Capitolo 32

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-Benji, svegliati dai.- lo scossi lentamente.
Non volevo svegliarlo: era così tenero mentre dormiva, però dovevo.
-Ancora cinque minuti mamma.- mugolò e io risi fragorosamente.
-Alzati dai.- iniziai ad accarezzargli i capelli.
Aprì lentamente gli occhi e mi sorrise.
-Che bel buongiorno.- sussurrò ed io arrossii.
Non sapevo come facesse ad avere quest'effetto su di me con una semplice frase.
-Buongiorno.- mormorai.
Era passato un giorno dalla frase "non potrei mai amarti" ed era tornato tutto come prima, o almeno per lui perché, io, ogni volta che diceva di volermi bene sentivo un vuoto nel petto impossibile da colmare.
-Come stai oggi?- chiesi dolcemente e lui mi baciò la fronte.
-Bene, grazie per esserti presa cura di me.- sussurrò.
-Non c'è bisogno di ringraziarmi Benjamin, lo sai che tengo a te e farei il possibile per aiutarti.- dissi, ed era vero.
-Ti voglio bene El.- mi sorrise, annuii.
-Anche io Ben.- dissi anche se nella mia testa continuavo a ripetere "invece io ti amo coglione".
-Ben, anziché andare al mare come sempre, perché oggi non restiamo qui e parliamo un pochino?- chiesi e lui annuii.
Volevo passare una giornata solo con lui, senza essere circondata da tutte quelle persone.
-Vogliamo invitare qualcuno?- chiese all'improvviso.
-E chi? Non abbiamo amici qui Ben.- dissi ed era vero: eravamo soli, senza nessuno.
-Ricordi Andrew e Jack?- chiese.
Io annuii, come dimenticarli.
-Jack ti aveva dato il suo numero per stare un po' tutti insieme e fare amicizia ricordi?- chiese ed io annuii, ancora.
Avevo capito dove voleva andare a parare.
-Hai ancora il suo numero El?- chiese ancora, annuii.
-Chiamalo, digli di venire insieme ad Andrew, almeno potremo fare anche amicizia.- disse.
Presi il cellulare e cercai nella rubrica il nome di Jack.
-Pronto, Jack?- chiesi appena risposero all'altro capo del telefono.
-Ah, ciao Andrew, siamo Eleanor e Benji, volevamo sapere se tu e Andrew oggi vorreste venire a casa nostra. Magari passiamo una giornata tutti insieme e ci conosciamo meglio.- chiesi e ricevetti una risposta affermativa dal ragazzo di Jack.
-Allora a dopo, salutaci Jack. Ciao Andrew.- dissi prima di staccare.
-Che hanno detto?- chiese Benji, come se non l'avesse già intuito dalla conversazione.
-Il tempo di vestirsi e arrivano.- dissi, lui annuì.
Mezz'ora dopo ci ritrovammo tutti e quattro seduti per terra in cerchio.
-Cosa vogliamo fare?- chiesi.
-Obbligo e verità.- disse Benjamin.
-Abbiamo diciotto anni e vuoi fare ancora questi giochi da bambini?- chiesi ridendo, lui mi fece la linguaccia.
-Io voglio giocarci.- disse Andrew e Jack lo seguì a ruota.
-E allora così sia.- dissi sbuffando per trattenere una risata.
-Parto io.- disse Jack.
Dopo vari obblighi arrivò il turno di Andrew.
-Benjamin invia un messaggio a tua madre dove le dici di essere gay.- disse e le nostre risate si fermarono.
-Ecco, vedi, il fatto è che noi siamo, come posso dire- stava cercando le parole giuste ma difficilmente le avrebbe trovate così decisi di intromettermi.
-Noi, siamo scappati di casa quindi non credo sia proprio il caso.- dissi e la bocca di Jack si spalancò.
-Perché? Se possiamo sapere.- chiese Andrew.
Raccontai tutto, dalle lettere che inviavo a Sally, all'incontro con Benji.
A fine racconto ci osservarono increduli.
-Avete avuto coraggio.- disse Andrew.
-Sì, abbiamo avuto coraggio.- confermò Benji stringendomi la mano.
A quel tocco arrossii ma fortunatamente Benji non lo notò, invece Jack, che se ne era reso conto, mi guardò sorridendo.
-Andiamo avanti con il gioco dai, non ho voglia di ricordare ancora.- dissi, loro annuirono.
-Bene Eleanor, ora sei tu a dover fare un obbligo.- disse Jack ed io iniziai a preoccuparmi.
-Bacia Benji.- sorrise soddisfatto.
In quel momento non seppi se andare da Jack per abbracciarlo e ringraziarlo o prenderlo a schiaffi, nel dubbio non feci nessuna delle due cose, guardai semplicemente Benjamin che annuì alzando le spalle.
Mi avvicinai a lui e premetti le mie labbra sulle sue lasciandogli un leggero bacio a stampo che però mi fece sentire non le farfalle, ma lo zoo nello stomaco.
-Non intendevo a stampo.- sbuffò Jack.
-Troppo tardi, avresti dovuto specificare all'inizio.- dissi e Jack mi guardò male.
Ridemmo.
-È tardissimo.- disse Andrew notando fosse ora di pranzo.
-Vi va di pranzare qui?- chiesi e loro annuirono.
Si prospettava una giornata lunga ed estenuante, ma almeno l'avremmo passata insieme.

Lettera ||Benji e Fede||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora