Siccome molti di voi mi hanno chiesto di pubblicare un Sequel della mia storia, ho deciso di esaudire il vostro desiderio. Premetto che non so quanto tempo avrò e che gli aggiornamenti saranno magari incostanti, ma spero comunque che vi faccia piacere. La storia riprende da dove era stata lasciata e questo é un estratto del primo capitolo, che vi faccio leggere.Vi informo anche che questo sequel sarà basato tutto sulla mia fantasia, non si ispirerà più a nessun libro di Cassandra Clare. è semplicemente quello che accade dopo città delle anime perdute.
Bene, buona lettura! E spero vi piaccia! ;)
------------------------------------------------------------------
"Ci sono passioni che divampano come incendi fino a quando il destino non le soffoca con una zampata ma anche in questi casi rimangono braci calde pronte ad ardere nuovamente non appena ritrovano l'ossigeno."
Un corvo volò gracchiando sopra le creste dei pini, sfiorando le nuvole, lasciandosi trasportare dalle correnti dei venti. Mentre una densa nebbia era calata sul suolo erboso e umido della foresta, avvolgendola in un velo di mistero. Le foglie degli alberi presero a frusciare, mosse dal vento freddo che minacciava tempesta. Ma una presenza si distingueva nella foresta. Qualcosa di sconosciuto ed estraneo si annidava nell'oscurità in mezzo agli alberi. Qualcosa di oscuro che allo stesso tempo attraeva Clary come una calamita. Un senso di mistero e pericolo.
E d'un tratto vide davanti a se la parete della sua stanza nella casa di Amatis. La tappezzeria a fiori azzurri spiccava inconfondibile e vivida sullo sfondo bianco. Si tirò su, a corto di fiato, con il petto che si alzava ed abbassava in modo irregolare, il battito cardiaco a mille. Era l'ennesima volta che sognava la stessa scena nella foresta di Brocelind. Gli stessi rumori, gli stessi odori. Era diventata un ossessione per lei. Il senso di colpa e di perdita per la morte di Sebastian la divoravano dall'interno giorno dopo giorno.
Jocelyn e Luke avevano deciso di stabilirsi a casa di Amatisi, almeno temporaneamente, per concedere a Clary il tempo necessario per riprendersi da tutta quella faccenda. Sua madre non era ancora venuta a conoscenza della verità su lei e Sebastian. Nessuno lo sapeva. La versione ufficiale era che Sebastian l'aveva rapita e Jace salvata. Nessuno conosceva la verità tranne Simon e Jace. Ma non le importava più. Dopo il processo, Simon era tornato a New York, senza nemmeno salutarla. Tutti i loro anni di amicizia erano stati buttati al vento per una scelta, sbagliata o meno che fosse. Clary in quel momento aveva capito che ciò che era successo al Burren, sarebbe stata una frattura nei loro cuori, che non si sarebbe più potuta rimarginare. Sarebbe rimasta aperta, come un burrone che conduce nell'oblio. Le cose che aveva fatto e detto avevano un peso e questo lei lo sapeva bene. E anche Simon.
In quanto a Jace, anche lui non si era più fatto vedere in sua presenza e se possibile la evitava. Quello che le aveva fatto, uccidendo Sebastian, era troppo imperdonabile. A stento riusciva a sopportare di sentire pronunciare il suo nome. Nutriva un profondo odio nei suoi confronti, che però impallidiva al confronto con lo straziante dolore per la perdita del fratello, che le aveva ridotto il cuore in pezzi e lasciata sola a raccogliere i frammenti.
Venne distolta dai suoi pensieri da un rumore proveniente dall'angolo della stanza. Girò di scatto la testa per vedere entrare dalla porta Izzy. Dopo il processo non aveva più visto nessuno dei Lightwood, nessuna persona in generale. Non c'era nessuno con cui potesse sfogarsi o anche solo confidarsi, nessuno che potesse anche solo lontanamente comprendere la sua situazione o il suo stato d'animo. Neppure Izzy.
La Shadowhunter entrò nella stanza poco illuminata, chiudendo la porta alle sue spalle, e senza urtare niente, appoggiò un vassoio con delle cose da mangiare sul suo comodino, prima di accomodarsi accanto a lei sul letto. Nei suoi movimenti Clary riusciva a distinguere tutta la grazia e l'agilità che contradistingue gli Shadowhunters dagli altri esseri umani. "Amatis mi ha chiesto di vederti." Clary avvolse un riccio ribelle intorno al suo dito, giocherellandoci. "Mi ha detto che ti rifiuti di mangiare." La ragazza smise di giocare, lasciando perdere il ricciolo, per concentrarsi sul viso di Isabelle. Anche lei era stanca, glielo si leggeva negli occhi. "Clary, Amatis é molto preoccupata per te e anch'io. Lo siamo tutti." Per la prima volta dopo giorni a Clary venne la voglia di sfogare il suo odio su qualcuno, anche se quel qualcuno era Izzy. "Beh sbagliate. Nessuno di voi capisce. Nessuno." Le sputò in faccia le parole, come fossero acido. Gli occhi di Izzy si riempirono di sorpresa, ma subito dopo di tristezza. "Che cosa dovremmo capire?" indagò lei con cautela. Clary si fermò a fissarla per un momento, come se stesse soppesando se si poteva fidare di lei. "Quello che sto passando." "Sappiamo tutti quello che hai dovuto sopportare quando Sebast..." tentò Isabelle, ma Clary la interruppe bruscamente. "No. Voi non sapete niente." Si voltò verso il muro, ritraendo il suo viso allo sguardo inquisitore di Izzy. Sentiva le lacrime annebbiarle gli occhi e le grida di dolore morirle in gola. "Io non capisco..." mormorò Isabelle confusa. Clary si girò e il suo sguardo ardente si fisso in quello confuso di Isabelle. "Io lo amavo." disse lei infine, fiera come un leone.
Quelle parole furono come uno schiaffo in piena faccia per la giovane Shadowhunter. Si alzò dal letto, incespicando all'indietro. Aveva le mani che tremavano e un espressione sconvolta dipinta in viso. Quando riuscì a riprendersi, le due ragazze si fissarono l'un l'altra per un lungo attimo. Stavano comunicando cose che non si potevano esprimere a parole. "Se quello che dici é vero" cominciò Isabelle, rompendo il silenzio che si era creato "posso capire il tuo dolore e la tua perdita." Si avvicinò alla porta, lanciando un ultima occhiata a Clary, ancora distesa sul letto. "Ma non chiedermi di condividerlo, perché questo non lo posso fare." E poi si chiuse la porta dietro alle spalle.
Dopo quella breve vista, Clary piombò di nuovo nel suo oblio e nell'oscurità. In una foresta piena di pini, con corvi che gracchiavano sopra alle cime degli alberi. La nebbia che avvolgeva i tronchi di corteccia massiccia e il terreno vischioso della foresta. L'aria umida le si attaccava alla pelle e il freddo vento gelato le tagliava le guance come la lama di un rasoio. Cominciò a vagare per la foresta, inciampando ogni tanto in mezzo alle radici in superficie di qualche pino. Continuò a vagare in quel limbo assoluto fatto di legno, alberi e nebbia, senza trovare una via d'uscita, finché nn sentí un sussurro. Un sussurro flebile come il frusciare delle foglie nel vento o come la vibrazione di una corda, eppure c'era. Era presente e costante.
All'inizio nn riuscì a distinguere bene il rumore. Da dove provenisse o che cosa fosse. Ma sentiva dentro di sé che doveva seguirlo.
Cominció ad orientarsi, facendo ciecamente affidamento sul suo istinto, finché d'un tratto non si trovò davanti alla lacrima d'argento di un gigante. Il lago al centro della foresta di Brocelind. Il suo cuore d'argento.
E in un attimo echeggiò di nuovo quel rumore, soltanto che non era un rumore, Clary lo riconobbe come una parola. "Vieni"Si avvicinò alla sponda del lago con il cuore che le batteva a mille. Quel richiamo così misterioso, eppure così primordiale l'attirava a sé. Il suo stivale toccò la sponda, increspando l'acqua argentea del lago. E lì per un attimo il suo cuore si fermò. Nell'acqua c'era un riflesso molto familiare. Aveva grandi occhi profondi e lineamenti perfetti.
"Sebastian" mormorò senza fiato.
Lui la guardò attraverso lo specchio d'acqua che li divideva e per un attimo a Clary sembrò essere lì con lei. "Vieni da me, Clarissa."
![](https://img.wattpad.com/cover/72666302-288-k458938.jpg)
STAI LEGGENDO
Le Stelle del Mattino (Clabastian)
Fiksi Penggemar"Tu a chi appartieni?"gli chiese Clary ridacchiando. "Io appartengo a te, come tu appartieni a me, Clarissa." Lui le si avvicinò. Clary riusciva a sentire il suo respiro sul viso, il calore del suo corpo contro il suo, il suo cuore battere contro la...