Tu mi appartieni

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In un attimo, prima che Sebastian potesse prevederlo, si alzò e corse via. Sentiva le lacrime annebbiarle la vista e rigarle le guance, mentre il vento le sferzava i ricci color fuoco negli occhi. Era libera, eppure triste. Si era fidata ed era stata una stupida. Infatti suo fratello non poteva cambiare, si era illusa credendolo e credendogli. Lui era Sebastian Morgenstern. Corse, incurante delle persone che si spostavano intorno a lei formando un varco, incurante delle grida rabbiose del fratello, incurante del mondo. Voleva scappare. Da se stessa e dalla sua vita. 

Uscì dalla promenadé ed imbucò il labirinto di stradine, che costituiva Parigi. Attraversò la strada trafficata, ignara del mondo che procedeva a ritmo sfrenato, lasciandola indietro e per poco non venne quasi investita. L'adrenalina dello spavento le tornò in circolo e la fece ragionare. Si girò, controllando di non avere Sebastian alle calcagna, ma lui non c'era. Era come svanito. Come un brutto sogno, dal quale si era risvegliata. Continuò però comunque a camminare, senza mai fermarsi. Le immagini che si riflettevano colorate e sfocate nei suoi occhi colmi di tristezza. Le strade, che poco prima erano al buio ora venivano innondate dalla luce dell'alba e dai passanti. Ma Clary sentì che quello non era il posto adatto a lei. Avrebbe voluto rintanarsi nell'angolo più buio del mondo, dove nessuna luce le sarebbe giunta... Ma si accontentò di una piccola stradina secondaria, che costeggiava una casa privata. Si addentrò lì dentro, consapevole del fatto che lì i raggi del sole non sarebbero giunti prima di qualche ora. I suoi piedi la portavano avanti senza che lei glielo ordinasse e in poco tempo si ritrovò in quella che le sembrò una luce crepuscolare. Era un ambiente stretto, fra i due muri delle case che correvano paralleli, a stento percorribile da una persona e odorava di terra e umidità.

D'un tratto sentì un forte dolore alla testa e le spalle premute contro una superficie fredda. Annaspò alla ricerca di aria dallo stupore per quello che vide davanti a sé. 

"Ti ho spaventata?" Degli occhi neri come la pece la stavano fissando inquisitori. Mani sottili e forti che la stringevano e la bloccavano contro al muro. Ed un sorriso ironico che illuminava il volto pallido. Suo fratello si ergeva dinnanzi a lei in tutta la sua forza. Emanava un aura di pericolo e micidialità e per un attimo Clary dovette riprendersi dalla sorpresa. Si irregidì, tendendo tutti i muscoli, pronta a combattere. 

"Ti stai illudendo, se pensi che basti così poco."  

Vide un guizzo nella sua mascella, che ormai aveva imparato a decifrare, e poi le sue mani affondare nel muro ai lati della sua testa. Il corpo di suo fratello come una gabbia umana intorno al suo. Si avvicinò con la bocca al suo orecchio, e sentì il fiato caldo di Sebastian solleticarle le terminazioni nervose, quando sussurrò con voce roca e graffiante: "Tu non immagini neanche quello che potrei farti."

 E dicendolo le afferrò i capelli, arrotolandoseli intorno alla mano, e con uno strattone deciso e doloroso, le tirò indietro la testa. Ora era costretta a guardarlo dal basso in alto, attraverso occhi leggermente velati. Dalla sua posizione di inferiorità vide il suo viso, contorto in una smorfia di piacere. Clary riuscì a scorgere nei suoi occhi il predatore durante la caccia. E per lui, lei intuì, era appena cominciata. Avvicinò ancor di più il suo viso, mentre un altro forte strattone le provocò un dolore mille volte più intenso del primo, a tutta la testa. La osservava mentre le infliggeva dolore con uno sguardo profondo e penetrante, ma Clary non volle dargli la soddisfazione di soffrire e gli rivolse di nuovo il suo sguardo con occhi di sfida.  

"Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere. Tu mi appartieni, Clarissa." sibilò sulle sue labbra, al limite del suo autocontrollo. Quando, con un ultimo e rude strattone, Clary emise un gemito, Sebastian se ne approfittò. Si avventò sulla sua bocca, assalendola senza pietà. Le loro bocche si scontrarono con una tale forza all'impatto, che si sentì il rumore dei loro denti infrangersi gli uni contro gli altri. Sebastian ringhiò, scontrando la sua lingua con quella di Clary in una battaglia passionale e violenta. E allo stesso modo Clary gli morse con brutalità il labbro inferiore, dando sfogo a tutta la sua frustrazione. In quel momento lui spinse tutto il suo corpo contro di lei, intrappolandola in una gabbia di muscoli e ossa. Clary infilò la mano sotto alla sua maglia e toccò la pelle scottante degli addominali perfetti e definiti. Risalì e arrivò ai pettorali e si spostò sulla schiena. Sebastian continuava a baciarla famelico, mentre una delle sue mani trovava il reggiseno della ragazza. Le massaggiò i seni con violenza, facendole indurire i capezzoli, e Clary boccheggiò dal piacere. Le sue mani arrivarono alla schiena di Sebastian, e le fece scorrere sopra ai muscoli che guizzavano al suo passaggio. La pelle ormai rovente di entrambi, emanava calore e passione. Sebastian pizzicò i suoi capezzoli e Clary, spinta al limite della sua sopportazione, gli pianto le unghie nella schiena, graffiandolo. Un ringhio bestiale uscì dalla sua gola e nello stesso attimo Clary sentì un dolore acuto e bruciante alla testa, un altro strattone, che andava a mischiarsi al suo piacere. Sebastian fu il primo ad interrompere il bacio con il respiro accelerato e pesante. Espirò bruscamente. La voce profonda, roca e vibrante. "Dimmi cosa vuoi, Clarissa." 

Quelle poche semplici parole contenevano un invito pericoloso. La tentazione di lasciarsi andare completamente e di abbandonarsi a lui. "Voglio..."

Alzò lo sguardo su suo fratello, osservò il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente, il suo respiro irregolare, e il suo sguardo folle e selvaggio. 

"Voglio che tu mi dica il tuo piano."

Le Stelle del Mattino  (Clabastian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora