17- PRESENTE

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Messaggio per mia sorella che segue questa storia: smettila di leggere. TIPO ORA.


Era passata una settimana da quando Daemon aveva ricevuto l'invito di Alan a presentarsi da lui per dimostrare che era degno di essere l'Alpha di Washington e ancora stava coordinando il branco in modo che alcuni membri rimanessero a difendere la proprietà da qualsiasi attacco nemico. Sapere che i cacciatori erano coinvolti lo aveva messo in allerta più che mai ed era pronto a difendere e a tutelare il più possibile la vita di Ivy e delle altre compagne.

Loro erano la loro forza, ciò che permetteva agli ibridi di andare avanti, e se i cacciatori o Alan fossero arrivati fino alle donne sarebbe stata la fine.

Osservava le mappe della tenuta ormai da ore, pensando a dove installare i dispositivi di sicurezza con le relative telecamere ed i microfoni ed il cervello sembrava andargli in fumo.

Due colpi leggeri alla porta lo fecero sobbalzare.

"Avanti." Tuonò, abbandonandosi con un sospiro allo schienale della poltrona. Ivy fece capolino, i capelli neri e lucidi che le incorniciavano il viso e le arrivavano in onde sinuose fino ai fianchi ed un vestitino a fiori con i bottoni sul davanti che evidenziavano la curva dei seni.

Era bellissima.

"Volevo vedere come stavi." Disse lei, avanzando e chiudendo la porta dietro di sé prima di dirigersi verso la scrivania. "Sono ore che non esci di qui."

Daemon le fece cenno di avvicinarsi e lei obbedì, andando a sedersi sulle sue gambe. Gli circondò il collo con le braccia e lo baciò dolcemente sulle labbra prima di passare alla mascella.

"Stavo lavorando e ho perso la cognizione del tempo, tutto qui." La rassicurò lui, cercando di ignorare l'erezione che si faceva a mano a mano più grande nei suoi pantaloni. Le labbra di Ivy erano scese sulla sua clavicola e lo stavano torturando con l'ausilio della lingua e dei denti, creando una scia bollente sulla sua pelle che lo fece fremere.

"Sembra proprio che abbia bisogno di rilassarti." Gli disse lei con voce languida mentre gli sbottonava la camicia scoprendo l'ampio petto prima di fargliela scivolare lungo le spalle e riappropiarsi delle sue labbra.

Diamine, quel suo lato sensuale che si stava delineando da quando avevano avuto il primo rapporto sensuale gli faceva diventare l'uccello duro come il marmo.

"Hai ragione." Disse lui con un ruggito, afferrandola per le cosce e appoggiandola sulla scrivania, prendendo in mano la situazione. "Ho proprio bisogno di svagarmi un po'" e scese con le dita sui propri pantaloni, abbassando la zip ed estraendone la lunga erezione.

Daemon bruciava per una lussuria febbrile così profonda, così tenace, che ogni centimetro del suo corpo era in procinto di esplodere di desiderio.

Le dita gli tremavano come un ragazzino mentre slacciava i bottoncini del vestito di Ivy, aprendolo per rivelare le forme sode, seducenti dei suoi seni eccitati. Con un ringhio d'apprezzamento osservò che non indossava le mutandine e che l'eccitazione le impregnava già le cosce.

Era indeciso su cosa fare prima. Dedicarsi famelico a uno dei capezzoli appuntiti e scoparla fino a farli morire entrambi, oppure gustare quella densa crema che le impregnava tentatrice le labbra turgide della passera.

Daemon si leccò le labbra, guardandola dal basso mentre il suo uccello fremeva esigente, insistente per affondare dentro la piccola fessura della sua vagina. Aveva l'acquolina in bocca al pensiero di assaporarla.

"Toccati il clitoride." Le teneva le gambe sollevate e aperte, fissandola con un bisogno crescente a cui non sapeva come rispondere. Ivy gemette. Un mugolio basso, disperato che gli fece vibrare il pene.

Caught by the AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora