Capitolo 39

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Come avevo previsto mi ritrovai a letto influenzata, ottimo modo di passare le vacanze estive, se si può definire passare le vacanze in una casa dopo essere scappati.
Erano passati esattamente due mesi dalla nostra scomparsa e, sinceramente, mi mancavano un po' tutti, anche papà.
-Ben- lo chiamai debolmente, non ero mai stata molto forte di salute, mi ammalavo spesso.
-Sì?- chiese, eravamo sul solito divano accoccolati.
-Perché quando dici di amarmi aggiungi sempre "e lo farò finché sarò in vita"?- chiesi, mi annoiavo e avevo semplicemente voglia di fare conversazione, non mi sarei mai aspettata la risposta che mi diede.
Sospirò.
-Vedi il tatuaggio dell'uccellino in gabbia?- chiese, annuii nonostante non capissi cosa collegasse la mia domanda alla sua.
-Per me significa libertà.- continuavo a non capire.
-Ho un problema di cui non ti ho ancora parlato.- sospirò, ancora.
-Sai che fumavo e di tanto in tanto fumo ancora, no?- chiese ed io annuii.
Ero paralizzata, avevo paura di ciò che avrebbe detto anche se non sapevo ancora cosa riguardasse.
-Sto cercando di smettere, sai anche questo, no?- si passò una mano nel ciuffo scombinando i capelli.
-Benjamin, che succede?- ero davvero preoccupata e non poco.
-Non è facile parlarne.- sussurrò, aveva lo sguardo basso e stava per piangere.
-Sai che con me puoi parlare di tutto.- gli accarezzai debolmente le mani.
-Tumore.- disse semplicemente, sembrava una parola stupida ma, quella parola, avrebbe potuto impedire la mia felicità.
-Tumore?- chiesi capendo ciò che intendeva.
Avevo le lacrime agli occhi.
-Tumore.- confermò.
-Ai polmoni.- continuò.
-A causa del fumo.- concluse, una lacrima scese dai suoi occhi.
Mai mi sarei aspettata di vederlo piangere, eppure lo vidi.
-Quanto, quanto- non riuscii a concludere la frase che inizia a piangere silenziosamente.
Capendo la mia domanda Benjamin abbassó lo sguardo.
-Quattro o cinque, ancora- si fermò un attimo per riprendere fiato -ancora non si sa e, sinceramente, non voglio saperlo.- sussurrò.
-Perché non vuoi saperlo?- mi asciugai una lacrima.
-Perché voglio godermi a pieno il tempo che mi resta, senza sapere fino a quando avrò tempo. Voglio vivere felice, senza pensarci.- sorrise.
Era forte, ma forte davvero, io al suo posto non ce l'avrei fatta.
-Da quanto lo sai?- sussurrai, avevo ancora la voce leggermente incrinata dal pianto.
-Da due mesi.-
-Da quando ci conosciamo?- alzai lo sguardo e lui fece lo stesso.
-Poco prima.- disse annuendo.
-Perché non me l'hai detto? Benjamin, Dio mio, meritavo di saperlo prima, lo meritavo. Perché non me lo hai detto prima? Perché?- mi alzai di scatto.
-Non volevo perderti.- si alzò per venirmi incontro.
-Non volevi perdermi? Perché, secondo te, io ti avrei mai abbandonato per questo? Rispondimi sinceramente Benjamin.- alzai leggermente la voce.
-No Eleanor, avevo solo paura e poi per me è davvero difficile parlarne, ti prego capiscimi.- mi venne incontrò.
Ebbi un lieve giramento di testa e mi aggrappai al suo braccio.
-Siediti, non puoi fare questi scatti improvvisi: sei ancora influenzata.- nonostante lo stessi trattando male continuava a preoccuparsi per me.
Lui aveva sempre messo la mia felicità prima della sua e, per questo, non l'ho mai ringraziato abbastanza.
-Scusami Ben, davvero.- dissi sedendomi sul divano per poi stendermi con la testa sulle sue gambe.
-Qualunque cosa accada la supereremo insieme?- singhiozzai.
-Te lo prometto El.- una lacrima scese da quegli occhi meravigliosi.
-Ti amo.- sussurrai.
-Ti amo e lo farò finché sarò in vita.- sussurrò accarezzandomi i capelli.
Quel ragazzo era davvero entrato nel mio cuore come se niente fosse, come se fosse stata la cosa più facile al mondo, e credo, anzi ne sono certa, non ne uscirà mai.

Lettera ||Benji e Fede||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora