2- PASSATO

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L'acqua calda spazzò via parte del dolore e del disgusto che il contatto con quegli uomini violenti le aveva provocato ma Ivy non riuscì a lenire la sofferenza che sentiva dentro, sepolta in un posto che l'acqua non poteva raggiungere.

Rimase sotto il getto caldo finché la pelle dei polpastrelli non si raggrinzì, poi si decise a chiudere l'acqua ed uscire dalla cabina per avvolgere il proprio corpo in un enorme telo di spugna che assorbì presto le gocce d'acqua che le correvano lungo il corpo mentre si dirigeva a piedi scalzi e con i capelli bagnati di nuovo in camera.

Riusciva a sentire i passi di Daemon che, inquieto come un animale in gabbia, continuava a camminare avanti e indietro davanti alla porta chiusa.

Diede le spalle a quella piccola parte di legno che la divideva dal mondo esterno e, aperta l'anta dell'armadio, lasciò che il telo le scivolasse dal corpo fin per terra prima di prendere della biancheria intima nera e dirigersi verso il letto.

Proprio in quel momento due colpi secchi alla porta la costrinsero a voltarsi mentre la voce di Daemon –attutita a causa del materiale che li divideva- la raggiungeva.

"Ivy, ci sei?"

Il tono era estremamente dolce ed il senso di colpa era tangibile alle orecchie di Ivy che, però, non aveva alcuna voglia di parlare in quel momento.

"Vattene."

Fu tutto quello che le uscì di bocca mentre indossava gli slip e si sporgeva a gattoni sul letto per prendere il pigiama da sotto il cuscino dove lo riponeva sempre.

"Andiamo, Ivy, non puoi tenermi il muso per una cosa così stupida"

Il cuore di Ivy partì al galoppo mentre indossava il pigiama e cercava di controllare il calore che la invadeva. Come poteva dire una cosa simile?

"Non voglio parlarne." Tagliò corto lei afferrando una spazzola per poi accomodarsi sul materasso e cominciare a spazzolare i lunghi capelli scuri.

Il petto di Daemon cominciò a muoversi ad un ritmo più veloce e le iridi, già scure, diventarono sempre più simili a quelle del lupo che in realtà era.

"Scusami." Dopo qualche interminabile attimo di esitazione Daemon indietreggiò verso il corridoio ma senza mai distogliere lo sguardo dalla porta di legno bianco, con la speranza che all'ultimo lei si arrendesse e aprisse come aveva sempre fatto in passato.

Perfino in quel momento riusciva a sentire il richiamo che lei esercitava sul suo essere, sull'animale sepolto dentro di lui che mai come in quel momento premeva per uscire e prendere ciò che –lo sapeva- gli avrebbe permesso di placare il senso di colpa bruciante che lo dilaniava.

Sapeva di averla ferita con le sue parole di poco prima ma lì, davanti alla sua porta, non riusciva a immaginare altro che il suo bellissimo e fragile corpo ricoperto dai lividi che quegli aggressori le avevano procurato.

Decise di non andare a dormire quella sera e di uscire in città per rintracciare coloro che avevano osato toccare la sua Ivy, per fargliela pagare con gli interessi.

Ci teneva davvero a lei: erano mesi che non la vedeva più come un semplice membro del branco, da quando aveva compiuto sedici anni per lui era stato pressoché impossibile non notare come il suo corpo fosse diventato morbido e maturo, pronto per l'accoppiamento con uno dei lupi.

Molti nel branco l'avevano guardata e avevano accennato a suo padre, l'Alfa, il desiderio di marchiarla e accoppiarsi con lei, ma Gordon li aveva respinti tutti affermando che era ancora troppo giovane per poter essere utile alla riproduzione.

Nonostante ciò fosse vero, Daemon sospettava che il padre sapesse l'effetto che Ivy aveva su di lui e sperasse che il desiderio lo travolgesse il prima possibile e lo portasse ad unirsi presto a lei: l'accoppiamento ed il concepimento lo avrebbero fatto diventare il nuovo Alfa per diritto di successione e Gordon avrebbe potuto godersi il resto della sua vecchiaia come un semplice lupo senza più le pressioni del branco.

Afferrato il giubbotto di pelle nera ed indossate le scarpe si diresse all'esterno senza fornire spiegazione agli altri lupi che lo guardarono incuriositi dalla loro posizione sul divano quando gli passò accanto: erano passate solo un paio d'ore da quando Ivy era tornata e il suo odore sarebbe stato tangibile sulla pelle dei suoi aggressori seppur non per molto.

Doveva sbrigarsi.

Camminò fino al centro città in direzione del supermercato nel quale si era recata Ivy rimanendo in allerta mentre con i suoi sensi sviluppati catturava ogni traccia, odore e suono che potesse condurlo a destinazione.

Vagò per due ore prima di sentire il dolce odore di mirtilli e fresia di Ivy misto ad un forte odore di birra e fumo.

Il lupo dentro di lui fremette, impaziente di essere liberato, bramoso di sangue, mentre svoltava in un vicolo cieco dai muri scrostati e sudici e individuava, nella penombra, la figura di due uomini in piedi vicini l'uno all'altro che fumavano e ridevano fra loro.

Con un gesto svelto Daemon estrasse il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e se ne infilò una fra le labbra avvicinandosi con passo felpato ai due in fondo al vicolo.

"Hey" La sua voce si perse nel buio mentre si fermava davanti a quello più basso su cui l'odore di Ivy era più intenso.

Era basso e tarchiato ma Daemon non aveva paura di lui: tutto quello che quell'uomo gli provocava era disgusto ed una furia cieca che rischiava di farlo trasformare.

"Hai da accendere?"

Il ragazzo lo guardò sospettoso prima di stringersi nelle spalle e continuare a fumare la sua sigaretta.

"Levati dal cazzo." Sbottò voltandosi verso il suo amico che ridacchiava sotto i baffi.

Un sorrisetto sghembo si dipinse sul volto di Daemon prima che allungasse una mano e spingesse con violenza la il ragazzo alla sua sinistra contro il muro.

Una macchia di sangue coprì la parete del vicolo mentre quello si accasciava e Daemon si voltava nuovamente verso l'aggressore mentre il lupo raggiungeva la superficie: riuscì a sentire chiaramente il battito del cuore dell'uomo davanti a sé e l'odore freddo e marcio della paura che lo pervadeva.

"Ma sei pazzo?"

"Sei stato molto maleducato." Esordì, posizionandosi la sigaretta dietro l'orecchio.

"Se è per l'accendino, amico..."

"Non con me." Daemon fissò i suoi occhi neri in quelli del lurido individuo tremante davanti a lui.

"Hai toccato una persona a me cara" specificò, afferrandogli il bavero della giacca con le mani "e mi hai fatto parecchio incazzare."

"La puttana dei lupi?" La voce del ragazzo era strozzata e roca a causa della paura e fu presto eclissata dal ruggito furente di Daemon che sentì il sangue ribollirgli nelle vene.

"Hai proferito le tue ultime parole."

E, così dicendo, lasciò che il lupo emergesse e squarciasse la gola di quell'uomo indegno.

Nessuno toccava la sua Ivy senza subirne le conseguenze.




Ho appena finito di scrivere questo capitolo e l'ho postato di fretta senza rileggere l'ultima parte quindi spero mi perdoniate se troverete qualche errore. 

Vi ringrazio davvero tantissimo per i commenti ed i voti, non sapete quanto vi ami per questo e, ancora una volta, vi ripeto che questa storia contiene fra i tag la parola "erotico."

Ci saranno infatti scene esplicite e, poiché ritengo che ognuno debba essere giudice di sé stesso, non ho messo l'impostazione "per adulti."

Leggete responsabilmente

Un bacione gran

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