentre di lei non si poteva dire lo stesso. Aveva mille pensieri che le vorticavano in testa, che le scombussolavano la mente, i ricci aggrovigliati e, ci avrebbe giurato, un espressione stravolta sul viso. Stavano risalendo il vicolo, per tornare sulla strada innondata dal sole. Ripensò a quello che era successo negli ultimi cinque minuti, alle parole di suo fratello: Vieni con me, Clary. Lei titubante non sapeva se accettare o meno. Vieni con me e capirai tutto. Quell'ultima frase l'aveva convinta a fare come diceva, quindi ora si ritrovava lì, alle spalle di suo fratello. Per seguirlo non si sà dove.

Arrivarono alla luce del sole e per un attimo Clary dovette coprirsi gli occhi per la luminosità. Quando li riaprì vide Sebastian piegato su una moto sportiva appoggiata al muro di una casa. Si avvicinò e osservò le sue dita armeggiare con dei cavi elettrici e qualcosa scatto nella sua testa, quando capì quello he voleva fare. 

"Vuoi rubarla" disse scioccata. Lui aveva la testa piegata verso il basso, ma Clary sapeva che l'aveva sentita. La stava deliberatamente ignorando. Indignata gli si parò davanti appena lui si rialzò. Le rivolse un sorriso sfacciato, che la ammaliò. 

"Esatto." Girò intorno a lei, posizionandosi sull'altro lato della moto. 

"Non puoi andare in giro a rubare cose alle altre persone solo perché ne hai voglia. è vietato dalla legge." 

"E chi me lo impedirà?" lo aveva detto scherzando, ma Clary sapeva che era vero. Chi avrebbe potuto impedirgli di fare quello che voleva? E non soltanto in quel caso. Era una minaccia per tutti gli Shadowhunters e il mondo Nascosto. Ma chi sarebbe riuscito a fermarlo? Lei?

La voce di Sebastian la riportò alla realtà. "Vieni. Salta sù." e batté sul sellino in pelle della moto. Lei si avvicinò e con slancio salì in groppa a quella splendida Ducati blu metallizzato. Suo fratello stringeva impaziente l'acceleratore in una mano, i freni nell'altra. Clary sentì il motore andare su di giri e il suo rombo penetrarle fin dentro le ossa. 

"Tienti forte." gridò Sebastian, prima di mollare la presa sul freno. Le rute sgommarono, la moto scattò in avanti a velocità folle, finalmente non più trattenuta, e le mani di Clary corsero istintivamente ad abbracciare il fratello, per non venire sbalzata a terra dalla velocità. 

Sebastian corse per le strade di Parigi, a velocità supersonica, spingendo la moto al massimo, fino al suo limite. Il mondo intorno a Clary sfrecciava davanti ai suoi occhi, mostrandole soltanto macchie di colori sfocati. Il vento autunnale si insinuò sotto ai suoi vestiti, le annebbiò la vista e si impadronì dei suoi capelli facendoli svolazzare nell'aria, come una bandiera rosso sangue nel vento. E per la prima volta nella sua vita, si sentì libera e selvaggia. L'adrenalina, simile a quella della battaglia, le pompava nelle vene, ma questa era dovuta soltanto alla velocità. Al suo desiderio di diventare tutt'uno con la moto e di sorpassare il vento. 

Ad un certo punto la moto rallentò e le immagini divennero di nuovo distinguibili agli occhi di Clary. Suo fratello aveva lasciato le strade principali, e svoltato in un quartiere più tranquillo e meno trafficato di Parigi. Gli edifici erano bassi e semplici, con caldi colori dorati, e il cielo che si era ormai rannuvolato, donava loro un colore grigio, molto particolare, che a Clary sarebbe piaciuto ritrarre. La Senna che si trovava nelle vicinanze brillava di luce propria.

Accostarono e scesero dalla moto in un piccolo viale che conduceva alle case residenziali. Parigi era un bel posto dove trascorrere la propria vita, pensò Clary guardandosi di nuovo intorno. Non le sarebbe dispiaciuto trattenersi più a lungo lì. Ma il dovere chiamava. E Sebastian ancor più di lui. Suo fratello aveva già cominciato ad avviarsi costeggiando la linea d'alberi. Era un immagine particolare, ma bella. Acellerò il passo anche lei e lo affiancò. Lui in compenso rallentò, camminandole accanto, fermandosi ogni tanto per spiegarle l'una o l'altra particolarità dei vari quartieri. Le piacque molto quel momento di normalità. Un breve momento in cui erano semplicemente un fratello e una sorella che passeggiavano insieme in una giornata d'autunno. 

Le Stelle del Mattino  (Clabastian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora